Politiche agricole

Nuove biotecnologie, Commissione Ue: “Nulla a che fare con Ogm”

Verso un nuovo quadro giuridico per le biotech agrarie. I pareri di De Castro, L’Abbate, Assosementi, Cia e Copagri

La Commissione Ue ha annunciato oggi di volere avviare un processo di consultazione finalizzato a un nuovo quadro giuridico per le biotecnologie agrarie. “Finalmente una posizione chiara sulla distinzione tra nuove biotecnologie e Organismi geneticamente modificati (Ogm), che aiuterà a raggiungere gli obiettivi del Green deal europeo e della strategia Farm to fork nell’interesse di tutti”, ha commentato a caldo Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

paolo-de-castro“Come ha evidenziato la commissaria competente alla Salute e alla sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, lo studio pubblicato dall’Esecutivo Ue indica che le nuove tecniche genomiche, cosiddette Tea (Tecniche di evoluzione assistita), nulla hanno a che vedere con gli Ogm tradizionali e, anzi, possono contribuire in modo sicuro ed efficace a una produzione agricola sempre più sostenibile, in linea con il Patto con i consumatori lanciato dall’Unione europea da qui ai prossimi anni”, ha detto De Castro.

“Alla base di questo studio – ha aggiunto l’europarlamentare PD – c’è l’evidenza scientifica dei progressi compiuti dalla ricerca negli ultimi 20 anni in materia di biotecnologie, superando di fatto la legislazione sugli Ogm che risale al 2001. Le nuove biotecnologie sostenibili, a differenza degli Ogm tradizionali che prevedono il trasferimento di geni (transgenesi) tra specie diverse, si basano infatti sulla combinazione di geni intra-specie, con l’obiettivo di velocizzare processi che avverrebbero in modo naturale, arrivando a sviluppare varietà non solo sicure da un punto di vista di tutela ambientale e della biodiversità, ma soprattutto più resistenti a malattie e condizioni climatiche avverse, come la carenza d’acqua, e capaci di garantire maggiori rese produttive e quindi minori costi economici”.

“I risultati dello studio diffuso dalla Commissione – ha concluso Paolo De Castro – saranno sottoposti presto all’attenzione dei co-legislatori dell’Unione, Consiglio e Parlamento, con l’auspicio di arrivare presto al superamento della vecchia legislazione in materia, e di una sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2018 che non chiariva sul piano normativo la differenza tra Tea e Ogm tradizionali: un passo in avanti fondamentale per fornire ai nostri produttori quelle alternative alla chimica che abbiamo sempre sostenuto siano necessarie per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del nuovo Green deal europeo”.

L’Abbate (M5S): su Nbt bene apertura nuove norme, Italia sia protagonista

“Accogliamo con soddisfazione la decisione della Commissione europea di avviare un ampio e aperto processo di consultazione per discutere la progettazione di un nuovo quadro giuridico che punti a differenziare Nbt (Nuove tecniche genomiche) da Ogm (Organismi geneticamente modificati)“. E’ la dichiarazione di Giuseppe L’Abbate, deputato M5S in commissione Agricoltura alla luce dello studio che dimostra la potenzialità degli Nbt di contribuire a un sistema alimentare più sostenibile.
“L’Italia deve saper cogliere queste innovazioni per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti a livello europeo con il Green Deal e la strategia Farm to fork – ha aggiunto – Si tratta di un’occasione strepitosa per il nostro Paese che potrà avere, in prospettiva, prodotti agroalimentari made in Italy maggiormente resilienti, più caratterizzanti e che ne esaltino la biodiversità. Invito il ministro Patuanelli ad accelerare questo processo, iniziando a lavorare alla possibilità di sperimentazione in campo aperto di Nbt così da essere protagonisti di una sfida innovativa, a cui può dare nuova linfa anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Assosementi: punto di partenza per un cambiamento del quadro normativo

Anche Assosementi ha accolto con favore la pubblicazione dello studio della Commissione che ha riconosciuto l’enorme potenziale delle Ngts per promuovere la sostenibilità dei sistemi agroalimentari, attraverso l’ottenimento di varietà più resistenti alle malattie e agli effetti dei cambiamenti climatici e con caratteristiche nutrizionali più elevate.

“L’innovazione vegetale è un tema centrale per il futuro dell’agricoltura e della produzione alimentare – ha dichiarato Giuseppe Carli, presidente di Assosementi – La sentenza della Corte di Giustizia europea del luglio 2018, che aveva fatto rientrare tali tecniche nella Direttive 2001/18, ha negato la possibilità di accedere alle nuove frontiere della ricerca e ha rischiato di compromettere la competitività degli agricoltori. In accordo con quanto espresso dalla Commissaria Stella Kyriakides, sulla necessità di individuare la via da seguire per l’uso di queste nuove tecniche di miglioramento genetico, auspichiamo che la giornata odierna rappresenti il punto di partenza per un cambiamento del quadro normativo europeo che, come rilevato dallo stesso studio, non è adatto a far cogliere tutte le potenzialità delle Ngts. Una regolamentazione aggiornata sulla base di una valutazione di impatto e del rischio sarà dunque fondamentale per non perdere le opportunità derivanti dall’innovazione vegetale”.

“Le strategie Farm to Fork e Biodiversità pubblicate dall’Unione europea chiamano il settore agroalimentare a realizzare cambiamenti profondi e radicali per raggiungere obiettivi ambiziosi, come la sicurezza alimentare da un lato e la riduzione degli input produttivi dall’altro. Le soluzioni offerte dalle Ngts sono senza dubbio una chiave per vincere tali sfide. Per questo motivo come settore abbiamo sempre sottolineato l’importanza e l’urgenza di poter avervi accesso. Lo studio della Commissione è un elemento che ci consente di guardare al futuro con maggiore ottimismo“, ha concluso Carli.

Cia: bene apertura Ue a genome editing indispensabile per transizione green

dino scanavino ciaLe nuove biotecnologie agrarie non hanno nulla a che vedere con gli Ogm e sono un importante passo in avanti dell’ingegneria genetica. Anche Cia-Agricoltori Italiani ha commentato con favore il risultato storico dello studio della Commissione Ue sulle nuove tecniche di modificazione del genoma, che porteranno a nuovo quadro giuridico indispensabile alla transizione green del settore agricolo, come definito dalla strategia Farm to fork.

“Il genome editing – ha detto il presidente Cia, Dino Scanavino – non presuppone inserimento di Dna estraneo mediante geni provenienti da altre specie. Si opera, infatti, internamente al Dna della pianta, che rimane immutato e assicura la continuità delle caratteristiche dei nostri prodotti, garantendo anche l’aumento delle rese, insieme alla riduzione dell’impatto dei prodotti chimici e al risparmio di risorse idriche”.

Le nuove biotecnologie premiate nel 2020 col Nobel della chimica, arrivano, infatti, a perfezionare il corredo genetico delle piante in maniera simile a quanto avviene in natura, ma con maggior precisione e rapidità, oltre ad avere il vantaggio di essere poco costose e di potersi facilmente adattare alle tante tipicità dei nostri territori.

L’agricoltura non può fare a meno del miglioramento genetico, che ha da sempre accompagnato la sua storia mediante le tecniche tradizionali di incrocio e innovazione varietale – ha spiegato Scanavino – Oggi abbiamo bisogno di ulteriore miglioramento per adattare le nostre colture a un contesto ambientale trasformato dal cambiamento climatico e minacciato dalla Xylella e dai patogeni fungini che attaccano la vite”.

“Un ultimo aspetto, riguarda la gestione di queste innovazioni – conclude Scanavino – Non possiamo permetterci che il miglioramento genetico sia gestito solo da multinazionali lontane dalle esigenze reali del mondo agricolo. Dobbiamo, dunque, promuovere tutti gli strumenti che possano sviluppare nuove relazioni tra pubblico e privato e interazioni più strette tra mondo dell’impresa e mondo della ricerca”.

Copagri: Commissione Ue ribalta sentenza 2018 Corte Giustizia Ue

Franco Verrascina

“Prendiamo atto con grande soddisfazione della presa di posizione dell’Esecutivo Ue, che ha evidenziato la netta distinzione tra gli Organismi geneticamente modificati tradizionali e le nuove tecniche genomiche-Ngt, andando così a ribaltare quanto stabilito nel luglio 2018 dalla Corte di Giustizia Ue; l’Esecutivo Ue ha infatti chiarito che queste ultime nulla hanno a che spartire con i vecchi Ogm, ma che al contrario possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di una maggiore sostenibilità ambientale ed efficienza produttiva, garantendo la sicurezza dei consumatori e dell’ambiente”. E’ quanto sottolineato dal presidente della Copagri, Franco Verrascina.

Quella di aggiornare la legislazione vigente in materia è una necessità molto sentita dal mondo agricolo e della ricerca, dal momento che quest’ultima risale a un ventennio fa e non è più in linea con gli enormi e significativi passi avanti fatti dalla scienza – fa notare il presidente della Copagri, ad avviso del quale – è molto importante che tale impegno sia al centro dei lavori del Consiglio agricolo del mese prossimo e di diversi confronti con le altre istituzioni comunitarie e i diversi soggetti interessati”.

“Vale la pena di ricordare che le Ngt, ovvero tutte le tecniche atte a modificare il genoma di un organismo – ha continuato Verrascina – sono ormai diffuse in molte parti del mondo in ragione del grande contributo che possono offrire alla sostenibilità dei sistemi alimentari, grazie a piante più resistenti alle malattie, alle condizioni ambientali e agli effetti del climate change, con produzioni che possono inoltre beneficiare di qualità nutrizionali più elevate e di una minore necessità di fattori della produzione agricola come i pesticidi”.

“Quello che ci arriva dall’Esecutivo comunitario è un ulteriore invito a puntare con decisione sulle innumerevoli possibilità offerte dalla ricerca e dall’innovazione, continuando a lavorare e a investire risorse affinché queste ultime vengano trasmesse ai produttori agricoli – ha concluso il presidente della Copagri – è solo grazie all’aiuto della ricerca, infatti, che si potrà dare un netto e concreto contributo in termini di sostenibilità e di tutela della biodiversità”.

Fonte: Ufficio stampa Paolo De Castro – L’Abbate – Assosementi – Cia Agricoltura – Copagri

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