Non sono mancati i momenti di tensione e i disagi soprattutto nei porti, ma le proteste non hanno fermato il Paese, tuttalpiù lo hanno rallentato. Oggi, 15 ottobre, in Italia è entrato in vigore l’obbligo di green pass per i lavoratori – provvedimenti simili non sono stati presi in altre nazioni – e, come anticipato da myfruit.it nei giorni scorsi, al porto di Trieste si è tenuta la manifestazione più significativa: oltre seimila i manifestanti. Ma, va detto, i varchi dello scalo, tranne il numero quattro dove si è svolto il presidio, sono rimasti sempre aperti. Anche ad Ancona la protesta si è fatta sentire – disagi e rallentamenti hanno interessato tutta l’area portuale – e non sono mancate le code chilometriche di tir a Genova: i lavoratori portuali no green pass hanno fatto passare le persone, ma le merci no.
Che cosa succede da domani: il caso dei trasportatori stranieri
Il pericolo disagi, però, anche per la filiera ortofrutticola non può dirsi scongiurato. A pesare è la situazione dei trasporti: oggi è stato confermato che su 350mila autotrasportatori italiani, circa il 30% non è ancora vaccinato. E se a Genova i consorzi di imprese Confcommercio Genova e Fai-Conftrasporto Liguria stanno pensando di fornire presidi mobili al porto dove poter fare i tamponi, a non tranquillizzare il settore è il caso degli autisti stranieri. I quali, non avendo obbligo di green pass nei paesi di origine, arrivano in Italia sprovvisti di certificato e il più delle volte non hanno intenzione di sottoporsi (e pagare) al tampone. Per dirimere la questione, i ministeri di Salute e Trasporti hanno dato le seguenti indicazioni: i lavoratori non italiani sprovvisti di green pass che viaggiano per l’Italia possono arrivare fino alle aree di carico e scarico merci, ma senza scendere dal camion. Una soluzione che non è piaciuta a Unatras, l’unione delle principali associazioni dell’autotrasporto, che sottolinea la diversità di trattamento tra autisti italiani senza green pass – i quali non possono lavorare e dunque percepire lo stipendio – e autisti stranieri che possono proseguire nelle proprie attività.
Tre milioni di lavoratori senza certificato
Restano ancora molti i lavoratori non vaccinati, secondo le stime sarebbero all’incirca tre milioni (per alcune fonti due, per altre cinque). E in effetti sono aumentate le imprese che mettono a disposizione tamponi gratis per i dipendenti, tra cui Natura Sì e Metro.
Ma la questione tamponi non lascia del tutto sereni: secondo quanto rilasciato da Federfarma (l’associazione delle farmacie), ieri 14 ottobre sono stati effettuati 315mila tamponi (tra rapidi e molecolari) ed è stato vero e proprio boom di prenotazioni di pacchetti di tamponi da effettuare ogni 48 ore fino al 31 di dicembre, data che dovrebbe segnare la fine dell’emergenza sanitaria. Il che pone la questione dell’approvvigionamento dei test: che cosa succederebbe se si dovesse verificare di nuovo la carenza di tamponi?