Il dominio globale passa anche per il kiwi giallo. Il Sungold nasce dopo la batteriosi dell’actinidia che nel 2010 sterminò la varietà verde in Nuova Zelanda e risollevò il destino economico dei produttori del paese dell’Oceania. Se i neozelandesi hanno vinto la battaglia con la natura grazie alla genetica, soccombono davanti alla potenza geopolitica dei cinesi. Una risiko agro-politico che ha raccontato nei giorni scorsi la giornalista Junko Terao sulle pagine di Internazionale.
Il Sungold nato dalla peste
Anche nel mondo dell’ortofrutta dalle catastrofi si possono cogliere opportunità con pieno spirito di resilienza. E’ successo nel 2010 in Nuova Zelanda quando le piante di kiwi verde furono attaccate dal batterio Pseudomonas syringae. Un disastro. La reazione di Zespri, la cooperativa che riunisce i produttori neozelandesi di kiwi, fu il finanziamento di una imponente ricerca per trovare alternative. Passarono al vaglio 50mila varietà diverse, selezionate 40 per quattro sperimentate in campo e arrivare così a Golden3 che oggi conosciamo come Sungold. La salvezza per la Nuova Zelanda e Zespri, al punto che il colore dorato ha prevalso sul verde nel gusto dei consumatori di tutto il mondo. Affare globale per i neozelandesi.
Il copia e incolla dei cinesi
Il sistema della licenza concessa ai coltivatori di altri paesi, anche in Italia, fa ricchi i bilanci della cooperativa. Tutto bene. Ma nel 2016 come ricostruisce Junko Terao il coltivatore cinese Gao Haoyu avvia, senza pagare i diritti, alcune coltivazioni illegali in Cina. Zespri scatena una battaglia legale e l’alta corte neozelandese condanna Gao al pagamento di sette milioni di euro. Ma parliamo di noccioline visto che secondo i numeri forniti dall’azienda i terreni coltivati a Sungold in Cina hanno superato i 5.400 ettari. La Cina è il più grande produttore al mondo e allo stesso il più grande importatore di kiwi dalla Nuova Zelanda.
L’impero e i piccoli neozelandesi
L’analisi parte dal kiwi e arriva alla geopolitica. Su The Diplomat il giornalista Geoffrey Miller scrive: “La strategia cinese ha dominato l’anno della politica estera della Nuova Zelanda, ma il governo non ha ancora trovato una posizione coerente”. Secondo Junko Terao, Zespri riesce a difendere con molta fatica i suoi diritti in Cina. Una guerra dove naturalmente vince la Cina che rende meno resiliente il sistema della Nuova Zelanda che ha battuto la batteriosi da Pseudomonas syringae, ma deve scendere a compromessi nella geopolitica con i cinesi.