La grandine e la tromba d’aria che lunedì scorso hanno seminato danni nel Mantovano si sono sentiti nei mercati all’ingrosso del nord e del centro Italia. Parlano la mancanza di meloni e angurie e gli imprenditori agricoli lamentano perdite per milioni di euro. Una brutta notizia. Oltre il problema di Mantova continua la depressione da domanda per la verdura e l’andamento fiacco degli scambi nelle città vuote di turisti e con i residenti in partenza verso i luoghi di villeggiatura.
Gorzoni di Op Sermide Ortofruit: “Stimiamo quattro milioni di euro di danni”
Per conoscere meglio la situazione myfruit.it ha sentito Riccardo Gorzoni, direttore della Op Sermide Ortofruit. I numeri non confortano: “La nostra stima è di circa quattro milioni di euro di danni. In certe zone si hanno perdite pari al 100% del prodotto. Ormai invedibile ed impossibile da collocare. Si deve aspettare il secondo raccolto delle serre e poi c’è il prodotto di chi non ha subito danni”. Questo il quadro generale. “Per la grandine gli agricoltori sono assicurati, discorso diverso per chi è stato colpito dalla tromba d’aria, sono state divelte alcune serre, e su questo fronte ci si è attivati con la Regione per la procedura di richiesta dello stato di calamità”. I problemi erano già presenti sui meloni: ”A causa del brutto tempo si sono allungati i tempi di maturazione: da 80 giorni si è passati da 90 ai 100”. Poi il capitolo angurie: “Avevamo recuperato passando dai 0,30 ai 0,60 euro. Ma ora è arrivata la grandine a rovinare i raccolti. Inoltre il consumo di angurie quest’anno non è mai veramente partito a differenza dei meloni. Tanta produzione, ma anche consumo ridotto”. Sicuramente bisogna fare i conti con il consumo fuori casa.
Cavaglia da Torino: “Facciamo fatica ad avere il prodotto da Mantova”
I dati di Sermide vengono confermati a Torino dove inizia il nostro giro d’Italia dei mercati: “Per le angurie il nostro produttore di quella zona ha visto distrutte le serre, sostanzialmente facciamo fatica ad avere del prodotto e c’è richiesta. Per il melone abbiamo qualcosa di liscio intorno a 1,50”. Questa la cronaca di Stefano Cavaglia,rappresentante di Fedagro, che conferma: “La calma piatta della settimana scorsa, sembra che in Piemonte ci siano solo flussi turistici in uscita e non quelli in entrata. Si traduce in un calo molto importante degli scambi”. Per quanto riguarda i prodotti: “Continua la buona tendenza delle albicocche dai 2,20 ai 2,50 euro e tengono le pesche. La verdura soffre ancora con le zucchine con il fiore che da 1 euro sono scese a 0,60/0,70 mentre per i pomodori abbiamo il cuore di bue che sta intorno a 0,40. Bene i peperoni nostrani da 1,30 a 1,50 mentre la varietà Cuneo arriva ai 2 euro”.
A Verona termometro stabile
Anche nel mercato della città veneta si registrano le ripercussioni del maltempo sul Mantovano: “C’è meno prodotto liscio che va da 1,50 fino ai 2 euro con una continua lievitazione del prezzo mentre il retato oscilla dai 0,60 ai 0,80”. Queste le quotazioni che riporta a myfruit.it Marco Benedetti, ispettore del mercato cittadino, che vede in positivo l’andamento delle angurie: “Rispetto alla settimana scorsa il prezzo è volato da 0,15 a 0,30 e dovrebbe salire ancora. Questo si aspettano gli operatori”. Vanno bene le nettarine, calo delle pesche gialle, continuano i prezzi bassi per gli ortaggi mentre le pere Carmen oscillano da 1 a 1, 40 euro. Infine le mele Gala per quella lavorate si va da 1,30 a 1,50 euro”. Chiudiamo con un’annotazione locale: “C’è una buona produzione della Stanley veronese che quota da 0,70 a 1 euro”.
Anche a Firenze mancano i meloni mantovani
Sulle rive dell’Arno non arrivano i meloni mantovani: “Non ho ricevuto quasi niente”. Conferma Aurelio Baccini, rappresentante Fedagro. “Si continuano a vendere pesche e poi le susine. La verdura stenta ancora e qualcosa non quadra per i pomodori: da un lato recupera il cuore di bue e dall’altro ribassa il grappolo”. Naturalmente a Firenze si sente la mancanza dei turisti: “Magari rispetto ad altre filiere industriali resistiamo, ma c’è un evidente calo di consumi soprattutto perché mancano milioni di persone”.
A Roma va bene l’uva dal sud Italia
I problemi del mantovano non toccano il mercato di Roma dove si lavora con altre origini. La Capitale come sottolinea Riccardo Pompei, rappresentante Fedagro, è entrata nel pieno dell’estate: “La città si sta pian piano spegnendo”. Sul fronte dei prodotti c’è qualche curiosità: “Vanno bene le albicocche con una varietà tardiva: la Farclo. Ha un bel colore, è buona e tiene un buon prezzo: intorno ai 3 euro. Abbiamo anche delle belle prugne che quotano 1,50”. Infine l’uva: “La Victoria siciliana da 1,40 a 180, quella pugliese da 1 a 1,40 e si vende. Sta riscuotendo un buon apprezzamento la varietà Luisa, quasi senza semi, molto gialla e con piccoli acini che va dai 2 ai 2,50 euro”.