Piani strategici della Politica agricola comune (Pac), Organizzazione comune dei mercati e Finanziamento della spesa agricola: venerdì scorso il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la riforma della Pac post 2022, la prima fonte in Ue di finanziamenti diretti al settore agricolo europeo. Si parla di risorse per 390 miliardi di euro per i prossimi sette anni (2021-2027), distribuite per circa 9 milioni di agricoltori europei.
In particolare, il regolamento sui Piani strategici è stato approvato con 425 voti favorevoli, 212 voti contrari e 51 astensioni; il regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati è stato approvato con 463 voti favorevoli, 133 voti contrari e 92 astensioni; il regolamento sul Finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac è stato approvato con 434 voti favorevoli, 185 voti contrari e 69 astensioni.
Nel comunicato ufficiale del Parlamento europeo si legge: “I deputati europei hanno adottato oggi (23/10/2020, ndr)la posizione del Parlamento sulla riforma della Politica agricola (Pac) post 2022. La squadra negoziale del Parlamento è pronta ad avviare il dialogo con i ministri dell’Ue. I deputati hanno confermato un cambiamento politico che dovrebbe far corrispondere meglio la politica agricola dell’Ue ai bisogni dei singoli Paesi, ma insistono nel mantenere parità di condizioni in tutta l’Unione.
I piani strategici ai Governi nazionali
Ai Governi nazionali spetterà la redazione di Piani strategici, approvati poi dalla Commissione, in cui delineare le modalità concrete di attuazione degli obiettivi dell’Ue. La Commissione valuterà i risultati, e non soltanto la loro conformità alle norme dell’Ue. Il Parlamento ha rafforzato le pratiche rispettose del clima e dell’ambiente obbligatorie, la cosiddetta condizionalità, che gli agricoltori devono applicare per poter ottenere sostegno diretto. Inoltre, i deputati intendono dedicare almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale a qualsiasi tipo di misura legata al clima o all’ambiente. Almeno il 30% del bilancio per i pagamenti diretti sarà destinato a regimi ecologici volontari che potrebbero aumentare il reddito degli agricoltori.
Servizi di consulenza aziendale e lotta al climate change
I deputati insistono affinchè siano istituiti servizi di consulenza aziendale in tutti i Paesi Ue e almeno il 30% dei finanziamenti dell’Ue sia destinato al sostegno degli agricoltori per la lotta al cambiamento climatico, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la tutela della biodiversità. Invitano poi gli Stati membri a incoraggiare gli agricoltori a destinare almeno il 10% dei propri terreni a interventi paesaggistici a sostegno della biodiversità, quali siepi, alberi non produttivi e stagni. i deputati hanno votato per ridurre progressivamente i pagamenti diretti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60mila euro e poi fissarne il massimale a 100mila euro. Sarà tuttavia possibile agli agricoltori detrarre il 50% dei salari collegati alle attività agricole dall’importo totale prima di effettuare la riduzione. Almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali dovrebbe servire al sostegno delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni. I deputati aggiungono che nel caso più del 10% fosse utilizzato, la riduzione diventerebbe volontaria. I Paesi Ue avrebbero la possibilità di destinare almeno il 2% delle dotazioni per i pagamenti diretti a sostegno dei giovani agricoltori. I finanziamenti per lo Sviluppo rurale potrebbero fornire un sostegno complementare in grado di dare la priorità agli investimenti dei giovani agricoltori. Il Parlamento sottolinea che i finanziamenti dell’Ue dovrebbero essere riservati a chi svolge almeno un livello minimo di attività agricola. coloro che gestiscono aeroporti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti sono automaticamente esclusi.
Gestione dei rischi e delle crisi
Il Parlamento ha richiesto ulteriori misure per aiutare gli agricoltori a gestire rischi e possibili crisi future. Auspica una maggiore trasparenza del mercato, una strategia di intervento per tutti i prodotti agricoli, e l’esenzione dalle norme sulla concorrenza per quelle pratiche che adottano standard ambientali o sulla salute o sul benessere degli animali più elevati. Il Parlamento ha chiesto inoltre che la riserva per le crisi, prevista per aiutare gli agricoltori in caso di instabilità dei prezzi o dei mercati, sia convertita da strumento ad hoc a strumento permanente dotato di un bilancio adeguato. Il Parlamento intende comminare sanzioni più elevate nel caso di inosservanza dei requisiti dell’Ue, ad esempio in materia di ambiente, benessere degli animali o qualità degli alimenti. L’importo della sanzione è pari ad almeno il 10% dell’importo totale dei pagamenti (un incremento rispetto all’attuale 5%). I deputati chiedono infine l’istituzione di un meccanismo di denuncia ad hoc attraverso il quale gli agricoltori e i beneficiari che subiscono un trattamento iniquo o che si trovino in situazione di svantaggio per quanto riguarda l’accesso ai fondi dell’Ue, possano presentare denuncia se il loro Governo nazionale non gestisce il loro reclamo in modo soddisfacente”.
De Castro-Dorfmann, passi in avanti verso un’agricoltura più competitiva e resiliente
“Con il voto di oggi l’Europarlamento lancia un segnale ai nostri agricoltori: l’Europa è al vostro fianco nella transizione verso sistemi produttivi sempre più sostenibili e redditizi”, affermano Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordinatori S&D e PPE alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
“L’equilibrio trovato nel compromesso raggiunto dopo mesi di negoziazioni garantirà sostegno e sicurezza ai nostri agricoltori per il prossimo decennio, con una nuova Pac più sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto economico e sociale. La Politica agricola comune aveva bisogno di un cambiamento per accompagnare i nostri agricoltori a fare un ulteriore salto di qualità nell’erogazione di servizi ambientali a beneficio dell’intera collettività: abbiamo insistito per ottenere un budget minimo più elevato per i nuovi eco-schemi, la misura che dovrà guidare verso pratiche produttive ancora più sostenibili. per quanto riguarda lo sviluppo rurale, abbiamo invece innalzato al 35% le spese per le misure ambientali, quali l’agricoltura biologica“, continuano i due eurodeputati.
Per De Castro e Dorfmann, l’Unione infatti “ha la responsabilità di fornire prodotti alimentari salubri e di altissima qualità a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro potere d’acquisto. non accetteremo mai che i prodotti europei diventino riservati a un’elite di consumatori, come invece vorrebbero altri”. De Castro e Dorfmann sottolineano come la dimensione economica della Pac non sia stata messa in discussione: “L’obiettivo della Pac è quello di migliorare la produttività e sostenere il reddito degli agricoltori. Per questo, abbiamo lottato per un’agricoltura più forte e competitiva, salvaguardando le misure economiche del primo pilastro, quali i pagamenti diretti e accoppiati alle nostre produzioni strategiche, i pagamenti redistributivi per i piccoli agricoltori, o i finanziamenti per l’attività dei giovani agricoltori”.
“Non potevamo poi accettare l’esautorazione delle nostre Regioni nella prossima Pac, per questo siamo riusciti a salvaguardare il loro ruolo cruciale, certi che solo tramite il loro pieno coinvolgimento possiamo rispondere ai bisogni dei nostri agricoltori e delle nostre aree rurali. Serviva poi un’armonizzazione dei livelli di pagamento all’interno degli Stati membri, obiettivo che abbiamo raggiunto non senza difficoltà. Il Parlamento europeo ora ha parlato. Siamo pronti a difendere le nostre ambiziose posizioni nei negoziati con Commissione europea e Consiglio dei ministri agricoli, per una politica che è stata il cemento della costruzione dell’europa, e che oggi assume un valore straordinariamente strategico per il nostro futuro”, concludono De Castro e Dorfmann.