Come sulle montagne russe. I prezzi di alcune referenze nei mercati all’ingrosso salgono e scendono a forte velocità. In 24 ore si possono perdere o guadagnare 1-2 euro al chilo. Situazione difficile con un’inflazione galoppante e prezzi alle stelle delle materie prime. Un caso emblematico sono i finocchi che viaggiano abbondantemente oltre i 2 euro. Prezzi mai visti.
Nonostante queste condizioni ci sono prodotti come le clementine che non decollano, non prendono valore e si comprano a buon mercato. Resistono le arance e vanno bene i mandarini. In forte calo fragole siciliane e lucane.
A Milano prezzi che ballano, i finocchi oltre i 2,50 euro
Prezzi stabili e altri sulle montagne russe al mercato di Milano dove il grossista Salvatore Musso offre uno scatto sulle dinamiche degli scambi. “Ci sono prodotti con prezzi abbastanza stabili, altri ballerini con continue impennate e altrettanto rilevanti flessioni. I finocchi che di solito ruotano intorno all’euro, spesso sotto e a volte sopra, hanno superato i 2,50 euro e sfiorato i 3 euro il chilo, mai visti prezzi così alti su questa referenza”. Si sale e altrettanto velocemente si scende, il caso zucchine: “Sono riuscite a superare i 3 euro e il giorno dopo passare a 1 euro per poi risalire a due. La domanda e l’offerta sono poco stabili e i consumi altalenanti”.
Clementine sempre intorno all’euro
C’è un prodotto che in questa campagna è rimasto sempre o quasi in zona bassa: le clementine.
“Si avvia alla conclusione il prodotto italiano, in particolare da Calabria e Puglie, c’è ancora merce con foglia ma i prezzi restano bassi rispetto a un valore ottimale. I calibri più piccoli oscillano da 0,60 a 0,80 euro il chilo, ma quelli più grandi superano di poco l’euro. In queste condizioni non è partita l’importazione dall’estero, dovrebbe arrivare qualcosa dalla Spagna ma non si vedono grossi movimenti”.
Capitolo arance: “Abbiamo le bionde e le rosse. Le prime con la varietà Navel sono soprattutto di origine spagnola e presentano quotazioni medio base 0,60/0,80 euro il chilo. Le rosse con il Tarocco che viene per il 90% dalla Sicilia, ma poi ci sono le differenze tra le zone di produzione. Il prodotto di Francofonte, Scordia e Palagonia è molto quotato, il prezzo può essere più alto anche di 0,40/0,50 euro a parità di calibro perché presentano una buccia più sottile, maggiore resa di succo e cromature di rosso più intense”.
Vediamo i prezzi: “Un buon Tarocco può superare i 2 euro per i calibri medio grossi mentre il prodotto da zone meno quotate si hanno 0,60/0,70 euro al chilo per i calibri più piccoli mentre per quelli più grossi non si va oltre 1,10/1,20 euro”. Il capitolo agrumi si chiude bene con i mandarini: “C’è poca produzione, un prodotto di buona qualità si vende oltre 1 euro al chilo e raggiunge i 2 euro per calibri medio grossi”.
I kiwi: esce di scena il prodotto greco, spazio all’italiano, pere dall’Olanda
Passiamo ai kiwi dove si assiste a un cambio di origine: “Si dirada la presenza del prodotto greco che ha dominato finora la stagione. Arrivano circa un mese prima e con quotazioni minori, ma esaurita questa fase è tempo di kiwi italiani”. In rivincita. Vediamo i prezzi: “Da 1 euro fino ai 2 per i calibri maggiori, questo per il prodotto greco mentre l’italiano vale 0,20/0,30 in più sui vari calibri. Parliamo di varietà Hayward”.
I trend delle pere a Milano? “Poca merce, qualità non eclatante. La varietà più richiesta è la Decana che va oltre i 2 euro il chilo, quella con il peduncolo laccato rosso. C’è prodotto italiano e un’importante presenza olandese. Il prodotto nazionale quota intorno a 2,50 euro/chilo (lavorato su padelline a singolo strato) mentre l’olandese vale 1,50/2 euro (a casse e alla rinfusa)”.
A Verona prezzi sostenuti per gli ortaggi: zucchine e finocchi oltre i 2,50 euro
Al mercato di Verona incontriamo Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi che ha il polso della situazione. “Assistiamo a una ripresa dopo il calo dei primi giorni dopo le feste”. I prezzi sono sostenuti, come negli altri mercati italiani, per gli ortaggi. Iniziamo dalle zucchine: “Arriviamo a tre (calibro 7/14) e 2 euro (calibro 14/21) mentre lo zuccone destinato all’esportazione quota 1,50 euro. Le melanzane ovali, origine Sicilia, in padella valgono 1,50 euro, quelle spagnole 1,30 euro mentre le varietà viola, striate e lunghe sono a 1,90/2 euro”.
I peperoni? “Quelli in padella siciliani, sia gialli sia rossi, sono a 2,30 euro mentre in doppio strato quotano 1,80 euro. Gli spagnoli si trovano a 0,20/0,30 euro in meno”. Capitolo lattughe: Gentile (1,50 euro il prodotto extra, prima categoria 1,10 euro), Cappuccia (1,80 euro il prodotto extra).
Finocchi? “Per un bel prodotto extra si può arrivare a punte di 2,50/2,80 euro al chilo e 2 euro per uno nella media. I cetrioli siciliani sono a 1,20 euro mentre la rucola, parliamo di 20 mazzi, aveva toccato punte di 8 euro durante le feste e ora è scesa a 4 euro. I pomodori? “Grappolo extra Italia 1,80 euro, Spagna si ferma a 1,50 mentre il ciliegino sfuso a 3 euro e il peretto alla rinfusa a 1 euro il chilo”.
In calo le fragole, le arance tengono il prezzo
Passiamo al reparto frutta dove troviamo ancora le uve nazionali, seppure ai titoli di coda, con la senza semi bianca a 1,70 euro. La Red Globe dal Perù in cartoni quota 3 euro al chilo mentre la rosata senza semi italiana si ferma a 2 euro.
Tra gli agrumi, le arance tengono. “Il Tarocco presenta i seguenti prezzi al chilo: 1 euro (calibro 8), 1,20 (calibro 6) e il calibro 4 a 1,60 euro. Le clementine seguono questa oscillazione 0,60/1,50 euro al chilo, i limoni dalla Spagna sono a 0,80 euro come il prodotto dalla Turchia. Il primo fiore dalla Sicilia quota 1,10/1,20 euro, il prodotto di prima (calibro 4) in doppio 1 euro”.
Il kiwi, origine nazionale, tiene il prezzo. “Il prodotto locale da 160 grammi arriva a 2,50 euro, poi a scalare 130 grammi a 2,30 euro, 110 grammi a 2,10, 90/100 grammi a 1,80 euro. Il calibro più piccolo a 1,50 euro. Questi i prezzi del prodotto alla rinfusa, più alta la quotazione della merce in padella”.
Sipario sulle fragole: da 4 euro (Sicilia) a 5 euro con punte di 6 per il prodotto dalla Basilicata. Si torna a medie meno sostenute dopo gli oltre 10 euro toccati il mese scorso. Infine i piccoli frutti: le more sono a 18 euro al chilo (Basilicata), il mirtillo peruviano a 13 euro, i ribes quotano 15 euro (provenienza estera). Concludiamo con il Liches dal Madagascar sceso a 2,80 euro il chilo.