Piccoli Frutti

Piccoli frutti, dalla coltivazione alla difesa

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Autore Redazione

Una 80ina di spettatori in diretta streaming per l’aggiornamento tecnico FEM. Il punto della ottava giornata tecnica

Il primo aprile scorso si è tenuta l’ottava edizione della giornata tecnica dei piccoli frutti organizzata dalla Fondazione Edmund Mach (FEM). All’incontro hanno partecipato in diretta streaming una 80ina di tecnici e produttori del settore che hanno avuto l’opportunità di approfondire alcune esperienze condotte dai tecnici e ricercatori FEM in relazione alla gestione agronomica e della difesa fitosanitaria verso alcuni insetti.

L’evento è stato organizzato al Centro Trasferimento Tecnologico e ha visto intervenire in apertura il direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri, con la moderazione di Tommaso Pantezzi, responsabile dell’Unità frutticoltura e piccoli frutti. Sono dunque seguiti gli interventi di Gianpiero Ganarin, Lorenzo Tonina, Alberto Grassi e Gastone Dallago che hanno affrontato diversi argomenti di attualità per il settore.

Potenzialità produttive di alcune varietà di fragola unifere

La coltivazione di fragola negli ultimi anni si è indirizzata verso l’utilizzo di varietà rifiorenti che all’interno della azienda possono essere affiancate dalla coltivazione di quelle unifere per razionalizzare i momenti di raccolta. Per questo motivo è stata organizzata una prova sperimentale mettendo a confronto ottava varietà unifere di recente introduzione sul mercato con le cultivar tradizionali come Elsanta e Sibilla. Sono state presentate le principali caratteristiche varietali come l’epoca di maturazione, i livelli produttivi e qualitativi dei frutti, e l’analisi dei composti volatili.

Antonomo della fragola, pressione crescente negli ultimi anni

Sono stati presentati i risultati aggiornati della sperimentazione su antonomo della fragola, fitofago che da alcune stagioni mostra una pressione crescente verso questa coltura, tanto da superare in alcune realtà il danno da Drosophila suzukii. La mancanza di insetticidi efficaci ha spinto la ricerca di forme alternative di controllo, tramite un approccio integrato con l’uso di feromoni attrattivi, la rimozione dei boccioli attaccati, lo sfalcio della flora ospitante, pratiche che si sono dimostrate utili a ridurre il danno sui frutti delle varietà rifiorenti.

Lotta alla Drosophila suzukii, Ganaspis brasiliensis insediato nel 50% dei siti di rilascio

Nella relazione su Drosophila suzukii sono stati presentati i risultati del monitoraggio della popolazione nel corso del 2021, evidenziando come il volo sia stato uno dei più bassi degli ultimi anni, sia per l’andamento climatico favorevole che per i primi effetti dell’attività di contenimento del parassitoide Leptopilina japonica, rinvenuto frequentemente durante i monitoraggi. Sempre nel corso del 2021 sono iniziati i lanci dell’altro parassitoide alloctono Ganaspis brasiliensis, e dalle prime osservazioni è emersa una elevata capacità di parassitizzazione verso Drosophila suzukii e la conferma del suo insediamento nel 50% dei siti di rilascio, già dal primo anno, su bacche di specie spontanee. Per quanto riguarda le tecniche di difesa, si è puntata l’attenzione sull’uso di piante trappola per poter integrare la lotta chimica, con incoraggianti risultati.

Centro di Saggio: punto sull’attività e risultati delle prove

Il settore dei piccoli frutti ha sempre cercato di affrontare la difesa dalle avversità in modo integrato ricorrendo frequentemente all’uso di insetti utili, di molecole a basso impatto e all’integrazione con tecniche agronomiche, anche per la mancanza di prodotti registrati per queste colture rispetto a quanto è disponibile per altre specie più diffuse. Nell’ultimo decennio, numerose sono state le attività svolte dal Centro di saggio della Fondazione Mach, vista la diffusione di queste specifiche colture in provincia di Trento, per testare anche sui piccoli frutti prodotti fitosanitari a ridotto impatto per la gestione di specifiche avversità. Nella relazione sono stati illustrati alcuni esempi significativi dell’attività sperimentale del Centro di saggio.

Fonte: Fondazione Edmund Mach

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