Il pacchetto di riforme della politica agricola comune post 2020 (Pac), le strategie per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal e dalla strategia Farm to Fork, il New Delevery Model, innovazione e transizione digitale. Sono stati questi i temi al centro del vertice dei ministri dell’agricoltura e della pesca dell’Ue che si è svolto lunedì e martedì a Bruxelles.
Il ministro delle Politiche agricole e forestali, Stefano Patuanelli, ha esposto la posizione italiana sui vari punti affrontati durante i due giorni del vertice, sottolineando la necessità di procedere all’accordo per la nuova Pac, andando al di là delle criticità e delle differenti posizioni dei paesi membri.
Sostanziale convergenza da parte del Ministro sia alla definizione di ‘agricoltore attivo” flessibile, individuato attraverso criteri stabiliti dagli Stati membri, nel rispetto del principio di sussidiarietà, purché ogni Paese possa valutare se è necessario individuare questo soggetto e, in caso affermativo, avere ampi margini per la sua definizione, sia su capping, degressività dei pagamenti e pagamento redistributivo, su cui si deve guardare all’esito del Consiglio europeo dello scorso luglio e muoversi verso una loro applicazione facoltativa a livello di Stato membro basata sull’oggettiva analisi dei fabbisogni.
Per quanto riguarda il livello di convergenza interna dei diritti all’aiuto entro il 2026, il Ministro ha sottolineato come sia preferibile per l’Italia mantenere il livello minimo del 75% come proposto dalla Commissione, tenendo anche conto che il processo di convergenza è una delicata operazione che va attentamente programmata a livello di singolo Paese.
Il ministro Patuanelli ha poi proposto di continuare a lavorare per rendere il nuovo modello di governance, il New Delevery Model, più semplice ed efficace, riducendo la burocrazia e la reportistica, con interventi dei Piani strategici facilmente attuabili a livello regionale, evitando che si preveda un doppio livello di controlli, performance e regolarità, che comporterebbero un aggravio amministrativo.
Patuanelli ha infine chiesto di rivedere il mandato che riguarda l’utilizzo degli strumenti di gestione del rischio, e che prevedono i meccanismi di supporto per gli agricoltori per affrontare i disastri causati da eventi climatici catastrofali, alzando l’aliquota attuale, dall’1 ad almeno il 3%.