Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo che vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, sia tra imprese, sia in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, a prescindere dai rispettivi fatturati dei contraenti.
Il recepimento della direttiva europea – proposta dal presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, e dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, di concerto con i ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, della Giustizia, dell’economia e delle finanze e del ministro dello Sviluppo economico – prevede l’introduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell’accordo di fornitura.
Lo scopo è riequilibrare i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori. Nella pratica, non sarà più possibile imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come per esempio la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione.
Il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Icqrf) è l’autorità designata all’accertamento delle violazioni delle disposizioni previste.
Areflh accoglie con soddisfazione l’approvazione del decreto
“L’approvazione di questo decreto è un passo importante per garantire un mercato agroalimentare equo – ha dichiarato la presidente di Areflh Simona Caselli – che protegga tutti gli attori coinvolti e un rapporto più trasparente con i consumatori in tutta Europa. Considerato il ruolo fondamentale dell’Italia nel settore agroalimentare europeo, questo provvedimento dimostra una chiara intenzione di garantire che qualsiasi attore della filiera benefici di un’equa remunerazione e di un’adeguata supervisione ai sensi di legge”.
Emilia Romagna: “Una vittoria per migliaia di produttori agricoli”
“L’approvazione di questo decreto rappresenta la vittoria di migliaia di produttori agricoli – commenta l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia Romagna Alessio Mammi – Siamo quindi molto soddisfatti per aver raggiunto un traguardo importante, raggiunto grazie al puntuale lavoro di confronto in Parlamento europeo portato avanti in primis dal primo vice-presidente della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, Paolo de Castro, che ringrazio”.
Alleanza Cooperative: “Un’ottima notizia”
“L’approvazione definitiva del decreto legislativo sulle pratiche commerciali sleali è un’ottima notizia per il comparto agroalimentare perché consente di riequilibrare i rapporti tra i soggetti della filiera, dando maggior tutela alle imprese fornitrici di beni agricoli e alimentari. Non possiamo che esprimere quindi la nostra soddisfazione per la conclusione di un iter che ci ha visto sin dall’inizio tra i principali sostenitori”. Così Giorgio Mercuri commenta il via libero definitivo da parte del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue 2019/633 del Parlamento europeo in materia di pratiche commerciali sleali.
“Il provvedimento giunge proprio in una fase di estrema difficoltà delle imprese agroalimentari – spiega Mercuri – che stanno sostenendo un generalizzato aumento dei costi di produzione, dalle materie prime ai costi di energia, dai costi degli imballaggi a quello dei trasporti. Grazie alla nuova legge, gli accordi commerciali in essere dovranno essere rivisti entro sei mesi dall’entrata in vigore della nuova disposizione al fine di uniformarli alle nuove regole e questa potrebbe divenire l’occasione anche per riequilibrare i prezzi ai maggiori costi di produzione”.
“Le nostre organizzazioni di rappresentanza – prosegue Mercuri – sono pronte ad affiancare le loro cinquemila cooperative associate sia per presentare denuncia contro coloro che mettono in essere pratiche commerciali vietate, sia nell’eventuale risoluzione bonaria di controversie che dovessero coinvolgere le associate”.
Alleanza Cooperative esprime infine apprezzamento “per il lavoro svolto dal Governo e dal Parlamento, che hanno accolto molte delle osservazioni e delle proposte da noi formulate. In particolare esprimiamo soddisfazione per l’avvenuto riconoscimento della specificità del rapporto intercorrente tra l’agricoltore socio e la sua cooperativa o la sua organizzazione di produttori, nonché l’aver previsto come facoltativa l’assistenza da parte delle organizzazioni professionali per la deroga sulla durata minima dei contratti”.
Copragri: “Maggiore trasparenza”
“Con il definitivo recepimento della direttiva comunitaria – sottolinea il presidente di Copagri Franco Verrascina – si garantisce una maggiore trasparenza ed equità nei rapporti tra gli attori della filiera, fornendo ai produttori agricoli numerosi strumenti concreti per rafforzare la loro posizione contrattuale; pensiamo, ad esempio, al principio di garanzia della riservatezza, che permetterà il totale anonimato a chi andrà a denunciare una pratica sleale, andando in tal modo a rafforzare la posizione delle parti più deboli”.
Coldiretti: “Un percorso virtuoso”
“Con il nuovo provvedimento – riferisce la Coldiretti – scatta lo stop per 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste online al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti. Si realizza così un percorso virtuoso finalizzato a garantire una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera”.
Cia: “Riequilibrati i rapporti commerciali”
“Si tratta di un passo avanti significativo, atteso da molti anni – commenta Cia – perché permette anche in Italia di mettere un freno alle speculazioni nel settore, riequilibrando in un’ottica più giusta i rapporti commerciali tra tutti i soggetti della filiera agroalimentare. Ad oggi infatti, per l’ortofrutta fresca, per esempio, su 100 euro spesi dal consumatore al supermercato, al produttore rimangono in tasca solo tra i sei e gli otto euro netti. Ancora meno nel caso dei prodotti trasformati, dove il margine in campo all’agricoltore è intorno ai due euro”.