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Dai mercati: anno no per il pomodoro, frutta estiva ai titoli di coda

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Periodo di transizione e grande attesa per la riapertura delle scuole e delle mense, grandi consumatori di pere e mele

Se a Roma si continua a consumare l’anguria, prodotta a nord in quel di Mantova, nei mercati settentrionali aumentano le vendite dei prodotti autunnali. Complice una scarsa quantità di prodotto tiene il prezzo delle verdure – dalle zucchine alle melanzane – ma si conferma un’annata nera per il rosso pomodoro. Seppure in alcune piazze riprenda quota, i prezzi restano bassi. E per le pere c’è tanto attesa per riapertura scuola e mense. Il nostro tour ha fatto tappa a Torino, Verona, Rimini, Roma e Cagliari.

A Rimini dopo l’ottimo agosto si vende bene pure a settembre grazie al turismo

Questa settimana facciamo tappa anche a Rimini dove è stato approvato il nuovo regime ovvero stop alle aperture pomeridiane. Sul fronte vendite dopo l’ottimo agosto continua la fase positiva grazie al bel tempo che trattiene i turisti nella riviera romagnola. “Rispetto al mese più caldo abbiamo diminuito ampiamente vendite e volumi, ma agosto è stato un mese importante sia per volumi sia in valore. A Rimini il tempo regge, un settembre bellissimo come si verifica da qualche anno”. Insomma c’è ancora movimento al mercato come sottolinea Alessandro Cosimo Marchese, futuro presidente locale della costituenda associazione Fedagro, che racconta a Myfruit.it l’estate riminese: “Giugno e prima metà di luglio sottotono, poi la ripresa. I prodotti più richiesti sono stati quelli classici estivi: pesche, nettarine, meloni, cocomeri. Tutti legati anche al consumo nelle strutture turistiche”. Anche a Rimini si ripetono i fenomeni nazionali: “Le zucchine si svendevano a dei prezzi irrisori e delle liquidazioni da fame  per i produttori – sottolinea Marchese -. Poi nelle ultime due settimane l’impennata, poca reperibilità e prezzi fino a tre euro”. Annata nera anche in riva al mare per il pomodoro: “Anno da dimenticare. Non c’è mai stato un picco di vendita e dei buoni prezzi costanti”.  Intanto al mercato si cambia regime: “Finalmente si chiude il pomeriggio. Il mercato pomeridiano era obsoleto, un bilancio fallimentare visti i costi enormi e vendite quasi inesistenti”.

Torino aspetta le scuole per ripartire con la frutta autunnale. Anno nero per pomodoro

mercato torinoL’estate ha visto la calma piatta in una città che ad agosto si è svuotata. Cambia il clima e dalla frutta estiva si passa ai prodotti autunnali. “C’è una grande produzione di pere, ma abbiamo bisogno che riparta la scuola e le mense – ci spiega Stefano Cavaglia, presidente di Apgo-Fedagro Torino -. Finora c’è incertezza su come va affrontata la situazione”. Per quanto riguarda la seconda settimana di settembre: “C’è tanta uva, molto richiesta. Le pesche dalla Sicilia con prezzi sostenuti e stanno iniziando le mele con diverse varietà, aspettiamo il debutto della Golden mentre in Piemonte è partita la campagna delle varietà coltivate in pianura”. Sugli ortaggi: “Le zucchine ora tengono un buon prezzo da 1,50 a 1,80 mentre i prezzi dei pomodori sono ancora scesi con il caldo. E’ stato proprio un anno nero per questo prodotto”.

Va bene la verdura a Verona e continua la domanda di melone

Il centro agroalimentare di Verona

Marco Benedetti, ispettore del mercato di Verona, nel fare il  punto sulla seconda settimana di settembre vede la tenuta degli ortaggi: “I prezzi sono buoni, anche per via del rallentamento della produzione. Per le zucchine siamo sempre da 1,50 a 2 euro, le melanzane hanno una forbice tra 1,10 e 1,30 e ha buona quotazioni l’insalata Gentile da 1,70 a 2.20 mentre i peperoni sono quotati da 1,20 a 1,30”. Nella piazza veneta i pomodori non hanno mai brillato, ma ora si nota una mini valorizzazione del prezzo: “Registriamo un discreto rialzo per il grappolo da 80 a 1 euro, aumentato anche quello olandese un prezzo verso l’1 euro, c’è poca disponibilità di cuore di bue”. C’è ancora un po’ di frutta: “Quantità limitate, prezzi sostenuti per pesche e nettarine, calano le quantità dei meloni che vengono ancora richiesti e  vanno da 1 euro a salire. Per quanto riguarda l’uva il prodotto buono va bene e si vende intorno ai due euro mentre la merce normale e da 1 a 1,20 euro ma c’è poca richiesta”. Le pere ci sono con una forbice da 1,20 a 1,60: “Ma gli scambi sono molto limitati, la varietà locale Santa Lucia raggiunge prezzi importanti: da 1,60 a 2,20 ma parliamo di un prodotto di nicchia”.

A Roma  il clima è migliore e vanno ancora le angurie

Scendiamo verso sud, cambia il clima e i consumi. “Il mercato è molto tranquillo, momento di transizione – la fotografia di Riccardo Pompei presidente di Fedrago locale -. Per la frutta estiva le pesche stanno finendo e costano mentre sto vendendo bene le angurie del nord, da Mantova con un prezzo che va da 0,60 a 0,70 euro. C’è un po’ di confusione sull’uva con il prodotto siciliano che cerca quotazioni più alte, ma c’è del prodotto pugliese con buoni prezzi e qualità”. Sul capitolo verdure mancano alcuni prodotti: “Per problemi di produzione. Le zucchine sono intorno ai due euro, i cetrioli da 1,50 a 18,0 mentre le melanzane arrivano fino a 1,50. Prezzi sopra la media abituale”. Il pomodoro? “Il verde oblungo siamo intorno a 1 euro, cuore di bue quasi scomparso quindi quotazioni molto alte. Il datterino locale 1,80 /1,90 e il ciliegino sempre locale intorno a 1 euro”.

Sardegna è tornata a galla ad agosto grazie al turismo. Ripresa molto lenta per il pomodoro

Il boom agostano ha portato una grande boccata d’ossigeno all’economia isolana. Lo conferma Cenzo Pisano di Fedagro: “Da fine luglio abbiamo avuto il pienone, un gran recupero nel mese di agosto. C’è stato il rialzo del prezzo dei cocomeri, bene le pesche e poi il melone dove si è venduto molto prodotto locale. Invece non è mai partita bene l’uva”. Se a luglio le zucchine si svendevano: “Ora hanno ripreso le quotazioni con prezzi che non vedevamo da tempo. così per tutte le verdure che sono soprattutto di produzione locale”. Soffre anche qui il pomodoro: “Una ripresa molto lenta, manca proprio la domanda rispetto agli anni scorsi. Siamo intorno a 0,50/0,60 euro per il prodotto buono”. Figuriamoci quello più ordinario.

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