Il programma di selezione delle mele dell’Università del Minnesota ha rilasciato la cultivar di mele MN80, la cui caratteristica distintiva è la resistenza alla ticchiolatura. Commercializzata con il nome Triumph, in America potrà essere coltivata già quest’anno.
Myfruit ha fatto il punto con David Bedford, ricercatore che ha guidato il team di selezionatori della nuova varietà, per comprenderne il potenziale in Italia e in Europa: “Riteniamo che le sue caratteristiche organolettiche possano attrarre i consumatori italiani ed europei – esordisce – Abbiamo già importato materiale di propagazione in Europa per i primi test, nei prossimi mesi sapremo di più”.
Rossa, compatta e aspra, è indicata al consumo fresco
“La nuova varietà – prosegue Bedford – si presenta di un invitante colore rosso, con una forma perfettamente rotonda e un piacevole gusto dolce tendente all’aspro. La riteniamo particolarmente adeguata al consumo fresco“.
MN80 è un incrocio tra le varietà Honeycrisp e Liberty, produce frutti con rugginosità occasionale e risulta consistente e croccante: “Inoltre ha una shelf-life sicuramente interessante – aggiunge il ricercatore – Sono tutte caratteristiche che riteniamo verranno apprezzate dai consumatori”.
Doppia resistenza alla ticchiolatura
Dal punto di vista produttivo, quel che fa di MN 80 una varietà interessante, è soprattutto la genetica: “La nuova mela ha una forte resistenza alle malattie e contiene doppia resistenza alla ticchiolatura – precisa Bedford – Per tale motivo è particolarmente adatta alla coltivazione con metodo biologico“.
L’apertura al mercato italiano ed europeo
In America MN 80 potrà essere coltivata già da quest’anno, i primi alberi sono in vendita presso numerosi vivai. Quanto al suo potenziale sul mercato europeo e italiano, il ricercatore conclude: “Abbiamo già importato MN80 nell’Unione europea, ma a causa delle quarantene a cui deve essere sottoposto il materiale di propagazione i tempi dei test si allungano rispetto a quanto avevamo inizialmente pianificato. Sebbene siamo ottimisti, fino a quando non avremo alberi piantati in Italia, sarà difficile fare previsioni circa il successo della nostra mela anche su mercati diversi da quello americano”.