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Miglioramento fitosanitario, buoni risultati per l’Aglio di Voghiera Dop

Aglio di Voghiera Dop

Duplice l’obiettivo del progetto: certificare il mantenimento delle caratteristiche del prodotto originale e mettere a punto una banca di seme “modello”

Buone nuove per l’Aglio di Voghiera Dop. Sono stati divulgati, con un convegno ad hoc tenutosi recentemente a Gualdo di Voghiera (Ferrara), i risultati di medio termine del progetto “Miglioramento fitosanitario dell’Aglio di Voghiera Dop”.

Il progetto, promosso dalla Cooperativa agricola Voghierese e finanziato nell’ambito di un progetto di filiera inserito nel Psr Emilia Romagna 2014-2020, si sta occupando dall’ottobre 2018 del miglioramento fitosanitario dell’Aglio di Voghiera Dop per ottenere un materiale di base uniforme e sano, che conservi le originarie caratteristiche organolettiche, da mettere a disposizione dei coltivatori informandoli sulle metodologie corrette per la coltivazione e la riproduzione successiva dello stesso materiale da seme.

Dopo i saluti del sindaco di Voghiera Paolo Lupini, che ha ricordato come quest’anno si festeggino i 60 anni del Comune, i 20 anni dalla nascita del Consorzio produttori Aglio di Voghiera e i 10 anni dal conseguimento della Dop, Emanuele Coletti, responsabile tecnico del progetto, ha descritto lo stato dell’arte dopo 18 mesi di ricerca e sviluppo. “In questo anno e mezzo – ha detto – abbiamo prelevato casualmente campioni di aglio dai campi, li abbiamo trasferiti in laboratorio per la riproduzione meristematica, abbiamo moltiplicato il seme e l’abbiamo fatto radicare in ambiente protetto. Il tutto sorvegliato da una equipe di esperti dell’Università di Ferrara. All’inizio del progetto avevamo motivazioni precise. In primo luogo certificare il fatto che il prodotto che abbiamo in mano oggi ha le stesse caratteristiche organolettiche di quello di 20 anni fa: tutte queste azioni sono rivolte a conservare l’Aglio di Voghiera Dop originale. Il secondo, non meno importante, obiettivo è quello di avere a disposizione una seppur piccola quantità di prodotto risanato dai principali agenti patogeni da mettere in campo per la moltiplicazione e a disposizione di tutti i soci della cooperativa. Grazie a questo processo avremo una banca di seme ‘modello’, che dobbiamo consolidare”.

A illustrare risultati ottenuti – finora numericamente incoraggianti e qualitativamente sorprendenti – è stato Vincenzo Brandolini, professore dell’Università di Ferrara: “Dopo aver sottoposto le plantule a un esame virologico, perché volevamo la certezza di poter produrre bulbilli qualificati e certificati, nel settembre 2019 le più sane sono state trasportate in serra calda, sempre in ambiente protetto.  Una volta tolte dal vasetto, le plantule hanno presentato una radicazione molto buona. L’ultimo step sarà quello del passaggio alla serra fredda con terreni naturali, per ottenere entro la primavera dei bulbi in grado di dare in futuro il seme da seminare nei campi. Nel frattempo, abbiamo provveduto alla caratterizzazione biomolecolare dei campioni di partenza e li abbiamo confrontati con altri del 2015 rilevando che non ci sono particolari polimorfismi che li differenziano. Attendiamo di fare anche le ultime analisi organolettiche sui bulbi prodotti dalla sperimentazione, poi potremo affermare che l’ecotipo si è mantenuto stabile in tutte le sue componenti”.

Attraverso questa attività di ricerca e sviluppo si è quindi ottenuta una ‘banca’ di piante matrice e una base in vitro sicura e certificata, che garantisce di avere sempre pronto un perfetto seme di Aglio di Voghiera Dop.

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