Nei mercati all’ingrosso non si alzano i calici per le vendite, ma il grande caldo fa consumare la frutta estiva. In questo contesto, sia per la mancanza di prodotto spagnolo, sia per la carenza di alcuni calibri di prodotto italiano, il prezzo delle pesche è più alto in media dal 20 al 30%. Una buona stagione per chi ha pesche e nettarine. Male invece le albicocche, campagna al ribasso. Tengono meloni e angurie, fragole trentine a 8 euro e ciliegie a 4 euro il kg, il pomodoro è richiesto ma viene pagato poco e gli ortaggi in generale sono in calo.
Effetto Spagna sulle pesche: si vendono a partire da 1,50 euro
Dal mercato di Milano Bruno Barcella, imprenditore e rappresentante di Fedagro Milano, offre a myfruit.it la lettura delle dinamiche di mercato che risentono in questo periodo, ma è un fenomeno che abitualmente si ripete in questi mesi, dello svuotamento della città per le vacanze estive. “A livello percentuale peserà un 15/20% ma è una costante estiva che si ripete”. Su fronte della frutta va bene quella estiva, ma con dinamiche differenziate sottolinea l’imprenditore milanese. “Le albicocche non tirano, anche se sembra che ora si stia registrando un cambio di rotta. Finora i valori sono stati molto bassi, c’è stata più offerta che domanda“.
Bene pesche e nettarine: “Sono sopra la media della stagione scorsa con delle punte del 20/30%. Gioca l’assenza di prodotto spagnolo, ma manca pure da noi, soprattutto determinate pezzature. Quest’anno il competitore ha alzato il valore e in media si hanno quotazioni da 1,50 euro il kg per i calibri più piccoli per arrivare, anche se c’è poco prodotto, a 2,50/3 euro il kg”. Tengono i meloni: “I valori non sono disastrosi, esiste una forbice larga e si passa da un discreto prodotto a 1 euro per arrivare ad uno ottimo da 2,20/2,30 il kg”. Non brillano gli ortaggi. Il pomodoro è soprattutto olandese e polacco da 0,80/0,90 euro il kg, peperone olandese a 1,50 euro, le zucchine quotano 0,70/0,80 euro e le melanzane 1,10/1,15. Infine i limoni dal Cile a 1,10 e spuntano 0,10 euro in più quelli sudafricani.
A Catanzaro due mesi di ciliegie a 1 euro, costano di più le greche e le turche
Nel capoluogo calabrese lo scenario dei prezzi è illustrato da Palmino Rotundo, presidente Fedagro Catanzaro, che fa una premessa generale: “Negli ultimi anni hanno chiuso un buon 20% di dettaglianti. La nostra categoria non è stata aiutata, ora ci manca un fetta di mercato come quello russo e bielorusso che avevano una loro importanza anche se acquistavano prodotti a basso costo”. Non mancano i problemi e altro che carovita: “Parlano di ciliegie a 18 euro il kg, ma qui abbiamo iniziato a 10 euro il primo giorno, il secondo eravamo già a 5 e per due mesi le abbiamo vendute a 1 euro il kg“. Prezzi da svendita: “Le più belle albicocche del mercato di Catanzaro non superano l’euro“, mentre “il prezzo di trasporto di una pedana è passato da 50 a 65 euro“. Quasi un terzo in più.
Ma si salvano le pesche di Sibari
In questo scenario però le pesche si difendono bene: “Quelle di prima scelta non quotano meno di 1,50 euro il kg come le pesche noci. Prodotto locale dalla Piana di Sibari. Locali anche le susine che si vendono a 1 euro. Le ciliegie a 1 euro sia prodotto locale sia pugliese mentre quelle greche e turche con calibro più grande si vendono a 2,50/3 euro“. L’altra frutta estiva? “Il melone retato da 0,60 a 1 euro, il gialletto 0,80/1,10, le angurie da 6 chili a salire quotano 0,55 euro mentre quelle sotto i 6 si vende a 0,25 euro il kg, qui è terra della Perla Nera che quota intorno a 0,70“. E’ gli ortaggi? “Si vende solo il pomodoro perché si mangia crudo. Siamo intorno a 1 euro, l’oblungo a 0,60 euro mentre non si vendono proprio melanzane, peperoni e zucchine”.
Anche a Torino le pesche da 1,50 fino a 2,80 il kg
Le pesche tengono le quotazioni anche a Torino dove la fotografia delle quotazioni e il rilievo degli andamenti sono offerti da Giancarlo Gianusso agronomo dell’ufficio qualità e logistica del Caat. “Le pesche sono un prodotto che manca, ma vediamo i prezzi. Un calibro A parte da 1,50/1,60 euro il kg, la tripla A arriva a 2,50/2,80. Le nettarine registrano valori inferiori, si parte da 1/1,20 del calibro più piccolo fino ai 2,30 euro per la pezzatura maggiore”. Anche nel capoluogo piemontese le albicocche non raggiungono alte quotazioni: “Una Orange Ruby calibro 45/50 si vende intorno a 1,20 euro il kg“.
Le ciliegie del Trentino sfiorano i 5 euro, le fragole da 8 a salire
Passiamo alle ciliegie con l’origine trentina: “Un calibro 28+ quota 4,50/4,80 il kg, sempre dal Trentino arrivano le fragole che si vedono da 8/8,50 euro a salire. Non c’è molto prodotto”. Dall’estremo nord all’estremo sud con l’uva siciliana: “Vittoria e Black Magic a 2,30/2,50 euro il kg. Anguria (in bins) a 0,50/0,60 (12 kg a salire) mentre in cartone ed origine Lombardia siamo intorno a 0,60/0,70 euro; il melone retato (5 pezzi) 0,70/0,90 e quello liscio 1/30/1,50 mentre l’extra raggiunge 1,70 euro al chilo”.
Passiamo agli ortaggi: “Il grappolo 0,80/1 euro, il Cuore di Bue Piemonte extra 1,30/1.50 mentre quello nazionale si ferma a 0,80/1 euro, insalata Capuccio 1,30/1,50 euro, Gentile 1,80/2 euro. Zucchine chiare 1,20/1,30 e le scure 0,80/0,90”.
A Cesena in aumento le ciliegie: Vignola a 5 euro
Al mercato di Cesena oltre le arance egiziane (1,20) e spagnole (1,30) quota bene il limone bianchetto siciliano da 1,20 fino a 2 euro il kg. Bene anche le ciliegie che spuntano buoni prezzi a iniziare dalla romagnola Corniola da 2 fino ai 5 euro il kg, l’origine Trentina fino a 4,50 euro e il prodotto Igp da Vignola passa da 4 a 5 euro il chilo. In aumento anche i fichi fioroni da 2,50 per toccare anche i 4 euro. I kiwi Zespri neozelandesi raggiungono i 3,70 euro al chilo. Le pesche sono in calo, ma con prezzi simili a quelli delle altre piazze e fino a 2,60 euro per i calibri più grossi. Le nettarine tripla A possono raggiungere i 3 euro. L’uva siciliana Vittoria e Black Magic da 2,80 a 3,50 euro mentre la senza semi si ferma a 2,60 euro il kg.