Politiche agricole

Agricoltura: meno burocrazia per i bandi in Emilia Romagna

Mammi
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Autore Redazione

L’assessore regionale Alessio Mammi: “Ci siamo presi questo impegno, e abbiamo condiviso il lavoro con la Consulta”

Le esigenze del settore agricolo e degli imprenditori al centro della gestione dei bandi europei a investimento. E quindi più tempo alle imprese per correggere e integrare le domande presentate, flessibilità massima di tempo sull’accoglimento dei permessi rilasciati da altre amministrazioni, scadenze certe per la conclusione delle procedure di concessione dei contributi, ricorso ai “costi standard” per alleggerire l’iter di concessione di pagamenti e rimborsi.

È il nuovo modello di semplificazione che la Regione ha messo a punto per la gestione dei bandi europei del Piano strategico della Politica agricola comunitaria e del Complemento di programmazione per lo Sviluppo Rurale 2023-27.

“Il percorso, le modifiche e i punti principali – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – sono stati condivisi con le associazioni che rappresentano le imprese agricole e sono riunite nella Consulta Agricola regionale, con l’organismo pagatore regionale Agrea, tutte le strutture regionali interessate dai bandi, le associazioni e le organizzazioni di categoria. Abbiamo così recepito e organizzato le indicazioni giunte dalle imprese agricole e agroalimentari per garantire tempi certi e tutte le semplificazioni possibili, nell’ambito e nel pieno rispetto del quadro normativo comunitario e nazionale. Voglio ricordare – prosegue Mammi – che nella nuova Pac 23-27 attraverso il Complemento di Sviluppo Rurale, l’Emilia-Romagna ha a disposizione 913 milioni di euro per sostenere il reddito delle imprese, la competitività e l’innovazione. Un piano strutturale importante, sul quale abbiamo ottenuto maggiori risorse rispetto alla programmazione precedente”.

Ancora, Mammi aggiunge: “La semplificazione nelle procedure e nella presentazione delle domande favorisce l’accesso delle imprese a contributi e opportunità, con avvisi più snelli e una sburocratizzazione dei percorsi amministrativi. Un ulteriore passo al fianco delle imprese per garantire loro il giusto reddito e accompagnarle nella competizione sui mercati globali, puntando sulle nostre produzioni di eccellenza, che sono garanzia di qualità e sicurezza alimentare. La Regione è intervenuta sui tempi di erogazione dei pagamenti, sulla sincronizzazione delle richieste e le modalità di correzione degli errori materiali. Inoltre, i beneficiari dei bandi avranno più tempo per presentare i permessi e le documentazioni fornite da enti terzi, come Comuni e altre amministrazioni locali, evitando così il rischio di non rientrare nei termini fissati dal bando”.

I dettagli delle nuove regole

Per quanto riguarda la sincronizzazione dei tempi, nella prima fase, quando i bandi sono ancora aperti, si può intervenire e modificare la domanda già presentata per aggiungere documentazione o correggere errori.
Dopo la chiusura del bando, ci sono 10 giorni di tempo per correggere la domanda, se incompleta o con errori materiali. Il sistema informatico è stato modificato e innovato e lo si è reso più interattivo, anche su indicazione delle associazioni professionali delle imprese agricole, e quindi segnala eventuali errori, indicando i percorsi per correggerli.

Un altro aspetto significativo riguarda i permessi di costruire. La materia urbanistica è in capo ai Comuni e a volte le imprese si sono trovate a non poter presentare i permessi di costruire perché le istruttorie non erano ancora terminate.  Con le nuove regole, sarà sufficiente segnalare in domanda che il permesso è stato richiesto e che sarà successivamente presentato. La Regione ha poi applicato la flessibilità massima consentita, fissando fino a quattro mesi dalla presentazione della domanda il termine per comunicare i dati del rilascio del permesso.

Infine, la novità che riguarda i costi standard. La Regione coglie un’opportunità contenuta nei regolamenti comunitari e la fa propria. Il principio dei costi standard è concentrare i controlli sul raggiungimento degli obiettivi del progetto riducendo il più possibile gli oneri burocratici: il beneficiario dichiara tipo e quantità di beni e materiali che deve acquistare per realizzare l’investimento.
Il costo degli investimenti viene individuato attraverso una metodologia elaborata in base a dati storici o statistici, che unisce costi medi del bene e andamento di mercato e la Regione concede e liquida quella somma esatta.

I controlli successivi verranno fatti sul tipo di acquisto e sulla corretta realizzazione del progetto che il beneficiario si è impegnato a fare. Questa procedura, in pratica, sostituisce tutta la fase di acquisizione dei preventivi e di presentazione delle fatture per i rimborsi, riducendo tempi ed errori.

Fonte: Regione Emilia-Romagna

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