Pannelli contro cibo. Un cambio che non dovrebbe esistere visto che si è evoluta la tecnologia dell’ agrovoltaico fino a far convivere produzione agricola ed energetica. A Piombino si è arrivati a un accordo, anche se non accontenta tutti, su un investimento da 30 milioni per far nascere accanto alla società energetica una agricola. In Kenia si è visto che i cavoli crescono meglio sotto l’ombra dei pannelli. In Molise invece si punta su un impianto a terra che sta portando alla sollevazione degli imprenditori agricoli della piana di Venafro, in provincia di Isernia.
Fuori i contadini, dentro i pannelli
La rivendicazione è stata sposata da Coldiretti che denuncia un approccio senza se e senza ma: abbandonare la coltivazione di cibo in cambio dell’affitto del terreno. Uno spopolamento rurale indotto dai campi fotovoltaici secondo l’associazione che si è fatta sentire in Regione. Una lettera firmata dal delegato confederale, Giuseppe Spinelli, e dal direttore regionale, Aniello Ascolese, indirizzata al presidente della Regione Donato Toma e agli assessori all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, e alle Politiche energetiche, Quintino Pallante. Duri i toni, molto allarmati: “Per i possibili nefasti sviluppi di una vicenda che al momento in pochi conoscono”.
L’associazione: “Il miraggio di un guadagno effimero”
“Negli ultimi giorni – scrivono Spinelli e Ascolese – stiamo ricevendo notizie, da parte di nostri soci, imprenditori agricoli, operanti nella piana di Venafro, di offerte di affitto per terreni avanzate da rappresentanti di società che operano nel campo della produzione di energie rinnovabili. Così, dietro il miraggio di un cospicuo, quanto effimero, guadagno, gli imprenditori sono invitati ad abbandonare la produzione di cibo in nome di quella energetica, installando sui propri terreni impianti fotovoltaici a terra”.
Offerta di affitti esorbitanti: “Si distorce il mercato”
“Si consideri – evidenziano i dirigenti di Coldiretti – che nel 2021, in Molise, la produzione energetica da fonti rinnovabili è risultata già più del doppio rispetto ai consumi totali”. Non trascurabile è, inoltre, il fatto che “le proposte che vengono avanzate ai proprietari dei terreni contengono offerte economiche esorbitanti, tali da causare una vera e propria distorsione del mercato degli affitti, causando danni indiretti a moltissime aziende che lavorano nel vasto comprensorio venafrano”. Insomma c’è il rischio di minare il tessuto sociale delle comunità agricole.
Il fotovoltaico? “Sui tetti”
Non è no a prescindere quello espresso degli agricoltori molisani. Va benissimo il fotovoltaico, va bene l’energia pulita e rinnovabile, ma gli impianti vengano collocati sui tetti delle aziende. “A livello nazionale si è agevolata l’emanazione del bando Agrisolare, uno strumento finanziario che supporta le aziende che vogliono rendersi il più possibile autonome dal punto di vista energetico senza sacrificare suolo coltivabile”. Una posizione condivida anche da numerosi comuni molisani che hanno deliberato contro gli impianti a terra.