Politiche agricole

Troppo caldo, sindacati in campo

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Autore Redazione

Cgil, Cisl e Uil chiedono alle Regioni un provvedimento per vietare il lavoro nelle ore con le temperature più elevate

I sindacati dei lavoratori agricoli chiedono alle regioni di intervenire per combattere le conseguenze del caldo torrido di queste settimane. Sono numerosi gli appelli ai presidenti delle regioni.

L’intervento nel Lazio

“L’iniziativa unitaria di Cgil, Cisl e Uil di chiedere alla Regione Lazio di intervenire con un provvedimento ad hoc volto a determinare le raccomandazioni per prevenire lo stress da calore per i lavoratori impegnati in tutte le attività ed in particolare per quelli esposti nelle ore più calde all’aperto e/o in locali non climatizzati, ci vede in pieno accordo”. Così Stefano Morea, segretario generale Flai Cgil Roma e Lazio.

“E’ evidente come il lavoro agricolo veda lavoratori e lavoratrici esposti per molte ore al sole con carichi di lavoro importanti e quindi una attività fisica intensa. La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro non vanno in vacanza, per questo, con Cgil Cisl e Uil, chiediamo che si assumano provvedimenti efficaci per le giornate di caldo intenso, come quelle che stiamo vivendo in queste ore, a tutela di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno lavorano nella raccolta, in campo, in serra, sotto i tendoni e assicurano cibo sulle nostre tavole”. “Ci auguriamo che il provvedimento venga assunto il prima possibile”.

Stessa richiesta in Campania

Stop al lavoro in agricoltura nelle ore calde della giornata. A chiederlo sono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil della Campania, con una lettera indirizzata al presidente della Regione Vincenzo De Luca, sollecitando le istituzioni ad adottare un provvedimento che vieti alle aziende di far lavorare gli addetti agricoli, soprattutto impiegati in campi e serre, nelle ore con le temperature più elevate.

“L’aumento delle temperature e delle ondate di calore, sempre più frequenti anche nella nostra regione, hanno conseguenze importanti non soltanto per la salute dell’ambiente, ma anche per quella dei cittadini e dei lavoratori, vittime degli effetti diretti e indiretti della crisi climatica”, spiegano – scrivono i segretari generali Bruno Ferraro (Fai Cisl), Giovanna Basile (Flai Cgil) ed Emilio Saggese (Uila Uil): “La prevenzione, a tutti i livelli, è senza alcun dubbio l’elemento chiave per contrastarne gli impatti, ma accanto a quello bisogna intervenire rimodulando gli orari di lavoro di chi opera nei settori più esposti come l’agricoltura, bloccando le lavorazioni nelle ore di punta”.

I sindacati, dunque, ritengono che “un provvedimento regionale, in questo momento, non sia solo urgente, ma costituisca un atto di civiltà nei confronti di migliaia di lavoratori e lavoratrici essenziali”, e auspicano che “la giunta regionale possa adottare un provvedimento in tal senso, non lasciando alle singole aziende la scelta o meno di tutelare lavoratori e lavoratrici dalle conseguenze delle ondate di calore che già stanno causando malori e incidenti mortali sul lavoro”.

Fonte: Flai Cgil Lazio e  Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil della Campania

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