Che le grandi e grandissime superfici siano in crisi da anni non è certo una novità, ma il perdurare dell’emergenza pandemica non sembra dare grandi speranze anche per quest’anno. Sì, perché in epoca Covid gli ipermercati ancora una volta non sono riusciti a intercettare la domanda dei consumatori, questa volta più che per errori o incapacità, quanto soprattutto per i limiti esterni dovuti ai vari Dpcm con annesse chiusure dei centri commerciali. Insomma, come buttare benzina sul fuoco.
Guardando a come si è chiuso il 2020, i numeri lasciano spazio a ben poche interpretazioni: secondo gli ultimi dati di Nielsen (a parità di punti di vendita rispetto al 2019), rilanciati in settimana anche da Mario Gasbarrino, Ad di Decò Italia, gli ipermercati, hanno lasciato sul campo il 6,1% a fronte di un aumento del 6,5% del libero servizio e del mondo discount del 5,4%.
Ottima la performance dell’e-commerce (+115%), che però è bene prendere con cautela secondo molti. A partire da Francesco Pugliese, Ad di Conad, che nella recente conferenza stampa di fine anno sottolineava comunque la scarsa profittabilità per la Gdo di questo canale, che continua a pesare solo poco più dell’1,5%.
Intanto in Francia
Tornando alle grande superfici, se il progetto Spazio Conad, nuovo format creato per rilanciare gli ipermercati acquisiti da Auchan Italia è ancora tutto da valutare e in pieno rodaggio, in Francia l’insegna della famiglia Mulliez continua ad avere conti in rosso. Come segnala l’esperto Olivier Dauvers sul suo sito web, per l’ottavo anno consecutivo gli ipermercati Auchan al di là delle Alpi chiudono l’anno con segno negativo, questa volta -3%. I motivi? Più o meno gli stessi presenti in Italia: penalizzazione durante il primo lockdown a favore dei negozi di prossimità al quale si sommano le perdite per la chiusura dei reparti che vendono generi ritenuti non essenziali durante il secondo periodo di fermo.
Secondo l’analista francese, però, non basta il Covid a giustificare l’ennesimo tonfo degli ipermercati Auchan in Francia, soprattutto se si prendono in considerazione i dati di Carrefour, altro gigante malato, che pare abbia invece chiuso l’anno con un +0,9% in questo canale. Secondo Dauvers, Carrefour in Francia ha preso consapevolezza della crisi di questo canale in netto anticipo rispetto a Auchan e questi sarebbero i risultati. Ci sperano, a questo punto, anche in Italia, anche se i dati di fatturato alla fine del secondo quadrimestre del 2020 (-7,4%) non erano certo positivi e i recenti rumors su un cambio degli assetti societari grazie alla fusione con la canadese Couche-Tard non contribuiscano certo a creare un clima sereno.