Ha preso il via ufficialmente oggi, con la sua presentazione in videoconferenza, Green Farm Innovation, il programma di Sg Project – spin off di SgMarketing la progettazione Ue – che intende supportare le imprese e le filiere italiane agroalimentari nel cambiamento “green”.
Sottesa al programma vi è l’importante sfida che attende tutti i player, quella del cambiamento volto a implementare l’evoluzione verde sospinta a gran forza dagli obiettivi della Commissione europea, tra cui spicca certamente il 2050 come meta per una produzione a impatto climatico zero.
Per orchestrare un cambiamento e un’innovazione fattive e adottare pratiche produttive conformi alle strategie europee, è necessario che tutte le filiere dell’agroalimentare italiano abbiano la possibilità di innovare i propri processi. Da tali presupposti nasce l’idea di Green Farm Innovation, che intende farsi carico, grazie a un gruppo di lavoro qualificato riunito in un comitato scientifico istituzionale (che darà le linee guida e controllerà la coerenza dei progetti in relazione agli obiettivi di “Farm to Fork”), di creare progetti su misura per le singole filiere e affiancare le imprese nello sviluppo di processi produttivi green economicamente sostenibili.
Alla conferenza di presentazione hanno preso parte personalità di spicco del mondo della consulenza, delle imprese e della ricerca. Dopo l’introduzione di Claudio Scalise (SgMarketing e SgProject) sono infatti seguiti gli interventi di Simona Caselli presidente di Areflh (Assemblea europea delle regioni ortofrutticole), Ersilia Di Tullio di Nomisma e Angelo Frascarelli del Dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Perugia.
“Il nostro settore agroalimentare, già molto avanzato a livello di standard qualitativi – ha spiegato Caludio Scalise – merita di poter innovare i propri processi e di guardare in modo strategico al futuro: con Green Farm Innovation intendiamo fornire opportunità concrete per un vero rilancio sostenibile, non solo a livello di processi da implementare, ma anche di accesso ai finanziamenti che saranno messi a disposizione dalla Commissione europea”.
Imprese protagoniste
Simona Caselli è intervenuta rilevando: “Per ottenere un vero vantaggio competitivo, le nostre imprese dovranno essere protagoniste di questa strategia, conoscerla, anticiparla, cavalcarla valorizzando buone pratiche diffuse; e dovranno soprattutto investire fortemente in innovazione e sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva. A proposito di innovazione, Areflh, forte della propria esperienza e dell’ampia base associativa di regioni e Aop in 10 paesi europei, sarà un sicuro punto di riferimento per le aziende del settore”.
Caselli ha poi rimarcato la necessità, all’interno di questo programma, di “garantire un’equa remunerazione agli agricoltori”.
Soluzioni innovative
“Gli obiettivi di sostenibilità del Green deal definiscono la nuova frontiera 2030 per l’agroalimentare italiano, verso il quale le imprese agricole e alimentari italiane hanno già mosso alcuni significativi passi in avanti – ha commentato Ersilia Di Tullio, senior project manager di Nomisma – Tuttavia la crisi pandemica ha rimescolato le carte, aggiunto complessità allo scenario e accelerato alcuni trend. Oggi sono perciò richieste soluzioni innovative e una loro rapida implementazione”.
Interessanti anche i dati sui trend di consumo prima e dopo il lockdown 2020 diffusi da Nomisma, riguardo a cosa cercano gli italiani quando acquistano prodotti alimentari. Prima della pandemia, secondo questa ricerca, solo al 26% degli italiani interessava comprare 100% made in Italy, solo il 22% dava importanza ai prodotti sostenibili e solo il 15% ricercava in particolar modo prodotti “healthy”. In epoca post lockdown, queste percentuali sono schizzate rispettivamente al 49%, al 42% e al 38%, segno inequivocabile di una profonda trasformazione in atto nell’ambito dei consumi alimentari e di nuovi equilibri di mercato.
Risparmio, comodità, ambientalismo, salutismo
“In questa fase di evoluzione socio-economica, le imprese e le filiere italiane necessitano di un contributo al cambiamento. La trasformazione in atto viene sia dalla politica che dal mercato – ha ricordato Angelo Frascarelli – Dalla politica con le nuove strategie dell’Unione europea (Green Deal e Farm to Fork); dal mercato con i nuovi orientamenti del consumo dei prodotti alimentari: risparmio, comodità, ambientalismo, salutismo”. Sempre Frascarelli ha anche invitato a fare attenzione sulla possibilità di incontrare resistenze dallo stesso mondo agricolo verso questi cambiamenti in ottica green: “dalle mie rilevazioni empiriche – ha concluso – il 70% degli imprenditori è spaventato”.
Occorre quindi dare il giusto valore a ciò che viene prodotto. Anche perché, del resto, questo cambiamento “lo chiedono i consumatori”.