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Sant’Orsola informa le imprese sulle nuove opportunità

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Autore Redazione

Grande partecipazione all’iniziativa a cui hanno contribuito numerosi esperti del settore agricolo. Tutte le norme a favore degli agricoltori

Quali opportunità sono contenute nella Delega fiscale del governo a favore degli imprenditori agricoli e dell’agroalimentare? E quali sono le modalità migliori di accesso al credito? A tali interrogativi hanno risposto venerdì scorso il viceministro all’Economia e finanza Maurizio Leo e i massimi esperti nazionali del settore durante il  convegno organizzato dalla società cooperativa agricola Sant’Orsola e dalla Fondazione Tosoni nell’auditorium della sede aziendale di Pergine Valsugana. Hanno partecipato imprenditori e responsabili di organizzazioni del settore agricolo, associati ad ordini professionali, esponenti del mondo cooperativo e del credito. Accolti tutti dal saluto iniziale rivolto ai partecipanti da Silvio Bertoldi, presidente della Sant’Orsola che ha organizzato il convegno di concerto con le tre sigle maggiormente rappresentative, Cia Agricoltori Italiani Trento, Coldiretti Trento e Confagricoltura del Trentino.

“Supportiamo con grande entusiasmo iniziative come queste, perché essere consapevoli su temi fiscali e di accesso al credito permette alle cooperative e ai loro soci e socie, di trovare le soluzioni migliori per sé e per il sistema di cui fanno parte – ha detto Roberto Simoni, presidente della Federazione trentina delle Cooperative – in più, la presenza del viceministro Leo consente mette in luce scenari utili a capire la direzione del legislatore su temi che condizionano in maniera importante il nostro modo di fare impresa”.

L’intervento del viceministro Leo

Nel suo intervento, il viceministro Leo ha preannunciato il varo di ulteriori decreti attuativi in materia fiscale, già a partire dal prossimo Consiglio dei ministri. Tra i punti salienti della riforma che sta elaborando, ha garantito un carico fiscale più leggero per consentire alle aziende agricole e agroalimentari di recuperare risorse da investire in occupazione e modernizzazione. In particolare, ha tratteggiato le quattro direttrici seguite nello scrivere i decreti attuativi della  Delega fiscale: l’evoluzione delle attività agricole e le innovazioni introdotte, la ridefinizione delle attività produttive concorrenti a formare il reddito agrario, la digitalizzazione e le agevolazioni a favore di chi, godendo di basso reddito pensionistico, si dedica alle attività di coltivazione.

Il viceministro Maurizio Leo

Le tre associazioni di categoria intervenute hanno sottolineato le peculiarità dell’agricoltura del Trentino, punteggiata da piccole aziende di montagna che necessitano di misure dedicate. Tra le richieste avanzate la semplificazione dell’apparato burocratico e degli adempimenti fiscali a carico delle aziende e la necessità di mantenere le aliquote agevolate a favore del settore, in modo da consentire all’agricoltore di continuare a lavorare sul territorio. E semplificazione anche nell’accesso al credito, per evitare crisi di liquidità nelle imprese.

Nello specifico è entrato Massimo Bagnoli, vicepresidente della Fondazione Tosoni sottolineando alcune novità di rilievo. L’istituzione di un fondo apposito per le emergenze in agricoltura generate da eventi non prevedibili, l’introduzione di nuove classi e qualità di coltura per tenere conto dei più evoluti sistemi di coltivazione, come, ad esempio, le vertical farm e le coltivazioni idroponiche, il riordino del regime impositivo su base catastale, le attività di carbon farming assoggettate a regime semplificato.

Una nuova figura di imprenditore agricolo

Gianfranco Ferranti (coordinatore della commissione Irpef e Ires del comitato tecnico per la riforma tributaria e docente alla scuola nazionale di amministrazione) ha argomentato sul rafforzamento degli strumenti a disposizione dei contribuenti per acquisire certezza anticipata sulla correttezza dei propri comportamenti fiscali, anche al fine di prevenire, prima ancora di reprimere, eventuali illeciti in materia tributaria. Si tratta di un rafforzamento di fatto della carta del contribuente nella sua prassi materiale.

Nicola Caputo (responsabile nazionale area fisco di Confagricoltura) ha posto l’attenzione in modo particolare alle attività di produzione di energia pulita da parte del mondo agricolo, chiedendo che esse siano fatte rientrare in quelle annesse per ottenere specifiche agevolazioni. Ciò in riconoscimento dei benefici generali che esse producono. Dal canto suo Gennaro Vecchione (responsabile nazionale del servizio tributario e fiscale di Coldiretti) ha chiesto, tra l’altro, che la legge Delega fiscale faccia chiarezza nel settore della cessione dei diritti di superficie.

Il tema del passaggio generazionale

Il passaggio generazionale in agricoltura è stato al centro dell’intervento di Alessandra Caputo (componente del comitato scientifico della Fondazione Tosoni). Ha analizzato nel dettaglio gli strumenti disponibili, diversi tra loro e delicati anche perché la scelta tra l’uno o l’altro avviene in momenti del tutto particolari della vita delle società agricole o dei singoli imprenditori. Il trasferimento dell’azienda al fine di realizzare il passaggio generazionale in agricoltura segue da un lato le medesime regole che si adottano per le imprese commerciali, ma dall’altro deve tener conto delle agevolazioni fiscali specifiche del settore. Gli strumenti da utilizzare possono essere quelli della cessione o della donazione, usufruendo, in quest’ultimo caso, della esenzione da imposta di donazione oppure del conferimento di azienda.

S’è addentrato nel tema del ristorno con grande accuratezza e precisione Gianni Allegretti (presidente della Fondazione Tosoni), nel labirinto di leggi, sentenze, pareri espressi nel corso degli anni da organismi diversi. Ha tratteggiato un quadro d’insieme dell’istituto con particolare riferimento alle cooperative di conferimento di prodotti agricoli che, proprio in tema di ristorno, presentano particolarità uniche che le differenziano da tutte le altre. Infatti, mentre la riforma si è limitata a stabilire l’obbligo di prevedere nello statuto i criteri per la ripartizione ai soci del ristorno, per la sua definizione e corretta contabilizzazione e allocazione nel bilancio ci si deve rifare alla giurisprudenza, ai pareri espressi dalla commissione centrale della cooperazione presso il ministero competente e, da ultimo, in ordine di tempo, all’Oic.

Gabriele Barichello (responsabile ufficio legale e sindacale della Federazione trentina delle cooperative) ha ricordato la forza del sistema cooperativistico trentino, che, ha segnalato, diventa sistema per l’interrelazione degli attori coinvolti e per la presenza di numerose società a servizio di tutti i portatori d’interesse cooperativi, nonché per l’omogeneità delle politiche di gestione che hanno garantito, di riflesso, una crescita omogenea del territorio.

Ultimo, ma certo non per importanza, l’intervento di Giuseppe Savastano (Gruppo Cassa centrale banca, area politiche agricole industriali). La fiscalità e gli adempimenti conseguenti, rappresentano una delle chiavi di accesso al credito, ha ricordato, insieme al progetto imprenditoriale che deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

In un momento di incertezza come quello attuale è fondamentale perseguire la sostenibilità come obiettivo principale delle imprese, ha detto, in quanto essa rappresenta l’elemento determinante per accedere alla maggior parte delle agevolazioni previste dal Pnrr, a quelle previste dalla Politica agricola comune e da altre misure nazionali.

Fonte: Sant’Orsola

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