Anche il 2014 è stato un anno con segno più per il comparto biologico in Italia. Una categoria che continua quindi a crescere, in controtendenza rispetto al calo generalizzato dei consumi. Le prime anticipazioni sui dati dell’anno che si è appena chiuso arrivano da Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, rilasciate all’agenzia Adnkronos. Il giro d’affari nel 2014 è stato di 2,6 miliardi di euro, 8 punti percentuali in più rispetto al 2013. Sommando poi anche il food service, quindi mense e ristoranti, si arriva a un giro d’affari complessivo di oltre 3,6 miliardi.
Ma il mondo Bio non sembra ancora sfruttare completamente tutte le sue potenzialità secondo il presidente di FederBio: “Le indagini dicono che più del 30% dei consumatori sarebbe intenzionato ad acquistare prodotti biologici ma da Firenze in giù e molto difficile trovarne nella rete vendita. Il consumo è fortemente concentrato al Centro nord, per non dire al Nord”. Pesano, continua Carnemolla, “la scarsa presenza di negozi specializzati in logica moderna e assortimenti spesso modesti”.
L’assortimento con poca profondità è anche uno dei principali motivi per cui l’ortofrutta biologica non decolla come potrebbe. Nell’anno appena trascorso, infatti, frutta e verdura bio hanno perso circa il 2,5% del fatturato nella grande distribuzione. Ha pesato certamente lo sfavorevole andamento climatico della passata stagione, che ha generato problemi anche nel settore convenzionale, ma Carnemolla sottolinea comunque come l’assortimento di ortofrutta biologica sia ancora troppo modesto: solo prodotti confezionati e poche categorie merceologiche con un’incidenza negativa anche sui prezzi finali al consumatore: “l’imballaggio ha un costo e i volumi limitati sono indice di costi fissi elevati”.
Per quanto riguarda i canali di vendita del bio, secondo le stime questa volta di Assobio, l’associazione delle imprese di trasformazione e distribuzione che aderisce a FederBio, l’andamento migliore lo fanno segnare i Discount (+25,8%). Bene anche ipermercati (+11,5%) e supermercati (+9,9%). La quota di mercato migliore però è detenuta comunque dai negozi specializzati nel biologico con un valore di oltre 1,1 miliardi e una crescita del 7,5% rispetto al 2013. Sebbene difficile da monitorare, e quindi con dati approssimativi, il bio invece non sembra aver preso piede nei negozi tradizionali (-18%), né nel cosiddetto “libero servizio”, vale a dire direttamente in azienda o nei mercatini, comparto che fa segnare -1,5%.