Ingrosso

I mercati all’ingrosso studiano: due ricerche per cambiare

Le indagini di Fedagro e Italmercati sulle criticità e gli scenari futuri delle piattaforme ortofrutticole

I volumi scambiati negli ultimi 20 anni nei mercati ortofrutticoli si sono ridotti, c’è un problema di ricambio generazionale con i giovani poco interessati a un lavoro notturno (fra il 2001 ed il 2010 l’ingresso di nuove professionalità è calato in modo considerevole), i mercati più piccoli a livello provinciale vengono chiusi, ma c’è chi chiede di puntare su piattaforme di livello regionale per concentrare le forze.

I segni e i mutamenti non sono tutti negativi oltre queste criticità nell’ultimo studio di Fedagro, presentato durante la Giornata del grossista, si legge che il “53% delle aziende intervistate ha dichiarato di essere cresciuto dal 2019 al 2023. Un 16% di aziende in crescita leggera. Soffre il 9%”.

Le classiche luci e ombre, ma il dato evidente e che i mercati vogliono reagire. E si parte dallo studio e dall’analisi. All’interessante indagine di Fedagro si somma quella di Italmercati che verrà presentata il 4 giugno a Roma insieme a Ismea.  Appuntamento alle 10:00 al Cnel (viale Lubin 2, Roma) per il rapporto I mercati all’ingrosso nella filiera agroalimentare.

Tante trasformazioni. C’è bisogno di capire il presente e anticipare il futuro

E’ positivo questo stimolo allo studio in tempi di grandi cambiamenti dove uno dei termini e concetti più sentiti è quello di permacrisi. Un fenomeno che ha visto in una manciata di anni il susseguirsi di eventi non ordinari: una pandemia, conflitti che hanno toccato gli snodi internazionali del commercio globale, una guerra alle porte di casa, i cambiamenti climatici con una molteplicità di eventi estremi che rendono ardua  la tradizionale programmazione dei produttori e determinano una maggiore insicurezza nelle dinamiche di mercato.

Il settore, dalla politica ai diversi attori della filiera, non è stato fermo. C’è voglia di reagire come si legge anche nello studio di Fedagro commissionato a Omnibus : “La maggior parte del campione ritiene necessario un rafforzamento ulteriore della categoria e del suo ruolo attraverso l’innovazione nei servizi e nei prodotti (30%), il miglioramento della qualità (16%) e il controllo dei costi (16%)”. Vietato restare fermi.

Non conosciamo ancora il contenuto dello studio di Italmercati ma nell’invito alla presentazione si legge di “un’analisi aggiornata del ruolo economico, caratteristiche e servizi offerti dai mercati all’ingrosso italiani, nel loro importante ruolo di hub, essenziale nella distribuzione dei prodotti agricoli e alimentari freschi, nel rispetto dei requisiti di sicurezza alimentare e nel mantenimento di una catena di approvvigionamento sostenibile”.  Il dato è comunque chiaro: l’evoluzione verso nuovi servizi offerti dagli operatori.

Digitalizzazione  e sostenibilità

L’innovazione ha necessità di risorse per stimolare i necessari processi di digitalizzazione e sostenibilità. Anche qui si è partiti per tempo, si spera di accelerare nella realizzazione concreta e nella messa a terra ma dallo studio di Italmercati si dovrebbero avere delle prime risposte, con l’Unione europea veloce nell’offrire con il Pnrr le risorse finanziare per la transizione. In concreto soldi per rendere più funzionale la logistica dei mercati, migliorare i servizi e soprattutto dare una spinta alla digitalizzazione e alla sostenibilità attraverso gli investimenti nelle energie rinnovabili che permettono di ridurre una parte importante dei costi di gestione.

Hub e piattaforme multicanale

Non più solo mercati ma come dicono a Italmercati gli hub o come si legge nello studio di Fedagro: “un cambiamento di queste strutture in veri e proprie piattaforme multicanale con servizi aggiuntivi ed un focus sulla logistica”. Anche perché cambiano i clienti e le modalità con cui vengono serviti: “Crescono i rapporti con l’horeca e con la Gdo attraverso l’offerta di nuovi servizi: al primo posto selezione e stoccaggio, al secondo posto la frigoconservazione ed al terzo posto consegna diretta al cliente”.

Più importanza all’ultimo miglio

L’ultimo miglio assume maggior valore, ma i centri urbani per tutelare la salute dei cittadini vietano o rendono sempre più costoso l’ingresso e il transito. Serve una conversione in elettrico dei veicoli e la necessaria infrastruttura di ricarica nei mercati.  Insomma l’innovazione tocca quasi tutti gli elementi che compongono il sistema.

Valentino Di Pisa, presidente di Fedagro, ha sintetizzato gli elementi  del “cambiamento culturale profondo” necessario ovvero: “Passaggio all’orario diurno di lavoro, razionalizzazione del sistema dei mercati, investimenti sulla logistica e sui servizi aggiuntivi a favore dei clienti. Queste le direttrici necessarie su cui incentrare un processo di modernizzazione e di rilancio con l’obiettivo di innescare un cambio di passo dell’intero settore che possa far fronte alle importanti sfide che ci riguardano, come il ricambio generazionale, la sostenibilità o il tema delle pratiche sleali commerciali’.

C’è tanto lavoro da fare, gli esiti sono tutti da scoprire, ma è evidente la volontà di innovazione. Si inizia dallo studio per poi passare all’azione.

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