Il recente report pubblicato dal Cso (Centro Servizi Ortofrutticoli) sui consumi dei radicchi in Italia nel 2012 (dati GFK Italia sui consumi domestici), mostra un interessante spaccato di un ortaggio decisamente in salute, con dati che tracciano anche la geografia dei suoi consumi nel nostro paese e sui canali di distribuzione. Come sottolinea il rapporto: “I radicchi sono il tipico esempio di prodotto che non ha risentito della crisi ortofrutticola degli ultimi anni. Il merito è imputabile all’ampia e diversificata gamma varietale, ad una diffusione maggiore sul territorio e alla valorizzazione di talune produzioni tipiche, tutti aspetti che dal 2007 ad oggi, concorrono ad incrementare i volumi in maniera significativa”.
Dal 2007 (anno dal quale è possibile avere dati statistici) al 2012 sono saliti i volumi prodotti (+37%) la spesa (+80%) il prezzo medio di acquisto (da 2,30 euro/kg a 2,64 euro/kilo). Nel 2012 è aumentata anche la penetrazione di acquisto di radicchi nella spesa di ortofrutta delle famiglie, che si attesta a 7,89 euro, al di sopra della media annua di 6,36 euro/annui.
Dal report emergono anche alcuni dati interessanti circa la tipologia di consumi: è un ortaggio tipicamente consumato durante le stagioni fredde, soprattutto nel Nord Est del paese (41% dei volumi), venduto sostanzialmente dalla Grande Distribuzione (per il 46% nei supermercati, per il 14% negli ipermercati, per il 5% nei discount), anche se il dettaglio tradizionale guadagna sia volumi che quote di mercato (13%).
Dove, mediamente, conviene di più acquistarlo? Nei discount (2,15 euro/Kg), che però spesso non trattano quelli tardivi e IGP, poi nei supermercati (2,46 euro/Kg), dagli ambulanti (2,50 euro/Kg), infine dai fruttivendoli (2,74 euro/Kg). Meno conveniente negli ipermercati (2,70 euro/Kg).