I ministri dell’Agricoltura Ue hanno raggiunto un accordo dopo lunghe ore di negoziati su una riforma della nuova Politica agricola comune (Pac) post 2020, che punta a tenere maggiormente conto delle sfide ambientali e climatiche e nella quale almeno il 20% della dotazione nazionale degli aiuti diretti dovrà essere dedicata a incentivi per pratiche agronomiche verdi. “Abbiamo assicurato un buon equilibrio” tra sostenibilità, vincoli ecologici e sicurezza alimentare, ha detto la ministra tedesca, Julia Kloeckner, in conferenza stampa. Le conclusioni del Consiglio “sono un buon punto di partenza” per il negoziato con la Commissione e l’Europarlamento, ha aggiunto il commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski.
Le linee guida adottate dagli Stati membri saranno oggetto di trattative con il Parlamento europeo, con entrata in vigore da gennaio 2023.
Mipaaf: raggiunta intesa politica su Pac post 2020
Al Consiglio dei ministri dell’Agricoltura, in Lussemburgo, gli Stati membri europei hanno dunque raggiunto un accordo generale sulla Pac, accordo che andrà ora negoziato in trilogo con la Commissione e il Parlamento europeo. L’intesa, fa sapere il ministero delle Politiche agricole, “segna un’evoluzione storica dell’impianto tradizionale della politica agricola. Per la prima volta, infatti, i fondi della Pac saranno assegnati in base ai risultati raggiunti anzichè al mero rispetto delle norme di conformità“. L’accordo prevede che ogni Stato membro presenti un Piano strategico nazionale per la definizione e attuazione di tutti gli interventi, a seguito di un’analisi dei fabbisogni. Le Regioni, attraverso le proprie Autorità di gestione, potranno continuare ad attuare gli interventi inerenti lo sviluppo rurale.
Tra le novità della riforma, che entrerà in vigore il primo gennaio 2023 al termine dei due anni di transizione, le “ambiziose disposizioni volte ad allineare la Politica agricola europea alla sfida dei cambiamenti climatici e della sostenibilità. Una percentuale minima del 30% delle spese del II pilastro (Sviluppo rurale) dovrà essere destinata a misure agroambientali, e almeno il 20% delle risorse del I pilastro (pagamenti diretti) dovranno essere allocate a schemi ecologici, ovvero a misure come l’inerbimento dei frutteti, la riduzione dei fitofarmaci e fertilizzanti, i metodi di agricoltura biologica e ulteriori pratiche agricole benefiche per l’ambiente”. Particolare attenzione, sottolinea il Mipaaf, viene poi dedicata ai giovani agricoltori e ai piccoli agricoltori. I primi potranno ad esempio beneficiare di un contributo per iniziare l’attività fino a 100mila euro, mentre per i secondi è prevista maggiore semplificazione e l’esonero da eventuali tagli dei pagamenti diretti necessari per costituire una riserva anticrisi. Su richiesta italiana si prevede, inoltre, la possibilità di destinare una piccola percentuale dei pagamenti agli agricoltori per costituire un fondo con funzioni assicurative nel caso di eventi avversi.
Bellanova: soddisfatti per Pac su nostre produzioni bandiera
“Siamo molto soddisfatti dei compromessi raggiunti in merito alle nostre produzioni bandiera”. Lo ha dichiarato la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, commentando l’intesa raggiunta. “Saremo finalmente in grado di attuare interventi di investimento e ristrutturazione nel settore dell’olio di oliva – prosegue – a beneficio anche dei produttori danneggiati dalla xylella, così come di continuare a sostenere il settore vitivinicolo, ad esempio finanziando l’impianto di nuovi vigneti”.
Giansanti (Confagri): “Accelerare su Piano strategico nazionale”
“Una decisione positiva nell’ottica della flessibilità nell’applicazione del nuovo modello di gestione della Pac. Tuttavia, la strada verso l’intesa finale è ancora lunga e incerta”. E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “L’intesa tra i ministri, alla quale la ministra Bellanova e la delegazione italiana hanno contribuito in maniera determinante, è il primo passaggio formale verso la riforma a più di due anni dalla presentazione delle proposte di regolamento della Commissione – aggiunge Giansanti – Resta ora da raggiungere l’intesa definitiva con il Parlamento europeo e rimangono, quindi, elevati margini di incertezza sull’esito finale.
Per noi il traguardo è assolutamente chiaro: assicurare che la maggiore sostenibilità ambientale risulti compatibile con la salvaguardia dei livelli di produzione e della competitività delle imprese, in un quadro di effettiva semplificazione burocratica”. “In attesa dei prossimi passaggi in ambito europeo – rileva il presidente di Confagricoltura – è importante accelerare i tempi per la redazione del Piano strategico nazionale che sarà alla base della nuova Pac. Abbiamo l’occasione per ridare una prospettiva unitaria alle scelte per il futuro dell’agricoltura italiana, tenendo conto delle esigenze e delle specificità territoriali”.
Copagri, primo step di iter complesso difendere budget
“Prendiamo atto con soddisfazione dell’accordo politico raggiunto sulla riforma della Pac, uno step fondamentale, visto che ora il Consiglio Ue ha il mandato per avviare i triloghi con Commissione e Parlamento europeo dopo aver approvato la prima parte dei quasi 2mila emendamenti di compromesso”, sottolinea il presidente della Copagri, Franco Verrascina, dopo gli esiti degli ultimi vertici comunitari, chiamati a confrontarsi sul futuro della Pac, la cui entrata in vigore è prevista per l’inizio del 2023. “A oltre due anni di distanza dalla presentazione delle proposte di regolamento – precisa Verrascina – si apre una fase nuova che porterà all’intesa definitiva sul futuro dell’agricoltura comunitaria. La priorità resta quella di lavorare per salvaguardare il capitolo agricolo del bilancio Ue, garantendo fondi necessari e adeguati a far sì che le sfide ambientali e climatiche non vadano a gravare sulle spalle degli agricoltori, e che la sostenibilità richiesta dalle istituzioni non vada a incidere sulla tenuta e sulla competitività del primario nazionale”.
Greenpeace, voto non sufficiente contro crisi in corso
Un accordo “non sufficiente ad affrontare la crisi in corso”. Così Greenpeace, in una nota, interviene sull’intesa raggiunta in Lussemburgo tra i ministri Ue dell’Agricoltura sulla Pac. Il 20% della dotazione nazionale degli aiuti diretti dedicata a incentivi per pratiche agronomiche, spiega l’associazione, “non è assolutamente sufficiente ad affrontare la crisi in corso. Ancora una volta non si è guardato in faccia alla gravità del problema e agito con la necessaria fermezza per un cambio di rotta urgente del sistema agroalimentare europeo”. Greenpeace auspica che i negoziati a tre, ovvero il trilogo, tra Commissione europea, Parlamento europeo e Governi nazionali inizino presto, sotto la presidenza tedesca del Consiglio europeo, per concludersi all’inizio del 2021. L’associazione interviene poi sul voto della plenaria del Parlamento europeo “che ha segnato la condanna a morte dell’agricoltura europea”, in particolare “delle piccole imprese del settore, e dell’ambiente”. “Gli eurodeputati – precisa l’associazione – non sono riusciti a riformare la Pac, che plasmerà l’agricoltura Ue per i prossimi sette anni, per consentirle di affrontare la crisi climatica ed ecologica in corso”. Il Parlamento Ue, in particolare, “ha adottato un accordo pre-confezionato tra i gruppi Ppe, S&D e Renew, respingendo le proposte della commissione Ambiente del Parlamento Ue di tagliare i sussidi per il sistema degli allevamenti intensivi o di aumentare sostanzialmente i finanziamenti per le misure ambientali”.