Da anello di congiunzione, un tempo, tra le produzioni locali del territorio regionale e la distribuzione urbana, i Centri agroalimentari, anche su impulso di un’evoluzione normativa intervenuta nel settore, sono diventati oggi importanti Hub logistici che, all’interno della filiera, coniugano la distribuzione di prodotti agroalimentari con l’erogazione di servizi.
In piena emergenza coronavirus, torna in modo prorompente il tema dell’approvvigionamento che, in considerazione della categoria merceologica trattata, va garantita in condizioni di sicurezza, sia per quanti fruiscono degli spazi del Centro, sia per i consumatori finali.
“Sappiamo che i prodotti agroalimentari non costituiscono veicolo per la trasmissione del virus, ma dobbiamo anche preoccuparci che quanti operano giornalmente affinché il dettaglio possa continuare a offrire prodotti freschi e sicuri, lo facciano in condizioni di sicurezza – spiega in una nota il direttore generale del Centro agroalimentare di Torino, Gianluca Cornelio Meglio -. Queste le ragioni per cui sono state implementate talune procedure di igienizzazione e sanificazione all’interno delle nostre aree con una capillare operazione di sensibilizzazione ad personam per fare comprendere che l’adozione delle buone condotte tutela se stessi e gli altri”.
Il Caat, tra i tre principali centri in Italia, continua a garantire i propri servizi unendo ai propri sforzi, quelli degli operatori e di ciascun lavoratore che ogni notte concorre alla piena operatività del Mercato. “E’ di fondamentale importanza trasmettere all’intera cittadinanza piemontese, che il cibo che arriva sulle nostre tavole è buono, sano e garantito”, conclude la nota.