Sostegno della Regione agli investimenti delle imprese agricole e delle aziende di trasformazione dell’Emilia Romagna, per renderle più forti e più competitive in ambito nazionale e internazionale, con contributi per 138 milioni, risorse del piano di sviluppo rurale che permettono di accogliere 962 domande di finanziamento.
Sono gli esiti degli ultimi due bandi del Pdr, presentati questa mattina in Regione in conferenza stampa del presidente Stefano Bonaccini e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.
“In un momento storico molto complesso per le aziende- sottolineano Bonaccini e Mammi- è un dato di grande valore avere quasi mille imprese agricole e agroalimentari sul nostro territorio pronte a impegnarsi nella realizzazione di interventi di ammodernamenti, ampliamenti, misure di sostenibilità ambientale e innovazione, generando nel territorio un investimento complessivo 357 milioni di stimoli agli investimenti, grazie ai contributi messi a terra dalla Regione e alle quote di cofinanziamento”.
“Dalle nostre imprese- proseguono presidente e assessore- arriva un segnale molto positivo, perché vedono la possibilità concreta di programmare e continuare a competere nel sistema globale. Il nostro impegno è sostenerle, perché i nostri prodotti agricoli raccontano chi siamo, il valore e l’identità della nostra terra: una ricchezza unica per l’economia regionale e il made in Italy”.
Lo stato dei finanziamenti
Rispetto ai due bandi, per quasi 138 milioni, questa la situazione. Per quanto riguarda il primo bando (4.1.01 del programma di sviluppo rurale) dedicato alle imprese agricole, sono 605 le domande già ammesse a finanziamento, a cui si aggiungono, grazie a un rifinanziamento della misura a sostegno delle imprese, altre 283 richieste per le quali è in corso l’istruttoria.
Con questo bando, saranno oltre 90 milioni le risorse erogate (56 milioni nella prima fase e 33 milioni di rifinanziamento), che genereranno sul territorio un investimento complessivo di 220 milioni di euro. E sono coinvolte tutte le filiere, dal settore lattiero-caseario a quello delle carni, dal settore dell’ortofrutta al vitivinicolo e dei seminativi. Per quanto riguarda il secondo bando (4.2.01 del programma di sviluppo rurale) dedicato alle aziende agroalimentari che svolgono attività di trasformazione di prodotti agricoli, sono 74 le domande ammesse, alle quali sono destinati più di 48 milioni di euro.
Cosa finanziano i due bandi
Le misure previste sostengono investimenti delle aziende agricole e agroalimentari nel territorio regionale: costruzione o ristrutturazione di immobili produttivi, realizzazione di sistemi di sicurezza, macchinari e attrezzature funzionali al processo di innovazione del ciclo produttivo, impianti di lavorazione e trasformazione dei prodotti, anche funzionali alla vendita diretta, e per l’acquisizione di programmi informatici, di brevetti e licenze.
Il nuovo sviluppo rurale 2023-27 in cifre
Complessivamente, ammontano a 913,2 milioni i fondi per lo sviluppo rurale da qui al 2027, cifra che piazza l’Emilia Romagna al primo posto per valore delle risorse ottenute fra le regioni del centro nord: il 40% dall’Europa, quasi 372 milioni, e il restante 60% fra finanziamenti statali (379 milioni) e regionali (162,5 milioni). Si tratta di 132 milioni in più rispetto alla programmazione europea 2014-20, considerati nel nuovo settennato 2021-27 anche i due anni del Psr di transizione 2021 e 2022. Un risultato reso possibile, oltre che dal superamento del criterio dei parametri storici di riparto, dalla maggiore quantità di fondi europei ottenuta proprio nel biennio di transizione e dal maggiore cofinanziamento sia statale che regionale per il 2023-2027.
In dettaglio, 286 milioni andranno per sostegno al reddito e competitività, 404 milioni per ambiente e clima, 150 milioni per lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali e 51 milioni su conoscenza e innovazione. Nel corso del 2023 saranno pubblicati i nuovi bandi, per un valore complessivo di 148,3 milioni di euro.
Gli obiettivi della nuova programmazione sono prima di tutto il sostegno della crescita occupazionale, del reddito e della competitività, poi le garanzie di dignità e sicurezza dei lavoratori e il ricambio generazionale. L’altro pilastro è la qualità ambientale, il sostegno al biologico e la salvaguardia della biodiversità. terzo elemento: la digitalizzazione, l’innovazione, la ricerca e l’attrattività dei territori più marginali.
L’impegno della Regione per una agricoltura di qualità
Gli investimenti resi possibili dalle risorse messe a disposizione dai due bandi consentono di incrementare la competitività delle imprese sui mercati, i processi di innovazione, la sostenibilità nelle attività produttive. Molti degli investimenti sono finalizzati al risparmio energetico e all’incremento di strumenti e processi per l’agricoltura di precisione, per il miglioramento della qualità produttiva e alla riduzione degli impatti ambientali.
Oltre al Psr, la Regione ha attivato altre misure di sostegno agli investimenti, finanziate con risorse provenienti da altri fondi e dal bilancio regionale, come nel caso dei contributi erogati per gli investimenti in sistemi antifurto o per investimenti agro-meccanici nelle imprese agricole. Insieme alla riduzione delle emissioni delle aziende agricole, per il miglioramento della qualità dell’aria, con il sostegno alle imprese che investono. Sono stati già emanati tre bandi, l’ultimo nel 2022, per finanziare la copertura di vasche e l’acquisto di mezzi per il trasporto dei liquami che limitino le emissioni di ammoniaca e altri gas climalteranti in atmosfera. Anche in questo caso si sono potute soddisfare tutte le richieste attivate, massimizzando al massimo gli effetti positivi in termini di impatto, grazie all’integrazione di risorse del Programma di sviluppo rurale, risorse del bilancio regionale e risorse statali.
Buone notizie anche sugli investimenti per contrastare la siccità: l’EmiliaRomagna è la regione italiana (assieme alla Puglia) ad aver il numero più alto di progetti dedicati al settore idrico e irriguo ammessi a finanziamento nell’ambito del Pnrr: si tratta di 14 progetti per un valore complessivo di 159 milioni di euro. Un passaggio strategico in una fase storica nella quale tutto il nord Italia, e in particolare l’asta del Po, soffre di una carenza idrica strutturale, alla quale è necessario fare fronte con anche una progettazione dedicata.
Fonte: Regione Emilia-Romagna