Nettarine e pesche dal Cile, angurie dalla Mauritania, meloni da Marocco, Senegal o dalla Guadalupa. Queste le novità dei mercati all’ingrosso dove è anche tempo di asparagi e fragole mentre cala il prezzo degli ortaggi con la zucchina che nei mercati di produzione non supera i 0,60 euro il chilo. Tengono il prezzo peperone e pomodoro a grappolo. Soffrono ciliegino e datterino. Prezzi buoni per i calibri piccoli delle arance e per quelle grandi delle pere Abate.
A Rimini il turismo traina i consumi di frutta
Al mercato di Rimini Alessandro Marchese, presidente Fedagro Rimini, fotografa una situazione di buon andamento grazie al turismo: “I locali dal mercoledì alla domenica sono sempre pieni”. Non siamo ancora in stagione, ma “dalla ripresa post pandemia abbiamo una presenza costante. Italiani più tanti svizzeri e tedeschi grazie a una città che offre anche eventi di richiamo culturale”.
E si lavora meglio, anche con consumi differenziati: “Il fine e inizio settimana abbiamo temperature sui 20/25 gradi e si inizia a intravedere una attenzione di tutti i locali aperti. La fragola la fa da padrona. In particolare l’origine Basilicata con quotazioni da 3,5/4 euro il kg, mentre la Candonga quota 4,5/5 euro”.
Nettarine e pesche cilene, angurie dalla Mauritania
In una piazza come Rimini vanno anche le primizie di importazione: “Le nettarine e le pesche cilene lavorate le vendiamo a 4,5 euro il kg e sono di buona qualità”. Poi le angurie: “Arrivano dalla Mauritania e quotano 1,5 euro il kg, i meloni Charentais marocchini a 3,70 euro e quelli dell’azienda Philibon dalla Guadalupa a 5 euro. Un articolo premium”. Continua l’attenzione sugli agrumi: “Le arance bionde da 0,80/0,90 per i calibri piccoli fino a 1,20/1,30 per quelli più grossi mentre il Tarocco parte da 1,40 per il calibro 9 e supera i 2 con quelli più grossi. In calo gli ortaggi, sia sulle vendita sia sui prezzi”.
I prezzi nel mercato di produzione di Vittoria in Sicilia
Il prodotto non manca, ma la richiesta non è altissima. Sono calati i prezzi soprattutto per le zucchine che come spiega l’imprenditore Giuseppe Zarba, presidente Fedagro Vittoria, “non si vende oltre i 0,60 euro il kg più cassa e franco partenza”. Il mercato è lento secondo il grossista: “Un po’ pesante per quasi tutti gli articoli. I peperoni gialli quotano fino a 2 euro, i rossi raggiungono 2,50 euro il kg. Flessione per gli altri articoli, anche se tiene il pomodoro ramato a grappolo con 1,70 euro il kg nonostante l’ingresso del prodotto dalla Turchia. E’ un po’ sceso il ciliegino e quota da 1,40 a 2 euro il kg, poi Piccadilly 0,60/1 euro, Pixel arriva massimo a 1,50 euro il kg, il datterino soffre e si vende a 1,80 euro il kg, infine l’ovetto verde a 1,20 euro”. Gli altri ortaggi: “Melanzana tonda 0,70/0,90, violetta 0,90/1,40. Non c’è tantissimo prodotto, ma neanche grande richiesta”.
A Verona è tempo di asparagi
Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi del mercato disegna per myfruit.it la mappa delle rotte del mercato dove “si è regolari sia per l’offerta sia per la domanda, c’è qualche articolo in ribasso e qualche novità”. A iniziare dagli asparagi: “Fino alla settimana scorsa erano in cerca di quotazione, ora il prodotto locale si fa notare e segue queste quotazioni, parliamo della varietà bianca, con un 12/16 a 5 euro il kg, che con il 16/20 sale a 5,80 euro per raggiungere con il 22+ gli 8 euro con picchi fino a 9 euro il kg. Il bianco dalla Grecia quota 4 euro per il 12/16, 5 euro per il 16/22 5 euro e poi abbiamo le punte sfuse che si vendono dai 4 ai 5,5 euro il kg. Infine la Campania con la varietà verde dal calibro 12 al 22+ che si vende dai 6 agli 8 euro il chilo. Il prodotto bianco extra e lavorato può costare fino a 10 euro, si tratta di una nicchia”. Restiamo sul banco delle verdure con la specialità dei bruscandoli a 1,30/1,50 il kg, si tratta dei germogli di luppolo selvatico conosciuti come asparagina selvatica. Un prodotto destinato soprattutto alle botteghe. Si vendono anche gli agretti a 2 euro il chilo.
Tiene il radicchio, dimezzato il prezzo delle lattughe
Prezzi che tengono con il radicchio: “Il tondo a 1 euro, lungo 1,50 euro, semi lungo 2,30 euro, tardivo dai 2 ai 3,50 per un prodotto extra. I cetrioli avevano un prezzo sostenuto e hanno iniziato a scendere, in padella dalla Sicilia quotano 2 euro, in doppio 1,80 euro. Le lattughe ora sono stabili: cappuccio sopra l’euro, Gentile locale 1/1,20 euro il kg, Iceberg 1,80/2,50 euro di origine spagnola”. Tutte hanno visto dimezzare il prezzo delle settimane scorse. “Le melanzane quotano 1,70 euro il kg in padella, in cassa 1,50; con la varietà viola si sale a 2,50 euro il kg come le lunghe a 2/2,50 euro”. Chiudiamo con il capitolo zucchine: “L’origine Fondi con calibro 14/21 quota 1,40 euro, l’origine Sicilia 20 cent in meno; il calibro 7/14 sempre da Fondi in padella arriva a 1,80/2 euro il chilo”.
Clementine israeliane, melone brasiliano e uva sudafricana
Iniziamo il capitolo frutta con un prodotto italiano che riesce ad offrirsi al mercato 12 mesi l’anno. Sono le fragole “che hanno perso qualche punto – sottolinea Bonizzi – L’origine Campania quota 3,50 euro il kg, Basilicata 4,50 euro, Sicilia, 3,50 euro per il prodotto di prima mentre con l’ extra arriviamo massimo a 5,50/6 euro, si tratta di varietà Candonga, Rossetta o altre dalla Basilicata”. Passiamo al prodotto estero con “il melone brasiliano Charentais che quota 2 euro il kg, c’è anche prodotto da Senegal e Sudafrica in cerca di quotazione. Anche le uve senza semi arrivano dal Sudafrica e quotano 3,20 euro con la bianca mentre la nera 3,30 euro il chilo”.
Ritorno all’Italia con gli agrumi dove il Tarocco parte da 1,30 euro del calibro 9 fino al calibro 4 che quota oltre i 2 euro. Clementine varietà Orri da Israele si vendono sui 2,50 euro, la varietà Tango sia spagnola sia nazionale 1,80/2,30 e fino a 2,50 euro il kg. I limoni primofiore hanno un prezzo stabile da 1 a 1,50 con il prodotto extra da Italia e Spagna.
Il kiwi giallo dai 4 ai 5 euro, anche origine greca per il verde
Per i kiwi si registrano quotazioni interessanti sulla varietà gold origine Italia con quotazioni per il 110/120 grammi che in media stanno sui 4/5 euro il kg con punte di 6 euro in alcuni mercati. Bergamo (4,50), Torino (4,65), Verona (4,50), Napoli (4,60), Cesena (5), Roma (5,40), Bologna (6,50), Firenze (5,30). Sul verde Hayward si ha la quotazione dei calibri più piccoli: 80/90 grammi che al mercato di Bergamo viene quotato 1,20 euro il kg. mentre il 90/100 grammi sale a 1,40 euro. Sul 110/120 grammi si registra prodotto dalla Grecia a Padova (1,95 euro), Bergamo (1,40), Firenze (1,40). Vediamo il 120/130 grammi che in alcuni mercati è al rialzo anche di 0,50 euro il kg come a Padova dove quota 2,25 euro, a Firenze 2,10, a Bologna si sale a 2,50 mentre a marchio Zespri si vende a 3,50 euro a Napoli e 3,60 a Rimini.
Le pere Abate con i calibri grossi sfiorano i 3 euro
Tengono buone quotazioni le pere Abate emiliano-romagnole che con i calibri più grossi, anche se dominano i minori, quotano abbondantemente sopra i 2 euro e fino a sfiorare i 3. Più nel dettaglio il calibro 75/80 a Firenze (2,90 euro), Bergamo (2,50), Padova (2,90), il 65/70 invece a Firenze (2), Bologna (2), Treviso (1,75), Rimini (1,80), Torino (1,80 euro). Infine il 60/65 in media sui 1,50 euro con diverse piazze a 1,70/180 euro. La varietà Decana Comizio è di origine perlopiù olandese con un valore medio di 1,70/2 euro.