Non una, non due ma 11 persone tenute a lavorare senza contratto in sei negozi di frutta e verdura di Brescia. Una catena di rivendita in nero. Almeno secondo gli esiti delle indagini degli uomini e delle donne di Nil (Nucleo Ispettorato del Lavoro), Polizia locale e carabinieri di Brescia.
Ora arrivano guai seri per il titolare, un’unica società rappresentata dal legale rappresentante pachistano. L’uomo è deferito in stato di libertà anche per un altro reato: aver impiegato nei negozi due extracomunitari privi di permesso di soggiorno idoneo, a cui è seguita la contravvenzione da 47.172 euro. Ma non è finita qui, perché l’uomo ha fatto lavorare 11 persone senza un regolare contratto e questo gli costerà altri 48mila euro.
Chiusi tutti i frutta e verdura
I pagamenti non sono finiti per il titolare, le sei attività commerciali, sono state sospese e c’è da pagare un’altra multa da 12mila euro. Sono in corso altri accertamenti per verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie. A Brescia c’è tanto lavoro per le forze dell’ordine su questo fronte: solo tre settimane fa erano stati beccati due bar e due ristoranti con sette dipendenti senza regolare un contratto. In quel caso, come riportano i giornali locali, la sanzione è stata di 50mila euro.
In campagna tutto bene
Male la città, bene la campagna dove nei giorni scorsi i carabinieri delle stazioni in collaborazione con i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Brescia non hanno trovato irregolarità nelle ispezioni delle aziende agricole del territorio. Zero sfruttamento del lavoro in nero e del caporalato. Questo l’esito dell’operazione che ha accertato anche la regolarità sulle condizioni di sicurezza e igieniche dei lavoratori. A norma di legge le assunzioni e il rispetto degli orari di lavoro. L’unica sanzione riguarda la mancanza di comunicazioni sulla presenza di alcune telecamere di sicurezza all’Ispettorato del lavoro. Insomma una situazione decisamente diversa rispetto alla città.