Dall’Emilia Romagna alla Toscana, dalla Lombardia al Piemonte e al Veneto, le gelate colpiscono duramente le piante da frutto in pieno risveglio vegetativo.
Emilia-Romagna: perduto il 50% delle albicocche
Il crollo delle temperature, sottozero anche questa notte, mette a rischio i raccolti di tutta l’Emilia-Romagna, dopo un periodo di temperature miti che aveva favorito il risveglio della vegetazione, ora più sensibile al grande freddo che si è abbattuto in varie zone della regione con bufere di vento e neve anche a bassa quota. È quanto emerge da un primo monitoraggio di Coldiretti regionale sugli effetti del maltempo sulle coltivazioni agricole.
La nottata di gelo diffuso in Romagna – fa sapere Coldiretti regionale – ha compromesso gravemente l’albicocco, con perdite superiori al 50% dei raccolti, ma sono presenti danni anche su pesche e nettarine. Colpiti duramente anche germogli e gemme del kiwi (appena risalirà la temperatura sarà possibile valutare l’entità dei danni). Dalle prime segnalazione raccolte i territori più duramente colpiti sono il Forlivese e il Ravennate dove si registrano danni anche sulla vite, da quantificare.
Danni anche in provincia di Ferrara con le gelate che hanno colpito alberi da frutta in piena fioritura come peschi, meli, peri e ciliegi. In pericolo anche le bietole appena seminate, i primi pomodori trapiantati e le colture orticole. Nel Piacentino il gelo ha fatto tabula rasa nei prati di erba medica e ha danneggiato gravemente le piantine di pomodori già trapiantate. Lo stesso vale per i germogli sulle viti, in particolar modo le uve bianche della Val Tidone, perché più avanti nella maturazione. Nel Bolognese, dopo i danni subiti nelle scorse settimane da peschi e albicocchi, il timore – fa sapere Coldiretti Emilia Romagna – è rivolto ora agli alberi di pere e mele, fioriti a cavallo di Pasqua grazie alle temperature quasi estive. Se giovedì notte, come previsto, si dovesse scendere 3 gradi sotto lo zero, oltre il 50% del raccolto sarebbe in grave pericolo.
Confagri Emilia Romagna: “Danneggiate le eccellenze agricole”
“Ciò che si era salvato dopo l’ultima ondata di gelo del 18-20 marzo scorso, ora è andato perso. Mai come quest’anno, probabilmente, la frutta romagnola sparirà dai banchi del mercato come pure le ciliegie del comprensorio vignolese”. Lo fa sapere Confagricoltura Emilia Romagna: “Il brusco e prolungato crollo delle temperature – dalla mezzanotte di ieri a stamattina con punte fino a meno 6 gradi in pianura – accompagnato un po’ ovunque da forti precipitazioni, gelate notturne e neve anche nella prima fascia collinare, ha interessato, in maniera estesa, tutta la regione e diverse produzioni agricole e vitivinicole”.
Andiamo per ordine. Poco o nulla si raccoglierà sugli alberi di albicocche, susine, pesche, nettarine e ciliegie nell’area che va da Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna fino a Bologna, Ferrara e Modena, in pianura e collina. Danni anche sulle piante già germogliate di kaki e kiwi, sia giallo che verde, soprattutto negli impianti privi di un sistema antibrina e reti antigrandine, un mix che di fatto può fare salire il termometro anche di 1 o 2 gradi. Le piogge e l’umidità hanno accentuato gli effetti delle temperature rigide nelle specie frutticole in piena fioritura, come il melo; danneggiati gli ovari dei fiori di pero. Sono in sofferenza i ceraseti di amarene e ciliegie del comprensorio vignolese. Colpita tutta la provincia di Ferrara, in particolare il comparto frutticolo, dalle drupacee alle fragole in campo.
In Toscana “sette gelate in un mese, perso l’80% della produzione di albicocche”
Sette gelate in un mese e intere colture bruciate dal gelo. Oggi il settore dell’ortofrutta toscana conta i danni: la produzione di albicocche danneggiata quasi totalmente, si stima l’80%; nettarine e pesche dal 70 al 50% in meno. “Una situazione drammatica, è il terzo anno consecutivo che registriamo danni ingenti, ma questo 2021 è peggio degli altri”, è l’allarme di Confagricoltura Toscana per voce di Antonio Tonioni, presidente del settore ortofrutta. Meno 5,3 gradi registrati in Valdichiana, dove si concentra la maggiore produzione ortofrutticola toscana, e fino a -3 sulla costa, tra Livorno, Grosseto e Pisa. Ora l’attenzione è sul melo e il pero in piena fioritura: “Un’altra gelata sarebbe disastrosa”, continua Tonioni.
Stimare i danni è comunque prematuro
“Possiamo dire che i danni sono superiori a quelli del 2020. Le gelate di quest’anno hanno trovato la campagna già pronta e in fioritura a causa di un febbraio caldo. Dobbiamo aspettare maggio per vedere le perdite effettive, quando capiremo se i frutti rimasti sugli alberi sono buoni o cadranno perché irrimediabilmente danneggiati”.
Le gelate di quest’ultimo mese si sono rivelate molto aggressive. “Quest’ultima, ad esempio, non è stata una gelata stratificata, ma una corrente di aria fredda dal nord e non si è salvato nessuno: ha colpito sia i fondo valle che le zone collinari. Tutte le aziende agricole sono coinvolte”. Tonioni continua chiedendo “un’attenzione e una sensibilità maggiore verso questo settore che da tre anni conta solo danni: nel 2019 erano le grandinate, il 2020 e il 2021 le gelate. Non solo operiamo in un contesto difficile a causa della pandemia, ma abbiamo sulle spalle tre anni consecutivi con il segno meno e anche le aziende più performanti sono in difficoltà”.
Lombardia: corsa per salvare mele in Valtellina
Il maltempo con freddo e gelo si abbatte sui frutteti e sui campi coltivati della Lombardia, con gli agricoltori che corrono a salvare le produzioni dalle mele in montagna agli ortaggi della pianura padana. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Lombardia sugli effetti del ritorno di temperature artiche, dopo un periodo di clima mite che ha favorito il risveglio della vegetazione ora più vulnerabile agli sbalzi termici.
In Valtellina durante la notte e nelle ore più fredde per salvare i meli in fioritura dalla primavera sottozero è stato nebulizzato un sottile velo protettivo di acqua che con lo sbalzo termico conserva il calore della pianta e protegge le parti più esposte, impedendo che vengano danneggiate da temperature ancora più basse.
Il ritorno del grande freddo preoccupa gli agricoltori anche in pianura – sottolinea la Coldiretti – dove stanno arrivando ai nostri tecnici le prime segnalazioni di danni. A essere colpite sono tutte le varietà di pere, con le piante che ormai hanno completato le fioriture e sono quindi a rischio di perdere il frutto.
Problemi anche per le coltivazioni in pieno campo. Il freddo anomalo di questi giorni sta ritardando la stagione: le piantine cresciute in serra, come ad esempio i cetrioli, non sono ancora state trapiantate. E le zucchine non sono state piantate. La combinazione tra freddo, vento e mancanza d’acqua sta facendo slittare tutta la produzione.
Piemonte: allerta brinate
È andata meno peggio di quello che si temeva: la notte scorsa il parziale annuvolamento che ha coperto il cielo della Granda ha limitato i danni alla produzione frutticola e la maggior parte delle colture appena entrate in una delle fasi più sensibili dell’anno. Le temperature sono scese fino a -3 gradi con cospicue brinate miste tra avvezione e irraggiamento e piccole nevicate sono state segnalate nel Monregalese. È quanto hanno segnalato i tecnici dell’agenzia 4A di Coldiretti Cuneo impegnati nel monitoraggio. L’allerta brina passa ora alle prime ore di domani, quando sono previste nuovamente temperature sottozero se non addirittura inferiori: “Si attende un ulteriore abbassamento delle temperature questa notte e – precisa Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – per una stima dei danni attendibile dobbiamo aspettare qualche giorno. Con il caldo dei giorni scorsi le piante hanno anticipato la fioritura ed il freddo improvviso è dannoso, oltre che per le orticole e le piante da frutto, anche per il comparto apistico. L’abbassamento della colonnina di mercurio per lungo tempo sotto lo zero provoca danni gravissimi ma lo sbalzo termico ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra di ortaggi e di fiori, soprattutto se si considera che i prezzi del gasolio sono in continua crescita da novembre”.
Cia Padova: “Incentivare il contributo a favore dell’assicurazione dei raccolti”
Le gelate mattutine di questi giorni rischiano di bruciare le gemme delle viti, oltre che di alcune varietà di peschi, albicocchi e susini e seminativi quali barbabietola e mais. In particolare, nel Montagnanese, a Monselice, a Conselve e nell’area dei Colli. Proprio nel Conselvano nella notte fra martedì e mercoledì Condifesa Padova ha registrato la temperatura più bassa di tutta la provincia: -2,2 gradi. E le previsioni per la prossima notte sono addirittura peggiori: qui la minima scenderà a -3 gradi, per poi alzarsi a 1,7 gradi venerdì e raggiungere i 4,7 gradi sabato mattina.
“Dati certificati, che di certo non sono in linea con le medie del periodo – spiega il direttore di Condifesa Padova, Tiziano Girotto – In queste ore stiamo ricevendo molte denunce di danni alle coltivazioni. Tuttavia, è troppo presto per fare qualunque tipo di stima”.
Se è prematuro dare degli ordini di grandezza rispetto a un possibile calo della produzione di alcune coltivazioni, Cia Padova manifesta comunque preoccupazione per un fenomeno meteorologico decisamente fuori stagione: “In questo momento siamo chiamati a monitorare quanto sta accadendo. Quel che è sicuro è che le gemme di diverse specie potrebbero rimanere bruciate a causa del freddo intenso”.
Tra gli interventi necessari, chiarisce Cia, il Mipaaf dovrà incentivare e aumentare il contributo a favore dell’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente nel Programma di sviluppo rurale 2014-2020, utilizzando i fondi della nuova Pac. L’obiettivo è promuovere una più efficace gestione dei rischi in agricoltura, “supportando le imprese del settore della produzione primaria che ricorrono a polizze assicurative del raccolto e delle piante dai rischi connessi ad avversità atmosferiche, fitopatie e infestazioni parassitarie, a polizze a copertura dei rischi sulle strutture aziendali e sugli animali, oppure a polizze sperimentali, indicizzate o sui ricavi”.