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Dai mercati: no ciliegie a 1 euro, disastro ortaggi e albicocche

caat Torino

Le riaperture funzionano. A Rimini per il fine settimana si impennano le vendite di frutta e verdura. Buon risultato

Dopo la sbornia spagnola e marocchina sui mercati arriva la frutta estiva italiana, quando per  alcuni articoli calano i prezzi. Un disastro per le albicocche, in discesa le pesche e i meloni. Le ciliegie non presentano prezzi stratosferici ma neanche esageratamente bassi. Male gli ortaggi con zucchine e pomodori spesso abbondantemente sotto l’euro. Ci sono anche le notizie positive: le riaperture in alcuni mercati fanno la differenza. A Rimini le vendite per il fine settimana si impennano.

Ciliegie care? Non esageriamo

A Milano la svolta delle riaperture si sente, anche se incide negativamente la primavera instabile. E alcuni prodotti soffrono sul versante prezzo. Ma iniziamo dal tema caldo delle ciliegie dopo un comunicato di Coldiretti che lanciava l’accusa di frutti pugliesi acquistati ad 1 euro e rivenduti a 16 in una grande catena di supermarket a Milano. La denuncia non è rivolta ai grossisti, ma sul tema myfruit.it ha sentito Bruno Barcella, imprenditore e consigliere di Ago Fedagro Bruno Barcella.
“Vorrei conoscere il segreto per arrivare a queste quotazioni”. Questa la battuta e come ci ha ripetuto spesso in altri periodi, sempre su questo argomento, i prezzi troppo al ribasso o troppi alti non sono la regola. Sul mercato si registrano prezzi diversi, la media è sui 4 euro, poi con prodotto extra sugli 8 euro. Ci sono anche ciliegie che stanno intorno ai due euro: “Ci può essere qualche partita messa male, con mancanza dei requisiti e bisogna, quindi, considerare quanto si spreca”. Bassa la marginalità: “C’è uno sproposito anche tra l’utilitaria sotto i 15mila euro e la Ferrari da 250mila euro. Ci guadagnano entrambi  e i costi di produzione sono ben diversi”.

Disastro albicocche

mercato milanoSu alcuni articoli, secondo Barcella, incide in modo negativo il clima: “Siamo a fine maggio, ma ancora in balia di un tempo instabile. La primavera l’abbiamo vista poco e questo elemento lo paghiamo sulla stagionalità e la qualità dei prodotti e anche sui consumi che sono condizionati da una situazione diversa  da quella solita”. Iniziamo dai prodotti invernali: “Siamo al capolinea. Poi ci sono prodotti come le mele che fanno il giro dell’orologio grazie a un’ottima gestione dei processi di conservazione”. Il tasto dolente sono le albicocche: “Soffrono in maniera impressionante, non c’è più differenza tra precoce e non. Si accavallano le partite”. L’intasamento. “Un calendario ristretto – sottolinea l’imprenditore – non c’è più quel lasso di tempo dedicato alla varietà precoce. Una serie di elementi che portano a prezzi fondamentalmente bassi. La forbice è ampia ovvero si parte da 0,80 e si arriva a 3 euro ma la gran quantità del prodotto sta tra 1,20 e 1,30 euro, sia di origine Italia sia di origine spagnola“.

Pesche cade il dominio spagnolo

In queste prime settimane abbiamo assistito al dominio incontrastato del prodotto spagnolo. “Fino a due giorni fa vinceva la Spagna, ora arriva la pesca  italiana. Gli spagnoli hanno goduto di prezzi abbastanza alti: da 1,60 per arrivare a 2,50/2,70 euro. La nettarina quotava un 20% in più. Ora stanno iniziando a scendere, l’italiana è di origine pugliese e ha perso circa il 20% mentre la nettarina è scesa solo del 10%“. E’ tempo di pesca saturnina: “Presenta dei problemi, nella zona di Mursia il tempo non è stato clemente e non ha risparmiato criticità all’epidermide. Ha preso tanta acqua, quindi si può avere del marciume“. Poca tenuta e sul prezzo? “Il prodotto perfetto da 2,50 a 3 euro, in caso contrario la quotazione  è molto difficile”.

A Torino ciliegie da 2,5 euro e albicocche da 1,50 euro

A Torino escludono la presenza di ciliegie vendute a un euro. “Al limite ci può essere della secondina a 2 euro, ma sono prezzi per calibri molto piccoli e c’è tutto un problema di selezione e calibratura. Sono tanti i fattori che determinano il prezzo”. Giancarlo Gianusso, agronomo dell’ufficio qualità e logistica del Caat, ci presenta il quadro della situazione. “La Bigarreau Italia calibro 26/28 va da 2,5 a 3 euro. C’è poco prodotto e il prezzo è sceso perché sono arrivate altre varietà”. Vediamo gli altri prezzi: “Georgia calibro 28/30 dai 4 ai 5 euro; il durone da 28/30 dai 5 ai 6 euro“. Basso come a Milano il prezzo delle albicocche: “La varietà Mogador (calibro 45/50) quota intorno a 1,50 euro mentre calibri più grandi (50/55) intorno ai 2 euro.

In discesa le pesche, tengono i kiwi

Mercati. Confronto tra Torino e Genova sull'orario diurnoCome a Milano anche sotto la Mole il prezzo delle pesche è in discesa: “Le nettarine a polpa gialla (tripla A) da 2,50/2,60 euro a 2,00/2,20 (doppia A) mentre le pesche quotano 2,00/2,20 (tripla A) e 1,60/1,80 (doppia A)”. La fragola ha perso lo sprint ma è sempre richiesta anche se con prezzi in calo: “Andiamo dai 1,50 ai 2,00 euro con fragole campane e dalla Basilicata, ci sono anche le piemontesi dai 2,50 ai 3 euro “. Il melone retato siciliano? “Con il 5 pezzi 1,50/170 euro e il 6 pezzi da 1 a 1,30 euro mentre le angurie baby siciliane vanno da 0,80 a 0,90″. Ottimo prezzo per il kiwi italiano: “Il calibro medio grande va da 2,30 a 2,50 euro”. I limoni primo fiore (calibro 4) dalla Sicilia da 0,80/090 euro mentre le arance Tarocco (calibro 4) in padella da 1,50 a 1,70 euro, infine le mele Melinda Golden (calibro 75/80) da 1,30 a 1,35 euro.

Soffrono pomodori e ortaggi

Non sono esaltanti i prezzi dei pomodori: “Il Cuore di Bue siciliano intorno a 1,4 /1,60 euro; ciliegino da 1,60 e non supera i 2 euro. Poi abbiamo le melenzane nere in padella 0,70/0,80 e la violetta tra 0,80 e 1 euro. I peperoni quadri olandesi da 1,30 a 1,50; piselli da 1,60 a 2 euro. Le zucchine scure (calibro 14/21) da 0,70 a 0,90 euro, ma si può superare l’euro”. Infine gli asparagi verdi (calibro 16/20) con i mazzi intorno ai 3 euro.

A Rimini il fine settimana fa impennare le vendite

Bene a Rimini, almeno quando si arriva al giovedì come racconta a myfruit.it Alessandro Marchese, rappresentante dei grossisti Fedagro, sul fronte vendite: “Il fine settimana è  una manna dal cielo, i consumi si impennano. Con le riaperture e un clima più positivo la gente ha ripreso fiducia e i consumi, già dal giovedì, schizzano verso l’alto”.
Ottimo. “E rispetto a maggio scorso abbiamo un 10% in più di vendite“. Tutti al mare.

Ciliegie e albicocche romagnole

Per quanto riguarda gli articoli: “Bene ciliegie e pesche, sono in sofferenza meloni“. Vediamo i prezzi. “Per le ciliegie c’é molta merce locale da 3 ai 5 euro; mentre la varietà Ferrovia pugliese con pezzatura grossa oscilla da 6 a 6,50. Poi ci sono delle nicchie come il prodotto di Vignola che spunta prezzi più alti, ma non fa testo”. Prezzi bassi per le albicocche. “La varietà Wonder Cot 150/2 euro locale, dalla Puglia le pesche (calibro 18) dai 3 ai 4 euro. Le angurie siciliane da Marsala quotano 0,90/1 euro; meloni siciliani 1/1,20 euro e quelli Nadalini sono intorno ai 2 euro mentre  il liscio quota 3/3,50″. Forte caduta delle fragole che si vendono a 2/3 euro. Limoni siciliani da 1 euro; arance spagnole 1,00/1,10 mentre abbiamo finito con il Tarocco.

Zucchine da 0,60 e pomodori da 0,50 euro

Le zucchine locali scure quotano 0,60 e quelle striate 1 euro, da Fondi siamo a 0,70/0,80 mentre gli asparagi pugliesi, in caduta nei consumi, sono  intorno a 2,50 euro. “C’è una tendenza strana degli ortaggi i prezzi sono ai minimi storici forse per l’abbondanza dell’offerta. Si concentra tanto prodotto da Sicilia, Fondi e arrivano i primi ortaggi da Verona. C’è pure domanda, ma incide  il surplus produttivo”. I pomodori?” Il grappolo 0,50/0,80 e poi ci sono nicchie da 1,10 a 1,20 euro; pomodoro verde 0,60/0,70 euro. Non è un buon momento per la remunerazione e c’è molto olandese a 0,60/0,70 euro”.

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