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Arrestato il titolare della catena Aumai, negozi aperti

Frode fiscale per 20 milioni, coinvolte numerose società cosiddette filtro

Un importante giro di false fatture ha dato come esito l’accusa di frode fiscale per 20 milioni. E così cinque cittadini di origine cinese sono stati raggiunti da ordinanze di custodia cautelare eseguite dai militari della guardia di finanza del comando provinciale di Monza. 

Tra questi anche Chen Wen Xu, il proprietario della catena di supermercati Aumai, che conta punti di vendita in tutta Italia. Dei cinque è l’unico a essere stato arrestato.

Aumai in sintesi

La catena Aumai in Italia conta poco meno di 20 negozi concentrati perlopiù nelle regioni del Nord, il quartier generale è a Brescia. A Milano c’è più di un negozio: all’interno i prezzi sono concorrenziali e l’assortimento è vasto, circa 30mila referenze dei più disparati settori.

I fatti

L’indagine ha permesso di ricostruire un complesso sistema di frode strutturato attraverso una fitta rete di società cosiddette filtro e create per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. In sintesi, le società hanno operato con il solo scopo di consentire alle società titolari dei supermercati – 14 imprese che a fronte di un fatturato annuo di circa 60 milioni avrebbero utilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre 20 milioni – di evadere, tra il 2019 ed il 2020, imposte per oltre sei milioni. 

L’operazione è partita da una segnalazione di operazioni sospette di una banca a carico di un negoziante cinese. Il quale movimentava liquidità ritenute sproporzionate rispetto al suo potenziale.

L’inchiesta non sembra destinata a esaurirsi con l’ordinanza cautelare. La procura e la guardia di finanza Brianzola stanno infatti cercando di risalire ai canali attraverso i quali è stato drenato il denaro prodotto dal giro delle fatture false.

A Milano (e provincia) la tradizione cinese è realtà

In Italia, in particolare a Milano, i commercianti di origine cinese sono oggi del tutto integrati. Basti pensare a via Paolo Sarpi, storico borgo degli ortolani, che oggi è la Chinatown (di tendenza) per eccellenza. In strada si possono degustare i panini alla piastra di Xi’an (mo) o ripieni cotti al vapore (baozi) o gli spaghetti (ramen) fatti a mano.

Secondo gli ultimi dati, in città le imprese a gestione cinese si aggirano sulle 5-6mila, superano le 8mila se si considera anche la provincia.

I supermercati restano operativi

Le operazioni di sequestro (per circa sei milioni) sono state in corso per tutta la giornata di oggi (16 maggio) e riguardano soldi contanti, orologi di lusso, disponibilità finanziarie e quote societarie. I supermercati della catena non sono invece oggetto di sequestro: restano dunque operativi e continuano a svolgere normalmente la propria attività. 

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