La Romagna si ribella contro le bollette energetiche economicamente sempre più bollenti. Dopo il comunicato degli operatori del mercato agroalimentare della Sardegna, scendono in piazza gli operatori romagnoli che aderiscono a Fedagro. Imprenditori che lanciano l’allarme: “Con questi rincari dei beni energetici c’è chi rischia di chiudere“. Attenzione, il problema è serio e il governo ha fatto ben poco per evitare il collasso degli imprenditori. Senza dimenticare, come hanno sottolineato anche gli operatori sardi, che i rincari per forza di cose si trasmettono fino ai consumatori finali.
Pagheremo caro, pagheremo tutti il caro energia
Si inverte un noto slogan del movimento degli indiani metropolitani e compagni del 1977 – Pagherete caro, pagherete tutto – in uno molto legato alla montante inflazione che sta iniziando a grippare l’economia italiana: “Pagheremo caro, pagheremo tutto”. E l’ortofrutta non è un’isola felice.
Il comunicato romagnolo è firmato da Alessandro Marchese che, oltre a essere presidente di Fedagro Rimini, è un imprenditore agricolo. Nato e cresciuto in una famiglia di agricoltori calabresi, quindi non difende solo i diritti dei grossisti, ma di tutta la filiera che conosce bene.
“I rincari di energia elettrica, materie prime incidono pesantemente sul settore ortofrutticolo e rischiano di ricadere su tutta la filiera fino a raggiungere ii consumatori finali”. Marchese poi cita un’analisi condotta da Fedagromercati, “la rete di cui facciamo parte, che riunisce 26 mercati nazionali in rappresentanza di 1.500 aziende“, e dove “emerge la preoccupazione di tutti gli operatori, visti i recenti provvedimenti varati dal governo e contenuti nel Decreto Sostegni per calmierare il caro bollette”.
“C’è chi rischia di chiudere”
Il presidente di Fedagro Rimini sottolinea che i provvedimenti “non sono sufficienti e risolutivi. C’è chi rischia la chiusura, non tutti saranno in grado di sopportare questi aggravi che toccano a tutta la filiera. I recenti rincari potrebbero determinare minori acquisti con la conseguenza di avere merce invenduta per i distributori, e margini sempre più bassi che portano a probabili perdite“. C’è da stare attenti.