In provincia di Alessandria la produzione di nocciole ha risentito dei danni provocati dalla grandine e dalla cimice asiatica. A rilevarlo è la sezione locale di Coldiretti, che parla addirittura di “produzione praticamente dimezzata”. “Le condizioni meteo della scorsa primavera e la presenza della cimice asiatica insieme alla grandine delle settimane scorse – denuncia Coldiretti – hanno portato a ridurre del 50% le quantità previste della raccolta avviata da alcuni giorni. Nel territorio alessandrino sono coltivati a nocciole circa 4.000 ettari contro i poco meno di 300 di 15 anni fa. Un boom per il settore corilicolo testimoniato anche dall’acquisto di ben 500 ettari tra Monferrato, Tortonese e Ovadese da parte di un fondo di investimento legato alla Deagostini. “La nocciola – spiega Alberto Pansecchi, responsabile del settore per Coldiretti – trova investitori poiché l’unico settore agricolo conveniente. Rispetto all’uva, non ha bisogno di una cantina per la trasformazione da parte dei produttori. Un vigneto, in sostanza, costa fino a cinque volte un noccioleto”. In provincia le maggiori estensioni sono nel Casalese, in particolare nella Val Cerrina, e nell’Acquese “ma tutto il territorio alessandrino è vocato per questo frutto, per il quale esistono impianti da un ettaro fino ad altre che arrivano a 50 ettari”, sostiene Pansecchi, che continua: “Quest’anno si spera che il prezzo al quintale cresca di rispetto ai 340 euro di cui si parla. Questo perché la produzione è praticamente dimezzata. Il clima della scorsa primavera ha impedito, nonostante un’impollinazione perfetta, la formazione di molti frutti dentro i gusci. Poi, oltre alla grandine delle scorse settimane, grossi danni li sta causando la cimice asiatica, che rilascia sui frutti sostanze amarognole”.
Nocciole, problemi in provincia di Alessandria
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