Da qualche giorno l’Etna ha ricominciato a far parlare di sé: le eruzioni producono lapilli e cenere lavica, i quali investono in modo particolare il versante nord-est del vulcano. Per descrivere gli effetti che il fenomeno sta producendo sull’agricoltura siciliana, Myfruit.it ha fatto il punto con alcuni produttori della zona: “La caduta di cenere non si arresta – riassume Salvatore Fichera dell’azienda I Frutti del Sole dell’Etna – e i danni non fanno che aumentare di giorno in giorno”. “La situazione inizia a essere pesante – aggiunge Carmelo Spina, presidente del consorzio Ciliegia dell’Etna Dop – E’ in corso la quantificazione dei danni, ma per tirare le somme è ancora presto”.
Gli effetti sui limoni
Focalizzando l’attenzione sui produttori di limoni, la situazione la delinea Dario Campisi, responsabile commerciale dell’Organizzazione di produttori Antonino Campisi che produce e commercializza agrumi e ortaggi: “Sul versante siracusano la cenere arriva fredda e non danneggia i limoni, produce però effetti sulle insalate destinate alla IV gamma, che si sporcano. Sul versante catanese, invece, è un disastro. La cenere calda e i lapilli hanno lo stesso effetto che avrebbe una grandinata bollente”.
La cenere, però, non è l’unico problema di questa stagione.
Prezzi al ribasso del 30%
“Quest’anno il mercato è fermo – spiega Campisi – Le cause sono la pandemia, il surplus della produzione spagnola e la mancanza del canale Horeca. Assistiamo anche a una domanda ridotta da parte della Gdo di tutta Europa, il limone è un prodotto rinunciabile”.
Come riferisce Campisi, rispetto allo scorso anno i prezzi alla produzione sono al ribasso, si stima il 25-30% in meno: “I tempi floridi della limonicoltura per il momento dobbiamo dimenticarli. Ma la campagna andrà avanti fino a giugno, no agli allarmismi“.
I limoni non resteranno sulle piante
Conferma la concorrenza spagnola e l’assenza del canale Horeca Federico Grasso, responsabile dell’azienda agricola Campisi Donatella, che produce e commercializza Limone Femminello di Siracusa Igp biologico: “Quest’anno per vendere bisogna svendere, manca il mercato“. D’accordo con i prezzi inferiori anche Monica e Giuseppe Solarino della Bioagricola F.lli Solarino, specializzata nella produzione di agrumi bio: “I prezzi sono bassi, non è una bella annata. Complici anche le oscillazioni climatiche, il prodotto quest’anno ha una shelf-life ridotta”.
“Sebbene non si tratti di una stagione particolarmente remunerativa – puntualizza concludendo Dario Campisi – i limoni non resteranno sulle piante. I produttori che decideranno di non raccogliere saranno pochi e saranno quelli che definisco gli incontentabili”.