Piccoli Frutti

Basilicata: a Policoro 120 ettari per piccoli frutti e baby kiwi

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Nicola Gentile (Gentilfruit): “Una coltivazione complementare alla fragola. Presto un marchio commerciale ad hoc”

Innovare è il futuro e in Basilicata ci sono condizioni eccezionali per produrre piccoli frutti 12 mesi l’anno. A sostenerlo è Nicola Gentile, imprenditore lucano di Policoro (Matera) che dagli anni ’70 conduce l’azienda Gentilfruit, 50 ettari di superficie totale su cui coltiva prodotti commercializzati lungo l’intero territorio nazionale.

Da oggi Gentilfruit – specializzata nella produzione di drupacee, agrumi e kaki – insieme ad altre importanti realtà del territorio, punta alla coltivazione e commercializzazione dei piccoli frutti, categoria in forte crescita. Si punta su un prodotto 100% made in Italy da coltivare in zone collinari e montuose dell’appennino e zona pianeggianti come quella del Metapontino dove già si coltiva la regina delle fragole, Sabrosa Candonga. Una sfida impegnativa ma stimolante, considerando l’alta professionalità dei produttori che stanno già preparando le proprie strutture per la riconversione.

La Basilicata potrebbe diventare il fulcro nazionale per la produzione di berries? Secondo Nicola Gentile sì: “La nostra regione ha tutte le potenzialità per diventare il centro di produzione più grande d’Italia. Puntiamo sulla professionalità dei produttori che partecipano a questo importante progetto. Bisogna però garantire un reddito soddisfacente a coloro che investono in questa coltura impegnativa.

Una coltivazione a quella delle fragole

Oggi le superfici destinate a fragola non crescono, soprattutto per problemi di manodopera. “Questo perché, soprattutto in Basilicata, Candonga è un brand consolidato e – spiega Gentile – l’assorbimento dei mercati è adeguato alle produzioni grazie anche ai prezzi di vendita superiori a quella di altre realtà. Nel mio gruppo, i produttori che punteranno sui berries derivano soprattutto da coltivazioni in serra di drupacee che stanno vivendo una crisi importante. Ma ci sono anche fragolicoltori che vogliono puntare su nuove colture che possano sostituire ortaggi invernali e favorire la distribuzione in più mesi della manodopera. Oggi l’alternativa vincente  sono i berries e le strutture sono perfette per questa coltivazioni. Non solo. Distribuire le produzioni su un arco temporale ampio anche nei mesi autunno-invernali gioverà la fragolicoltura per l’approvvigionamento di manodopera, dalle regioni limitrofe, che di solito si concentra solo nei mesi tra marzo e maggio”.

PRODUZIONE INVERNALE LAMPONE, COLTIVAZIONE IN SUOLO

Perché comprare italiano?

Si sta investendo molto perché le produzioni italiane possano essere apprezzate di più. La vita commerciale dei piccoli frutti è limitata e assaporare un prodotto sicuro e tracciato dopo solo 24 ore dalla raccolta significa fare qualità. Qualità che i consumatori sono disposti a pagare a buon prezzo.

 Un nuovo brand in rampa di lancio

“Stiamo registrando il nostro marchio commerciale che verrà riconosciuto nella Gdo e nei mercati – dice Gentile – Il marchio è sinonimo di qualità, rispetto dei lavoratori e dell’ambiente, tracciabilità e di un prodotto 100% made in Italy”.

L’azienda mira a offrire soluzioni che possono portare remunerazioni importanti ai produttori ormai stanchi dei problemi del settore agricolo. “Si può parlare in un certo senso di rivoluzione culturale del mondo agricolo dove gli attori saranno i produttori stessi. In una programmazione commerciale 100% made in Italy è fondamentale garantire continuità nei mesi. E’ importante quindi avere più di una varietà di riferimento per rispondere alle esigenze dei consumatori in termini di caratteristiche organolettiche e, nello stesso tempo, avere finestre produttive in più mesi per evitare di reperire prodotto dall’estero. “Abbiamo la possibilità di produrre tutto l’anno in Basilicata, ma stiamo dialogando anche con altre realtà del centro e Nord Italia per rafforzare questo progetto in altre areali”, conclude Nicola Gentile.

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