“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dovrà avere, assolutamente, un cuore agricolo“: così la ministra Teresa Bellanova nell’audizione in Commissione agricoltura alla Camera per illustrare il lavoro svolto nelle ultime settimane, finalizzato alla definizione delle priorità agricole del Pnrr. Parole chiave: visione, coraggio, scommessa, e soprattutto rigenerazione.
“Nessuno sviluppo sostenibile si può immaginare senza garantire al settore agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura la centralità che merita e ad agricoltori, allevatori e pescatori la giusta tutela del reddito – ha proseguito la ministra – Il che obbliga automaticamente tutti noi a scommettere sull’ammodernamento dei sistemi di produzione di questo settore come delle reti logistiche, sul sistema della qualità territoriale che non può prescindere dall’agricoltura e dalla tutela e valorizzazione della biodiversità come dal contrasto al dissesto idrogeologico o da una nuova vita per le aree interne anche in termini di infrastrutturazione materiale e immateriale.”
“Sei le priorità su cui stiamo lavorando – ha scandito la ministra – Proposte in grado di intercettare gli obiettivi strategici contenuti nei diversi documenti di indirizzo e programmazione elaborati dalla Commissione europea, quali il Green deal, Farm to Fork, Biodiversità e le proposte di riforma della Pac post 2020, caratterizzate dal cosiddetto New delivery model. Proposte complementari e sinergiche a quelle che saranno inserite dalle Regioni nell’ambito dei futuri Programmi di sviluppo rurale; proposte che non potranno essere inserite nei futuri Programmi di sviluppo rurale, in quanto di rilevanza nazionale o sovra regionale o perché difficilmente finanziabili, se non in tempi lunghissimi; proposte in grado di affrontare e risolvere carenze strutturali storiche e di imprimere un impulso decisivo allo sviluppo economico del settore; proposte concrete e innovative in grado di essere realizzate in tempi compatibili con quelli strettissimi che saranno imposti dalle regole comunitarie; proposte in grado di incidere in maniera permanente sull’economia e sull’occupazione dei settori a monte e a valle di ciascun investimento”.
Dunque “un’agricoltura che diviene paradigma di un modello di sviluppo e una strategia fortemente coerente proprio con quelle premesse che l’Europa pone a fondamento dell’utilizzo delle risorse del Ricovery Fund” , ha sottolineato Bellanova.