L’affaire Pomodoro di San Marzano continua ad animare il dibattito ed ora sembra farsi largo una via per tutelare il noto pomodoro prodotto all’ombra del Vesuvio.
A febbraio Phil Hogan, commissario all’Agricoltura del Parlamento europeo, si era espresso in modo favorevole circa la coltivazione del noto pomodoro campano nel resto d’Europa e, soprattutto, all’utilizzo del suo nome anche per il prodotto fresco a causa del fatto che sono già state registrate quattro varietà che contengono il nome “San Marzano”. Ad oggi, invece, la Dop italiana che tutela l’omonimo e famoso pomodoro campano – Pomodoro S. Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino – è riservata solo al prodotto da conserva e non a quello fresco.
Phil Hogan aveva risposto alle interrogazioni presentate dagli eurodeputati Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, e Mara Bizzotto, che chiedevano che l’azienda belga “Lava” non potesse utilizzare il nome “San Marzano” in etichetta, poiché evocava quelli Dop italiani.
Il 2 marzo si è discusso del caso durante il question time presso la commissione Agricoltura della Camera dei Deputati attraverso un’interrogazione dei deputati presentato da Paolo Russo, Mara Carfagna e Basilio Catanoso. il ministro Maurizio Martina in quell’occasione ha precisato che, con la legislazione in essere, i produttori europei non possono comunque rivendicare l’origine italiana, ma ha affermato che per proteggere integralmente il prodotto fresco dell’area Dop campana bisognerebbe modificare il Regolamento 1169/2011, che disciplina l’etichettatura dei prodotti alimentari.
Secondo Agrinsieme Campania, il Coordinamento regionale tra l’Alleanza delle Cooperative Italiane settore agroalimentare, Cia, Confagricoltura e Copagri, la strada della modifica del Regolamento è quella da perseguire.
“Sosteniamo la proposta di apportare modifiche al Regolamento 1169 del 2011 che regola l’etichettatura dei prodotti alimentari – commenta in una nota il coordinatore Alfonso Di Massa -. Tali modifiche permetterebbero di proteggere l’area di produzione e di estendere la denominazione protetta anche al prodotto fresco coltivato negli areali della DOP, con tutti gli accorgimenti per la tutela della produzione. Solo in questo modo saremo certi della qualità e dell’originalità assoluta del trasformato. Le identità territoriali devono essere protette da imitazioni e da tentativi di contraffazione e fortunatamente fuori dalla zona di produzione nessuno può permettersi di evocare l’origine italiana del prodotto. Riteniamo giusta la posizione della Commissione europea, la quale tende per una tutela del prodotto S. Marzano Dop e non della verietà. A questo proposito rimarchiamo anche che l’unica varietà di pomodoro fresco S. Marzano considerabile è quella che si produce nell’areale DOP e diretta alla trasformazione”.
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