In alcuni settori, logistica in primis, da qualche tempo è guerra aperta tra uomo e macchina: nei magazzini i robot stanno sostituendo l’uomo, soprattutto nei lavori gravosi e ripetitivi. In termini di efficienza non c’è partita: i robot non si stancano, non sbagliano e non si lamentano. Oltretutto, sembra impossibile, imparano: gli esperti in materia stimano che, entro il 2050, grazie all’intelligenza artificiale, i robot saranno in grado di scrive un best seller e di compiere operazioni chirurgiche in autonomia. Con queste premesse, non stupisce che anche nel settore agricolo l’innovazione tecnologica stia facendo passi da gigante, basti pensare a tutto quanto concerne l’agricoltura di precisione, l’utilizzo di droni e via discorrendo. D’altro canto, le premesse perché l’automazione in agricoltura sia una storia di successo ci sono tutte: i campi sono il luogo più sicuro per testare la guida autonoma, la manodopera sta diventando una rilevante criticità.
In questo scenario, in Spagna, la start-up Agrobot da dieci anni ha iniziato a sviluppare un robot per la raccolta automatizzata delle fragole. La velocità di raccolta e la localizzazione visiva dei frutti sono le grandi sfide dichiarate. E la consistenza delle superfici?
Agrobot, il robot che raccoglie i piccoli frutti
Il robot di Agrobot è progettato per raccogliere, in autonomia, la frutta, in particolare fragole. Le dimensioni sono imponenti: è alto 2,5 metri, è largo 7. Grazie all’intelligenza artificiale e ai sensori a infrarossi determina, in tempo reale, il grado di maturazione dei frutti e si attiva per raccogliere quelli pronti con i 24 bracci robotizzati di cui è dotato, ognuno dei quali è completamente indipendente dall’altro. Funziona così: i bracci prendono lo stelo e lo tagliano, poi ripongono i frutti nei contenitori per il successivo imballaggio. Il robot di Agrobot può raccogliere circa 8 ettari in 3 giorni e, secondo l’azienda che lo progetta, è adatto sia per la raccolta in pieno campo, sia in serra. Quanto all’efficienza di raccolta, a oggi il robot può raccogliere fino all’80% delle fragole in campo, ma la media sembra essere il 50 o il 60%, dipende dalla disposizione delle fragole: se sono visibili il robot è chiaramente più efficiente. Ne consegue che, per migliorarne l’efficienza, dovranno essere ripensate le pratiche di coltivazione. In altre parole, come rilasciato dall’azienda, per migliorarne l’efficienza, si dovranno adattare le piante al robot e il robot alle piante. Un altro tema è legato all’igiene e alla sicurezza degli alimenti: al fine di ridurre al minimo il contatto tra il braccio di raccolta e la fragola, il robot raccoglie lo stelo e non tocca il frutto, il che evita anche possibili ammaccature.
Qualche limite ancora c’è
Il robot, al momento, è ancora in forma prototipale, ma secondo le previsioni dall’azienda, potrebbe essere disponibile sul mercato entro due anni. A patto che siano risolti alcuni limiti. Il primo riguarda la velocità di raccolta. Se, infatti, quella umana è stimata (in California, dove il robot viene testato dal 2015) in 1,2 secondi per fragola, quella del robot, dopo una serie di prove e adattamenti, oggi è di 5 secondi per fragola. Potenzialmente il robot potrebbe essere più veloce, ma i test a 3 secondi per fragola hanno evidenziato una problematica rilevante: il robot, a quella velocità, lascia cadere i frutti. L’altra criticità potrebbe essere quella delle estensioni – si adatta anche a piccole superfici? – ma l’azienda è convinta che il robot possa essere adattato a qualsiasi spaziatura di fila o configurazione dell’azienda agricola. Naturalmente poi si dovranno verificare i costi e il ritorno dell’investimento.
Chi vincerà, in campo, la sfida uomo-macchina in campo?