La campagna di commercializzazione del Melone Mantovano Igp, che proseguirà fino a settembre, sta per entrare nel vivo e i segnali, dopo quasi un mese dall’inizio dello stacco dei primi quantitativi, sembrano essere confortanti. Decisamente migliori della sfortunata campagna del 2014, funestata dal maltempo in campagna con le conseguenti ripercussioni anche sui consumi e che portò a quantitativi davvero modesti, intorno alle 600 tonnellate.
«Quest’anno la campagna è iniziata intorno al 12/13 maggio. L’inizio non è stato dei migliori, ma adesso il tempo è migliorato e quindi anche i consumi sono in decisa crescita». È cautamente ottimista Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio di Valorizzazione e Tutela del Melone Mantovano Igp, presente a Milano durante l’evento che il Consorzio ha organizzato insieme al Consorzio di Tutela dello Speck Alto Adige IGP.
Quest’anno ci sono circa 440 ettari certificati per la produzione di meloni Igp nel mantovano (dei circa 1000 lavorati dalle aziende socie del Consorzio) per un totale di 10mila tonnellate potenziali di prodotto che potrebbero essere commercializzate. «Se la stagione ci dà una mano arriveremo molto vicino a questi numeri potenziali». Dal punto di vista dei canali distributivi la stagione è iniziata molto bene all’interno dei mercati all’ingrosso: «Bene Brescia e Bergamo, ma anche Padova e Bologna. Con i supermercati, invece, stiamo lavorando bene con Carrefour con la linea Terre d’Italia, ma abbiamo iniziato in questi giorni a lavorare anche con Coop». Delle tre tipologie ammesse dal disciplinare la campagna è iniziata con il melone liscio e con quello retato senza fetta. «Da alcuni giorni abbiamo iniziato anche con il retato tradizionale con la fetta che è quello che poi si troverà maggiormente a breve nei supermercati».
Sul fronte dell’export – sui mercati europei la concorrenza arriva soprattutto dalla Spagna – c’è un maggior interesse rispetto all’anno scorso: «Abbiamo un paio di aziende soprattutto che lavorano con l’estero e quindi i quantitativi dipendono soprattutto da loro. Faremo probabilmente qualcosa in più sul mercato inglese e su quello tedesco e austriaco». L’Igp sui mercati esteri è un valore in più? «Ci potrebbe dare una mano per conquistare un po’ di mercato, però è tutto molto legato al prezzo. Gli spagnoli sono molto più competitivi di noi da questo punto di vista, nonché da quello quantitativo e i buyer esteri vogliono volumi importanti. Però è indiscutibile come la nostra qualità sia superiore».
Quest’anno il valore della certificazione Igp, sostiene Aguzzi, si sta sentendo positivamente sul mercato interno. «C’è più interesse da parte della grande distribuzione organizzata che vuole più prodotto certificato. Ci sono alcune catene che hanno espressamente richiesto di avere meloni certificati. Le insegne delle catene più grandi hanno un approccio più lento, ma se si smuovono loro poi anche le altre seguono a ruota. Le catene piccole sono invece storicamente più sensibili al prodotto di maggior qualità per differenziarsi».
I prossimi appuntamenti che vedranno il Consorzio protagonista si svolgeranno a Expo alla fine del mese di giugno e poi a settembre. Il Consorzio sarà poi presente anche alla prossima edizione di Macfrut