Un percorso tracciato in tutte le sue fasi, dalla produzione al confezionamento, e certificato all’Organismo di controllo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale incaricato dal Mipaaf. E’ quello del Pomodoro di Pachino, coltivato lungo la fascia costiera Sud orientale della Sicilia e da ormai 20 anni valorizzato dall’ente di tutela che poche settimane fa ha rinnovato i suoi vertici. Il neo eletto presidente del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp è infatti Sebastiano Fortunato che, insieme ai vicepresidenti Giuseppe Sipione e Massimo Pavan, condivide coi consiglieri Giovanni Iuvara, Sebastiano Agnello, Giuseppe Fancello, Edmondo Pisana, Roberto Paolino e Salvatore Lentinello la progettualità del suo mandato in un ulteriore rafforzamento del compito di valorizzazione e salvaguardia dell’autentico Pomodoro di Pachino Igp.
“Forte dell’esperienza dei precedenti mandati, ringrazio per la fiducia nuovamente accordatami – commenta il presidente Fortunato – L’obiettivo principale del Consorzio è quello di tutelare e difendere il nostro Pomodoro dai tentativi di contraffazione commerciale, su scala nazionale e internazionale. Per farlo occorre ricordare che ogni passaggio della produzione deve essere rigorosamente tracciato: dai vivai alla serra, alle fasi di raccolta manuale e confezionamento, fino alla spedizione”.
A questi passaggi segue il trasporto: “E’ importante precisare che il più delle volte il prodotto è già destinato e venduto alle piattaforme logistiche della Gdo e non passa dai mercati alla produzione – continua Fortunato – In 12/24 ore arriva ai vari punti vendita di destinazione del Centro e del Nord Italia, mentre per raggiungere paesi esteri (Ue ed extra Ue) come Germania, Francia, Austria, Svizzera, Inghilterra occorrono dalle 48 alle 72 ore”.
Visibilità e trasparenza
Uno degli obiettivi del nuovo consiglio del Consorzio sarà quindi quello di aumentare ulteriormente la visibilità e la trasparenza dei passaggi certificati nell’ambito dei quali il prodotto non deve essere mai lasciato senza un documento che lo tracci.
A questo proposito il Consorzio sta poi lavorando a un Manuale di tracciabilità, ovvero un documento per rafforzare il disciplinare tramite il quale l’ente di tutela vigilerà affinché tutti i soci rispettino, nella massima sicurezza e trasparenza, i passaggi relativi alla produzione.
Anche la tutela dell’ambiente è un obiettivo già perseguito dal Consorzio che il nuovo presidente intende portare avanti, in una consapevolezza in parte raggiunta tramite l’utilizzo di imballaggi compostabili e l’adesione di numerose aziende produttrici al Disciplinare di produzione integrata. “A questi si unirà il potenziamento dello smaltimento della plastica di copertura delle serre, che viene già raccolta da centri autorizzati al recupero per realizzare manufatti in plastica, contenitori in polistirolo, recipienti per agrofarmaci, sacchi di concime e tanto altro”, precisa Fortunato.
La coltivazione in serra
Così come limitati input energetici hanno già consentito lo sviluppo di una serricoltura caratterizzata da un bassissimo impiego di energia inquinante, un ulteriore abbassamento del carbon Footprint – ovvero il complesso indicatore che esprime in CO2 le emissioni di gas a effetto serra – è un altro obiettivo del Consorzio di Pachino.
“Grazie a un micro clima unico al mondo – spiega il presidente – in cui la luce raggiunge i livelli d’intensità e durata più alti d’Europa e la temperatura difficilmente scende sotto i 5° C, i Pomodori di Pachino Igp sono coltivati in serre fredde mediterranee, dove il riscaldamento è determinato sostanzialmente solo dal materiale di copertura”. Risultati già definibili importanti, frutto di condizioni climatiche particolarmente favorevoli che consentono di venire sempre maggiormente incontro al problema energetico portando avanti un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.
“Il nostro è un intento ambizioso – conclude il nuovo presidente del Consorzio Sebastiano Fortunato – a cui si unisce quello di rafforzare il legame e il coinvolgimento di tutti i soggetti della nostra filiera, a partire da quei piccoli produttori che ogni giorno si impegnano per tenere alto il nome della nostra eccellenza del made in Italy. Puntiamo poi ad allargare la base sociale coinvolgendo sempre più i piccoli produttori che ancora oggi non sono inseriti nel circuito Igp, a rafforzare l’efficacia dell’azione del nostro ente di tutela, che deve accreditarsi sempre più come modello di autorevolezza ed eticità, e al potenziamento dei controlli e della lotta alla contraffazione. A tutela di produttori e consumatori che, sempre più, cercano la qualità di prodotti come il nostro che non vediamo l’ora, finita l’emergenza sanitaria, di poter tornare a presentare e promuovere anche in tutte le manifestazioni di settore”.
Fonte: Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp