Banane e cocaina, ci risiamo. Con una nota diffusa stamattina (16 maggio) dalla Guardia di Finanzia, si apprende che a Gioia Tauro (Reggio Calabria) è avvenuto uno dei più grandi sequestri di cocaina pura svolto finora in Europa. Sono infatti stati trovati panetti di cocaina per quasi tre tonnellate stipati in due container refrigerati carichi di banane, per un valore che supera i 300 milioni.
Quando è stato scoperto, il carico stava attuando un’operazione di trasbordo tra due navi nel porto di Gioia Tauro: imbarcato nel porto di Guayaquil (Ecuador), avrebbe dovuto viaggiare, su un’altra portacontainer, fino al porto di Batumi (Georgia), per poi proseguire verso la Armenia.
Non è una novità
Di recente al porto calabrese di Gioia Tauro ci sono stati altri sequestri di cocaina pura proveniente dal Sud America, per un totale di 600 chili occultati in sei container in modalità sempre differenti: tra la merce, in doppi fondi o, ancora, nelle intercapedini esterne dei box.
Tutti i container trasportavano frutta esotica e dovevano svolgere transhipment a Gioia Tauro per altri porti italiani ed esteri, tra cui quelli di Croazia, Grecia e Georgia. Da gennaio 2021 la Finanza ha intercettato, nel solo scalo calabrese, 37 tonnellate di cocaina destinate al mercato italiano ed europeo.
Perché la frutta esotica?
Che la droga venga rinvenuta in container che ufficialmente trasportano frutta esotica è un grande classico. Si tratta infatti di un escamotage che rende più difficili e complicati i controlli perché l’apertura dei container potrebbe mettere a rischio l’intero carico, per questo spesso ci si limita ai controlli al termoscanner.