Pesa la riduzione dei consumi, ma l’andamento di alcuni prodotti ortofrutticoli va oltre la dinamica macroeconomica. Myfruit.it ha documentato i problemi alla produzione dei limoni, i grossisti confermano il dato di un mercato fermo su questa referenza. Un disastro.
Tempo di fragole, si vendono anche con buoni prezzi ma perché l’offerta non è altissima. Le clementine sono soprattutto straniere e con buone quotazioni. Sulle arance si attendeva una campagna migliore. Sempre sostenute cipolle e patate.
A Udine con Pavan: “Contrazione dei consumi per il minore potere d’acquisto”
Al mercato di Udine si aspetta la primavera perché finora si è lavorato poco. Analisi di Giuseppe Pavan, presidente Fedagro Udine e vicepresidente nazionale dell’associazione, che sottolinea a myfruit.it: “La diminuzione del potere d’acquisto incide su tutta la filiera. Speriamo con il bel tempo di cambiare le proiezioni sulle percentuali dei consumi”. Vanno bene le fragole, in particolare dalla Basilicata: “Anche perché l’offerta non è continua e il mercato si difende sui prezzi. Ma in una situazione di normalità produttiva il mercato riuscirebbe ad assorbire tutto il prodotto?”. Le quotazioni per il prodotto migliore superano i 5 euro il chilo.
Disatro limoni travolti da un insolito destino
Capitolo agrumi. “Si sperava in una campagna migliore per le arance, ora ci sono tante varietà anche con calibri maggiori. Sui limoni non ci spieghiamo la mancanza di una cadenza naturale di consumo. Un fenomeno che tocca il prodotto di importazione, il siciliano, quello della Costiera. Non riusciamo a capire la situazione. Un anno molto difficoltoso, mai registrata una dinamica di questo tipo“.
Passiamo alle verdure: “I prezzi nel complesso non sono alti, direi accettabili. I cavoli, per fare un esempio, presentano valori negativi ma recuperiamo la media di prezzo il lunedì e il venerdì”.
Si lotta al mercato, ma lo sguardo è al futuro. Il mercato ha milioni da spendere grazie alla buona posizione nella graduatoria nazionale del Pnrr dedicata a migliorare le infrastrutture. “Oltre ad una adeguata refrigerazione, si lavora alla digitalizzazione e alla logistica. Ci saranno dei lavori condizionati dalle tempistiche del bando, ma andremo verso una situazione positiva. Siamo molto attenti e stiamo seguendo ogni passaggio con il presidente di Udine Mercato, Alberto Sbuelz“.
A Bergamo le clementine spagnole, marocchine e israeliane
Carlo Garletti, presidente Fedagro Bergamo e imprenditore dell’azienda Garletti, offre a myfruit.it una panoramica sulle dinamiche di mercato. Non è tempo di grandi vendite: “Stiamo aspettando le drupacee, ma la strada è ancora lunga”. Vediamo gli agrumi. “Le clementine si stanno vendendo bene con origine Marocco e Spagna. Gli spagnoli si dimostrano sempre attenti e sensibili alle richieste del mercato. Anche il nostro Sud studia e si sta investendo in impianti per competere con gli spagnoli, In attesa delle pesche c’è una buona richiesta di clementine”.
Arance: il prodotto nazionale vince quello egiziano
Arance? “C’è un buon equilibrio qualità prezzo buono. Il premium si vende sempre, ma non si può andare troppo in alto con le quotazioni perché si fermano le vendite”. Si parla tanto di prodotto egiziano? “Socchiusa la porta per l’Asia gli egiziani sono scatenati per poter smaltire il prodotto. Io non ho ancora iniziato perché troppo importante l’origine nazionale che assicura una migliore qualità. Si cambia quando manca la merce nazionale, per determinate pezzature o per servizi particolari”. Tempo di fragole? “Si stanno cominciando a vedere con consumi che seguono gli andamenti climatici, ancora non ci siamo con i volumi. Le recenti perturbazioni non hanno aiutato i consumi al nord e la produzione al sud”.
Zucchine a 1,50/2 euro, asparagi dai 5 agli 8 euro
E’ stagione anche per gli asparagi “che sono termo sensibili, si è ritardata la crescita. Quotazioni dai 5 agli 8,5 euro il kg conforme alla qualità. A Bergamo si vende il verde”. Gli altri ortaggi? “Altalenanti le zucchine, ora a 1,50/2 euro il kg per roba buona. I pomodori a grappolo quotano 1,20/150 secondo la qualità”.
Il listino della frutta secca: piccolo fermento per le noci
Arriva la primavera e la frutta secca è in contrazione, ma “siamo nella normalità”. Parole di Marco Zaniboni, operatore dell’azienda Laffi Giorgio al Caab di Bologna, che presenta le dinamiche sulla frutta secca a myfruit.it. “E ‘ tempo di legumi non solo secchi ma anche conservati. C’è un timidissimo fermento per le noci con guscio. La Lara francese è quasi finita”. La nocciola? “Il solito tran tran. Quotazioni a 4,50 euro il kg per le crude, un euro di differenza con le tostate. Origine statunitense. Le sgusciate in gran parte sono italiane e arrivano fino a 10/11 euro e 12/12,5 euro il kg le tostate”
Capitolo pistacchi. “Vanno benino. Origine californiana, quotazione tra i 12/14 euro, dipende dal calibro e dal marchio. Ventura si vende bene perché conosciuto e riconosciuto. Gli anacardi si stanno inserendo nella dieta soprattutto del Vietnam. Con i fichi siamo alla fine anche perché c’è poco prodotto. C’è richiesta di datteri per il Ramadan, ma con meno richiesta probabilmente si stanno creando altri canali. Timido risveglio delle prugne secche con maggiore consumo. Si vendono tra i 6 euro con nocciolo e 7/7,50 euro il kg le denocciolate. Non sono più i 4 euro di una volta quando i consumi erano maggiori”.
Cipolle sempre sostenute: anche a 1,50 le bianche e le rosse, dorate tedesche a 70/80 cent
Iniziamo dalle cipolle piatte bianche, le Margherita Igp superano i 3 euro a Milano. Senza bollino a Padova, il calibro 40/60 prima categoria, quotano 1,90 euro il kg, il calibro 50/70 origine Campania si vende a 2,10 euro il kg. A Roma il 40/60 tocca 2,80 euro il kg. Poi Torino (2,40), Treviso (2,80), Verona (2,20).
Le cipolle tonde bianche in sacchi e casse sono abbondantemente sopra l’euro con una media che oscilla tra 1,30 e arrivano a toccare 1,50 euro il chilo. Vediamo alcuni mercati: Torino (1,20/1,40), Rimini (0,80/1,70), Padova (1,50/1,60), Firenze (1,40/1,50).
Con le dorate si scende di qualche decina di centesimi. Alcune quotazioni: Verona (1/1,10 euro il kg) per l’origine italiana mentre la tedesca si ferma a 0,80 euro come a Torino il prodotto tedesco in media si vende a 0,75 euro il kg come a Padova mentre a Firenze si oscilla da 0,90 a 1 euro. A Bergamo l’origine francese quota 0,70 euro il kg. A Roma l’origine tedesca si vende a 0,70 e quella italiana a 1,10 euro il chilo.
Infine le rosse in media quotano 1,20/1,40 euro il kg. L’origine italiana: Firenze (1,50), Padova (1,30), Treviso (1,30). A Verona il prodotto francese quota in media 1,40 euro il kg come a Torino (1,35).
Patate da 0,60 a 1 euro il kg, novelle da Egitto e Cipro intorno e sopra l’euro
Da 50 cent a oltre l’euro il kg. Questa la forbice di prezzo per le patate a polpa gialla. Prodotto da Germania, Francia, Olanda, Egitto e Italia. Vediamo il mercato di Bergamo: ( Italia 1, Olanda 0,70, Germania 0.50, Francia 0,55). A Verona le patate novelle egiziane a 0,85 euro il kg, quelle di Cipro a 1,05 euro. A Torino l’origine italiana a 0,75/0,80 euro, olandese a 0,75, tedesca 0,65, egiziana 0,75.
Listino esotico: Avocado soprattutto da Israele dai 4 ai 5 euro
Sempre più origine Israele per l’avocado della varietà Hass, ma c’è anche il prodotto peruviano. Ecco le quotazioni medie che non si discostano da quelle della settimana scorsa: Torino (Israele 4,70 euro il kg), Verona (Israele 3,80), Padova (Perù 4,85), Firenze (Israele 4,75), Rimini (Israele 5,10).
Il passion fruit dalla Colombia è al rialzo rispetto alla settimana scorsa. In media quota dai 5 ai 6,50 euro il kg. Alcuni mercati: Verona (4,70), Torino (5,30), Rimini (7,50), Padova (6,80). La papaia brasiliana poco sopra i 4 euro.
Meloni da Brasile e Costa Rica, melagrane da Turchia
I gialli invernali sono in gran parte origine Costa Rica e Brasile mentre la quotazione media varia da 1,50 euro il kg fino a 1,80. Non mancano le melagrane ma con quote in diminuzione con quotazione media oltre i 2 euro il kg con origine Turchia.
Uve peruviane e sudafricane
Gli italiani consumano le uve dodici mesi l’anno. I fornitori nei mesi invernali sono Perù e Sudafrica. Quella peruviana bianca senza semi è in diminuzione rispetto alla settimana scorsa quando in alcuni mercati ha raggiunto i 6 euro il kg. Alcune quotazioni: Firenze (Sudafrica 4,50 euro), Padova (Padova 3,70), Cesena (Sudafrica 5). Sotto i 4 euro la varietà rosata Red globe.
Dal Sudafrica ancora senza semi con la varietà Sugraone con quotazioni anche qui sotto i 4 euro il kg: Torino (3,40/360), Verona (3,50/3.80), Napoli (3,40).
Kiwi giallo sopra i 5 euro
Buone le quotazioni del kiwi giallo di origine italiana a marchio Zespri che nella gran parte dei mercati supera i 5 euro il kg. Sulla varietà verde c’è anche origine greca con il 110/120 grammi sui 2 euro. Il 120/130 grammi registra il prodotto greco poco sopra i 2 euro, l’origine italiana abbondantemente sopra i 2 e verso i 3 euro. Infine Zespri supera anche i 4 euro il chilo.