Biologico

Uva da tavola Bio. Ottima annata in Sicilia per Agrologica

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Un’annata positiva, in anticipo di 20 giorni, per l’uva da tavola di Agrologica, cooperativa biologica di Chiaramonte Gulfi in Sicilia

Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa in Sicilia, è un territorio altamente vocato alla coltivazione di uva in generale. Non a caso qui siamo in un areale dove anche quella da vino dona grandi soddisfazioni attraverso la Docg Cerasuolo di Vittoria, uno dei vini più tipici della regione e che, di anno in anno, riscuote sempre maggiori apprezzamenti sia in Italia che all’estero, figlio del felice blend tra le uve Nero d’Avola e Frappato.

Ma siamo in territorio vocato anche per l’uva da tavola, magari biologica, come è il caso della cooperativa Agrologica: 20 soci, 40 produttori conferitori in totale, circa 200 ettari complessivi dedicati a questa coltura, sia con le classiche varietà con i semi che senza semi. Tutto, rigorosamente, certificato biologico. «Siamo da sempre votati alla coltivazione di uve secondo i dettami dell’agricoltura biologica, ormai da 20 anni, quindi abbiamo acquisito una certa specializzazione ed esperienza. Da quest’anno abbiamo a disposizione un 10% in più di prodotto. Sono molti i produttori che si vogliono associare, tanto che negli ultimi 5 anni abbiamo acquistato due magazzini per un totale di 1400 metri quadrati».

Non solo uva da tavola, ma anche pomodori e zucchine a breve, ci dice Franco D’Angelo, uno degli amministratori che si occupa specificatamente anche di certificazione nella cooperativa.

Difficile fare bio?

«Dipende dalle annate, ma certo richiede impegno e attenzione, nonché costi maggiori rispetto a chi fa convenzionale.

Quest’anno è stata un’annata felice per noi, per merito del clima secco che ha fatto sì che non comparisse il nostro nemico principale, vale a dire l’oidio, particolarmente pericoloso per chi coltiva uva da tavola in regime biologico».

Agrologica ha iniziato la campagna con l’uva Vittoria il 1 giugno e, ancor prima, con la Black Magic il 28 maggio. «Entrambe con semi, hanno un’ottima colorazione e non abbiamo avuto alcun problema di fitopatie. Il 7 giugno abbiamo poi iniziato con l’uva senza semi Sugraone. Un’annata secca che ha provocato un anticipo di circa 20 giorni rispetto al solito. Ora siamo alla fine della campagna con l’uva Vittoria e abbiamo iniziato con l’uva Italia e la Red Globe. Sarà poi la volta, ma con piccole quantità, delle senza semi Sublima e Sultana».

Prezzi? «All’inizio noi, come spesso capita, siamo sempre soddisfatti. Quest’anno, poi, forse anche a causa della mancanza di prodotto nelle fasi iniziali proveniente dalla Puglia, nostro principale competitor, abbiamo riscontrato un aumento dei prezzi tra il 5-10%».

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L’export è la voce principale di commercializzazione per la cooperativa e la Germania, in particolare, fa la parte da leone con una quota dell’80%. «Ma quest’anno – continua D’Angelo – come export stanno andando bene anche le esportazioni in Francia, Belgio, Olanda e stiamo facendo qualcosa anche in Austria».

Anche da queste parti, come in Puglia, il tema del passaggio all’uva senza semi è un argomento presente e sempre più attuale. «Come produzione arriviamo prima della Puglia e quindi ci stiamo attrezzando per passare all’uva senza semi, benché, comunque, le uve Vittoria e Italia sono quelle che riusciamo a gestire meglio». Il motivo? «Ci sono delle varietà di uva senza semi non produttive come quelle con semi e poi non sono piante equilibrate come, per esempio, la nostra uva Italia».

L’articolo verrà pubblicato anche sulla rivista Fruchthandel Magazin 35

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