A causa dei ghiri, stanno correndo un serio pericolo i noccioleti di Ucria, nel messinese. L’emergenza è così avvertita che, nei giorni scorsi, è nato un comitato spontaneo di cittadini, supportato dall’amministrazione comunale, che sta portando avanti una protesta per chiedere un intervento diretto della Regione Siciliana. I corilicoltori coinvolti, infatti, stimano danni dal 70 all’80% della produzione, quantificabili in circa 50 milioni di euro. A seguito di questa situazione, l’aula consigliare del municipio di Ucria è stata occupata dal 5 agosto scorso da rappresentanti di questo comitato, che chiedono appunto alla Regione interventi specifici, come il risarcimento per i danni economici subiti per la perdita dei raccolti. Sta già circolando inoltre l’ipotesi di spostare la manifestazione a Palermo, davanti Palazzo dei Normanni.
La Sicilia, del resto, è tra le prime quattro regioni italiane per noccioleti, con circa 12.000 ettari, la maggior parte dei quali si trovano appunto nei Nebrodi. Un patrimonio di grande valore, che ora sta appunto rischiando grosso a causa della invasione dei ghiri, che stanno distruggendo il lavoro degli agricoltori locali.
Le nocciole dei Nebrodi, in particolare, sono coltivate sulla più grande area naturale protetta della Sicilia, nello specifico nei comuni di Tortorici, Ucra, Castell’Umberto, Longi, Galati Mamertino, San Salvatore di Fitalia e Sinagra. L’inizio di questa produzione risale alla fine dell’Ottocento: in seguito alla crisi della gelsicoltura, al posto di queste piante vennero piantati i noccioli (principalmente dei cultivar curcia, carrello, ghirara e minnulare), alberi con grandi capacità di adattamento – a patto che il terreno non sia troppo umido – caratterizzati da una elevata produttività. Inoltre, grazie alle loro radici fitte, i noccioli si rivelarono molto utili per prevenire l’erosione del suolo.
Le nocciole dei Nebrodi trovano il loro principale utilizzo nella pasticceria, quale ingrediente per preparare la pasta reale di Tortorici (dolcetti a base di nocciole pestate, zucchero e farina), le ramette di Longi, i croccantini e altri prodotti tipici della zona, ma anche in gelateria per la lavorazione di gelati e granite.