“Dedicare almeno il 30% dei fondi dei pagamenti diretti agli eco-scheme, aumentare al 35% le spese dello sviluppo rurale per misure agroambientali, con una soglia minima del 30% per investimenti sostenibili, e rivedere i Piani strategici nazionali entro il 2025. Tutto questo nel quadro di una Politica agricola comune che migliori la produttività e sostenga il reddito degli agricoltori in linea con il New Green Deal”. Questi i capisaldi che Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha illustrato oggi in Assemblea plenaria a Bruxelles in vista del voto sui testi legislativi della Pac 2021-2027.
“Di fronte a una vera emergenza globale con sempre più frequenti catastrofi climatiche che affliggono le nostre aree rurali e i nostri agricoltori – ha spiegato De Castro – la richiesta per un cambiamento radicale non può rimanere inascoltata. Ma per affrontare efficacemente questa emergenza serve un approccio comune e coordinato, affinché i nostri agricoltori possano fare un ulteriore salto di qualità nell’erogazione di servizi ambientali a beneficio dell’intera collettività. Al contrario, la proposta di riforma della Pac presentata nel 2018, delega agli Stati membri enormi responsabilità: di fatto, una ri-nazionalizzazione dell’intervento europeo per il settore agricolo e per le aree rurali. Per questo nei compromessi raggiunti abbiamo ricondotto a livello europeo la definizione delle misure degli eco-scheme”.
“Dal dossier sull’Ocm, con il rafforzamento delle misure di gestione delle crisi di mercato e la maggiore trasparenza lungo la filiera, al regolamento Orizzontale che punta a salvaguardare la dimensione comune della Pac, fino ai Piani strategici che negli ultimi giorni sono stati oggetto di campagne denigratorie da parte di alcuni portatori di interessi – ha aggiunto l’europarlamentare Pd – grazie al nostro team negoziale abbiamo fatto passi in avanti inimmaginabili fino a qualche mese fa”.
In dettaglio, De Castro ha spiegato di voler “dedicare almeno il 30% dei fondi del primo pilastro della Pac agli eco-scheme, la misura definita a livello europeo che dovrà accompagnare e guidare i nostri agricoltori verso metodi produttivi sempre più sostenibili. Vogliamo poi innalzare al 35% le spese per le misure agro-ambientali nel secondo pilastro, aggiungendo una soglia minima del 30% per gli investimenti sostenibili, in linea con gli obiettivi del Green Deal. E proprio per allineare la Pac a questi obiettivi, chiediamo anche una revisione entro il 2025 dei Piani strategici nazionali, che tenga conto delle normative derivanti dall’implementazione del Green Deal. Il tutto senza mettere in secondo piano la dimensione economica e sociale della Pac che, secondo il Trattato, deve migliorare la produttività e sostenere il reddito degli agricoltori. Vogliamo infatti un’agricoltura ancora più forte e competitiva: non possiamo dimenticarci di quanto i nostri agricoltori e lavoratori agricoli hanno fatto durante l’emergenza dovuta al Covid, mettendo a repentaglio la propria salute pur di garantire la disponibilità del cibo arrivato ogni giorno sulle nostre tavole. Per questo abbiamo lavorato a un compromesso ambizioso, in grado di salvaguardare la sostenibilità sociale, economica e ambientale del settore. Siamo infatti più che mai pronti a raccogliere le sfide lanciate con le strategie ‘Farm-to-Fork’ e ‘Biodiversità’, che però non devono sostituirsi alla Pac, ma affiancarla nel guidare gli 11 milioni di agricoltori europei verso la realizzazione di obiettivi comuni”.
“Per questo, caro Commissario – ha concluso De Castro – ci aspettiamo un’assunzione di responsabilità da parte della Commissione affinché metta sul tavolo proposte legislative concrete, basate su rigorose analisi di impatto, che rafforzino il Green Deal; proposte che noi, come co-legislatori, valuteremo e cercheremo di migliorare nell’interesse dei nostri agricoltori, produttori agroalimentari e di tutti i cittadini europei”.