Furti nel retail. Costano 96 miliardi di euro nel mondo

I furti pesano 1,29% delle vendite nel retail. In Italia valgono 3,4 miliardi di euro

Furti ad opera di clienti, criminalità organizzata e dipendenti, ma anche frodi da parte dei fornitori ed errori amministrativi. Tutte queste variabili concorrono a stabilire il costo delle differenze inventariali nel retail e, quindi, mostrano quanto i furti incidano rispetto alle vendite complessive. Secondo l’ultima edizione del “Barometro Mondiale dei Furti nel Retail”, promosso da un fondo indipendente di Checkpoint Systems, Inc. – leader mondiale per le soluzioni di disponibilità della merce nel settore retail che comprendono la prevenzione delle perdite e la visibilità della merce – e condotto da The Smart Cube, in collaborazione con Ernie Deyle, analista della prevenzione delle perdite nel Retail, il costo delle differenze inventariali è stato di oltre 96 miliardi di euro a livello globale, pari all’1,29% delle vendite nel retail.

I dati, raccolti attraverso interviste telefoniche e on-line condotte in 24 paesi con 222 Operatori che hanno generato complessivamente 560 miliardi di euro di vendite nel 2013, mostrano come le differenze inventariali siano in diminuzione in molti Paesi, per esempio in Giappone, Norvegia e Regno Unito, e in aumento in altri, come Cina o Messico.

In Italia le differenze inventariali sono in diminuzione rispetto allo scorso anno per merito degli investimenti nella prevenzione (lo studio stima più di 2,5 miliardi di euro investiti in questo settore) e rappresentano l’1,09% delle vendite, per un valore pari a 3,1 miliardi di euro di perdite annue per gli esercenti ed una maggiore spesa di circa 94 euro a persona. Nel nostro Paese oltre il 75% delle differenze inventariali siano da attribuirsi a furti, compiuti dai clienti per un 53,4% e dai dipendenti per il 22%. Seguono gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi da parte dei fornitori (8,3%).

Ma quali sono le merci più rubate nel retail? Sia in Italia che nel resto d’Europa il comune denominatore e la facilità di nascondere la merce e la conseguente possibilità di rivendita. In testa troviamo i generi alimentari (vini e superalcolici al primo posto, poi carne fresca e formaggi), il settore del Fashion ( giubbotti in pelle, calzature ed accessori moda) e l’Health&Beauty (prodotti per il trucco, creme per il viso, lamette). Non mancano, ovviamente, I-Phone, smartphone e videogames che continuano ad essere tra i prodotti globalmente più rubati.

L’identikit del taccheggiatore stilato dallo studio ci dice che il 65% di chi ruba merce nel retail ha un’età compresa tra i 18 e 45 anni nel mondo, mentre in Italia la fascia si concentra soprattutto tra i 30 e 45 anni. Infine, lo studio mostra come i furti da parte dei clienti sono effettuati soprattutto nei negozi specializzati in prodotti di bellezza ed alimentari, principalmente superstore e discount, mentre quelli ad opera dei dipendenti si verificano soprattutto nei negozi di elettronica e di articoli sportivi.

Crediti foto: www.globalretailtheftbarometer.com

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