Ancora numeri, a fornire base matematica a ciò che da più parti viene già denunciato: la filiera italiana, macchinosa e lunghissima, scarica sui consumatori un ricarico gravosissimo sui prodotti agro-alimentari.Viene dal Quadro di Sintesi dell’ultimo bollettino statistico della Banca d’Italia il numero che tutto riassume: 200%. E’ il “ricarico totale” che un prodotto della terra subisce per passare dal campo alla tavola, mediamente.Passando direttamente dal produttore al consumatore le statistiche dicono che si possa risparmiare, subendo “solo” un ricarico dell’80%. I numeri della Banca d’Italia dicono che la differenza tra il prezzo alla produzione e quello all’ingrosso è in continua crescita, restando sempre sopra il 100%: era del 113,1% nel 2005, diventando del 120,7% nel 2007, contro un valore che in Spagna e in Francia è del 60%. Purtroppo da noi i passaggi sono ancora tanti: solo il 40% della GDO acquista direttamente alla produzione.Altra voce importante sono le spese di trasporto: essendo in Italia quasi esclusivamente su gomma, i costi logistici incidono per il 30-35% sul prezzo finale.Da Via Nazionale si punta il dito contro la miniaturizzazione dei mercati all’ingrosso italiani: tanti, piccoli, e con orari di apertura minimi. In poche parole, in Italia fatica a svilupparsi una sana ed virtuosa concorrenza.
Filiera lunga, quanto mi costi!
La Banca d’Italia parla di un 200% di ricarico dal campo alla tavola
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