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Fusione Asda-Sainsbury’s, ecco il nuovo big della distribuzione britannica

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Il secondo e terzo operatore della Gdo del Regno Unito fanno nascere un big da 2800 punti vendita e 51 miliardi di sterline di fatturato. Ma l’antitrust britannica dovrà dare il via libera

Quando l’antitrust britannico darà il semaforo verde definitivo, nascerà ufficialmente il più grande operatore della grande distribuzione del Regno Unito, superando anche anche l’attuale leader Tesco. La fusione tra Sainsbury’s ed Asda – annunciata il 28 aprile e confermata lunedì 30 aprile da entrambe le aziende – è certamente una delle operazioni più importanti nel mondo della grande distribuzione a livello internazionale degli ultimi anni.

Più concentrazione, dunque, e meno frammentazione, ed anche per questo il The Competition and Markets Authority dovrà vigilare e verificare che non ci sia una posizione dominante da parte del nuovo attore che possa minare il sacro principio della concorrenza. Una volta superato questo ostacolo nascerà un gigante da 2.800 negozi con un fatturato complessivo, considerando i numeri del 2017, di 51 miliardi di sterline.

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Reparto ortofrutta punto vendita Sainsbury’s. Credit foto: Sainsbury’s

I termini di quest’operazione da 7,3 miliardi di sterline, vedranno Walmart detenere il 42% del capitale azionario del nuovo soggetto nato dalla fusione delle due aziende, nonché ricevere 2,98 miliardi di sterline e il 29,9% delle azioni ordinarie di Sainsbury’s.

Sul fronte della governance del nuovo soggetto, sarà David Tyler, attuale presidente di Sainsbury’s, il presidente mentre toccherà a Michael Coupé, attuale Ceo di Sainsbury’s, guidarla insieme al direttore finanziario Kevin O’Byrne. Asda, invece, continuerà ad essere gestita da Leeds con un proprio amministratore delegato.

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Reparto ortofrutta punto vendita Asda. Credit foto: Asda

Walmart possiede Asda dal 1999 e la pagò 6,7 miliardi di sterline, mentre Sainsbury’s ha come maggior azionista Qatar Investment Authority. In questi anni, però il mercato anglosassone è diventato molto competitivo e la guerra dei prezzi è aumentata notevolmente grazie anche all’ingresso dei due big tedeschi del mondo discount, vale a dire Lidl e Aldi. Questa fusione, dunque, è certamente un modo diventare molto più competitivi sul fronte dei prezzi, aspetto già annunciato – il 10% in meno – non a caso dalle due insegne che, pur rimanendo separate, potranno sfruttare il gioco di squadra e le classiche economie di scala. Si prevede che la fusione consentirà di risparmiare fino a 500 milioni di sterline all’anno grazie al maggior potere di acquisto e al miglioramento dei costi di gestione.

Ma c’è anche un altro nemico da combattere per Walmart: Amazon. La fusione è certamente da vedere come una mossa per difendersi da un avversario che diventa sempre più aggressivo anche nel mondo “fisico” dopo l’acquisizione l’anno scorso di Whole Foods in USA, ma che secondo molti analisti prima o poi proverà a piazzare un colpo simile anche in Europa.

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