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Dai mercati: ancora caro pere, stabili le mele

mercato milano

I primi agrumi: Miyagawa da Puglia e Sicilia e va forte l’arancia dal Sudafrica. Tanta uva anche a pochi cent e arrivano i broccoli a 2 euro

Continua il caro pere nei mercati all’ingrosso dove, a settembre, si vende ma non troppo. Tiene il prezzo la frutta estiva con il nocciolo, dalle pesche alle nettarine, le uve sono in abbondanza e per tutte le tasche. Preoccupa la poca produzione di alcune varietà di pere che si presentano sul mercato con prezzi abbondanti: sui tre euro. Stabili quelli delle mele, arrivano i primi agrumi, si vendono bene le arance dal Sudafrica. Da Puglia e Sicilia arriva il Miyagawa, poi le castagne mentre sono mediamente bassi i prezzi degli ortaggi.

A Milano pere a prezzi sostenuti, stabili le mele

Iniziamo il nostro tour italiano dal mercato della capitale economica dove incontriamo Bruno Barcella, rappresentante di Fedagro Milano, che scatta la fotografia degli andamenti di mercato: “Il lunedì ci si illude, ma poi dal martedì cala l’euforia, abbiamo un mercato di cambio stagione dopo un’estate senza lode e senza infamia con prezzi alti della frutta, quella con il nocciolo, che va a terminare la campagna tenendo queste quotazioni”.

Bruno Barcella

Vediamo i prezzi: “Una pesca buona siciliana da 1,50 a 2,20/2,30 e la nettarina sempre dall’isola vale dieci centesimi in più. Le nettarine emiliano-romagnole da 1,30 a 1,80 euro e poi c’è qualcosina di spagnolo: nettarina a 1,40/1,50 e pesca 1,20/1,30 euro”.

Il punto dolente sono le pere con prezzi sostenuti perché “si trovano con il binocolo, per alcune varietà si è registrato fino al 60/65 % di perdita. Parliamo della famiglia più importante: quella con Abate e Decana, dove si fanno i quantitativi con cinque mesi abbondanti di campagna. I prezzi sono alle stelle e tutto il sistema ne paga. Il consumatore vede solo i prezzi alti”. Altro discorso sul mondo mele: “Sono iniziate le  nuove con la Royal Gala con prezzi normali e discreti da 0,90 euro per quelle di pianura fino a 1,40 dei marchi e delle firme importanti. Senza grandi scossoni, anche rispetto all’anno scorso”.

Uve per tutte le tasche: da 0,70 a 2,50 euro

Le uve sono abbondanti a Milano con prezzi che partono da 0,70 per arrivare a 2,50 euro per le partite extra. “Il prezzo medio di una uva buona è 1,40/1,50 per arrivare fino a 2,50 euro. Soffrono le uve medio scarse e il consumatore quando vede grappoli molto verdi, con scarsa acinellatura preferisce spendere di più”. Sul fronte degli agrumi? “Si vende bene e con buoni volumi l’arancia dal Sud Africa per le spremute quotata intorno a 1/1,10 euro. Viene ritenuto un buon prodotto. Stesso prezzo per i limoni da Sudafrica. Argentina e Uruguay. Si vedono le prime varietà precoci di clementina: Nadorcott e Orri a 1,50/2 euro“. Gli ortaggi? “Poco movimento, prezzi lineari ma verso il basso. I peperoni 1,20/1,50 euro anche quello spagnolo. Il pomodoro grappolo polacco a cavallo dell’euro”.

A Verona le pere Abate oltre i tre euro

A Verona Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi, disegna il quadro: “Tutti gli articoli un po’ in calo”. C’è da aspettare il cambio di stagione. Le pere confermano i prezzi alti: “Le Abate sono sopra i 3 euro ( dal calibro 70+), Kaiser sui 2,80 (16 pezzi, diametro 80/85), Williams (calibro 75 +) da 2,50″. Stabili le mele: “Golden locale in padella (calibro 80+) a 1,30 euro, Gala sempre locale in padella ( calibro 75/80) a 1,15 euro”. Sul fronte agrumi da Puglia e Sicilia arriva la Miyagawa a 1,20/1,30 euro. Sono ferme le fragole che tengono il prezzo: “Sono a 4 euro quelle dal Trentino, a 2,50 le locali e a 3,30 quelle della Lessinia“.
Le uve? “Tanto prodotto sul mercato: Vittoria da Puglia e Sicilia quota 1,20 euro e bianca Italia viene 1,30 euro mentre la Pizzutella extra può toccare i due euro, la prima categoria a 1,30″. C’è calma sulle pesche: “C’è prodotto siciliano a 1,30/1,80. Sui meloni  merce francese e italiana da 0,70/1 euro conforme alla qualità”.

Dalla Puglia i broccoli a 2 euro, dalla Spagna a 2,60

Novità ortaggi ? “I primi broccoli dalla Puglia intorno a 2 euro, mentre dalla Spagna in ghiaccio da 2,60/3 euro. Calano i fagiolini: raccolti con la macchina quotano 1 euro, a mano intorno ai 2. Le insalate 0,50/0,60, le prime zucchine da Fondi sono a 0,50/0,60 euro (calibro 14/21), le melanzane ovali 0,60/0,70 e di varie origini. I pomodori a grappolo 1,30/1,50 euro sia italiano sia olandese; datterino e ciliegino sono leggermente in calo e sono intorno a 3,50 euro”. Infine, le castagne da 4/4,50 euro con origine Cile e Piemonte, le cipolle italiane con la dorata a 0,45 euro per il sacco da dieci chili e la bianca intorno a 0,70 euro. Chiudiamo con le patate: origine Trentino 0,50 euro, locale da 0,35/04,0, Germania intorno a 0,30 euro.

Prezzi sopra la media a Torino

Stefano Cavaglià

A Torino si muove qualcosa sulle dinamiche di scambio, racconta a myfruit.it Stefano Cavaglià, presidente Fedegro Torino: “Abbiamo un po’ di ripresa di questa settimana, non ci discostiamo tanto dalle altre grandi città, forse con il primo stipendio dopo le vacanze si inizierà a spendere. Oggi abbiamo prodotti abbastanza cari per la media stagionale e per i prossimi mesi speriamo che non chiudano di nuovo le montagne. La stagione invernale ma anche le fiere di paese e delle cittadine sono molto importanti per noi”.
Le pere? “Si preannuncia una campagna difficile. Abbiamo la Coscia italiana intorno a 1,50/1.60, Williams (calibro intermedio) a 1,50/1,60 euro e poi la Limonera spagnola tra 1 e 1,50 euro“. Al momento non c’è l’Abate. Sul fronte mele: “Ci sono le nostrane Royal e Renette (1/,120) e Gala da 0,60/0,90 euro e inizia qualche mela club dal Trentino come la SweeTango a 1,70/1,80 euro“. Sui fichidindia dal listino prezzi  si arriva a 1,80 euro per le pezzature più grandi, quelli più piccolo in vaschetta da 0,50 a 0,70 euro mentre i fichi neri da 3,50 al picco massimo di 4 euro al chilo. I kiwi dalla Nuova Zelanda sono sui 3,50 euro per le pezzature più grosse mentre per i cileni il picco massimo è 2,70 euro.

Risalgono gli ortaggi, uva da 0,90 euro

Cavaglià registra la risalita delle verdure: “Per i pomodori manca il cuore di bue, c’è prodotto piemontese e veronese, che viene piazzato intorno a 1,50/1,80 euro, le zucchine con fiore a 1/1,50″. Per quanto riguarda la frutta? “Stanno andando bene le prugne, almeno finché tiene il caldo, con la varietà Santa Clara, quest’anno c’è soprattutto prodotto campano a causa e per via delle gelate. Vengono quotate da 1,30/1,50 euro e 1,70/1,80 euro per la merce locale”. Le uve? “Si spiazza molto, con uva Italia si parte da 0,90 euro fino a 1,70/1,80 euro per prodotti premium“. Infine il melone retato è a 0.70/0.80 euro, il liscio da 0,90 a 1,20 euro. Parliamo di prodotto mantovano, ci sono poche pesche anche se c’è richiesta e il prezzo oscilla da 1,30 a 1,70 euro. Chiudiamo con le castagne:  da 4 (calibro  50/55) a  3 euro (calibro 65/70).

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