Le grandi cattedrali del consumo di massa, i centri commerciali, che un tempo attiravano clienti con facilità, ormai faticano da tempo. E sebbene casi, di dimensioni anche mastodontiche (vedi Il Centro di Arese), abbiano iniziato con il piede giusto e macinino numeri impressionanti, la formula per convincere il consumatore attuale a gettarsi all’interno di spazi con metrature monstre è sicuramente cambiata.
E la carta che un po’ tutte le insegne della grande distribuzione si stanno giocando è certamente quella della ristorazione, possibilmente di stampo “gourmet”, all’interno della quale devono trovare spazio un po’ tutte le tendenze del momento che includono parole come “artigianalità”, “KM 0” e “biologico”.
L’ultimo esempio arriva da Mestre dove lunedì 25 settembre è stato inaugurato Officine Italia, format ideato dalla partnership tra Gallerie Commerciali Italia, filiale italiana di Immochan (Auchan Holding), uno dei più importanti attori dell’immobiliare commerciale in Italia ( 48 centri commerciali in totale) e il Gruppo Ethos Ristoranti Italiani, azienda ristorativa presente in Italia con insegne ormai molto note come Grani &Braci, Acqua & Farine etc. Si replicherà a breve anche nelle Marche, a Fano, ma con un altro partner, Vacanze Romane.
In Auchan lo definiscono un “emotional food court“: è un progetto pilota che unisce ristorazione, botteghe artigianali e vendita di prodotti enogastronomici. Il restyling del centro commerciale a Mestre ha creato un nuovo spazio di più di 2000 metri quadrati all’interno del quale si trova un ristorante aperto fino a mezzanotte (il supermercato continua a chiudere alle 21.30), 8 laboratori culinari e 150 metri dedicati alla vendita di prodotti enogastronomici.
Insomma, la “gourmettizzazione” procede. La strada aperta da Eataly tanti anni fa è ormai percorsa, con metodi differenti, da una po’ tutta la Gdo. È questa la mossa vincente per rivitalizzare un modello di acquisto che sembrava aver fatto il suo tempo?