Succose, dolci al punto giusto, croccanti, con proprietà diuretiche, ricche di magnesio, ma non così facili da coltivare. “Ci abbiamo impiegato un po’ di anni a prendere le misure, a capire la giusta concimazione per esempio. Le devi raccogliere già mature, perché non riescono a farlo dopo che le hai staccate dalla pianta ”. Le pere Nashi, varietà di origine asiatica, ha trovato un suo habitat oramai da molti anni anche in Italia, in Piemonte in particolare: “Abbiamo cominciato nel 1988, comprando le prime piante dalla Francia” ci dice Fabrizio Oderda, titolare insieme alla sua famiglia dell’azienda Trybeca, con sede a Centallo, in provincia di Cuneo. Praticamente dei pionieri. Ma perché? “Volevamo trovare un’alternativa al kiwi, che negli anni ’90 andò in crisi, per poi riprendersi successivamente con l’apertura ai mercati esteri ma che allora non esistevano come ora. Un amico di mio padre, di ritorno dagli Stati Uniti, gliela fece conoscere e così iniziò l’avventura”. Oggi producono mediamente 5000 quintali, ma l’obiettivo, quando i nuovi impianti saranno a regime (in totale 25 ettari), è di arrivare al doppio.
Vendono ai mercati all’ingrosso, ma il prodotto arriva anche nella gdo: “Dove però è più difficile trattare, dato che è un frutto che ha ancora bisogno di comunicazione e spiegazioni”. I risultati però stanno arrivando, con soddisfazioni anche insperate. “Se dovessi dire oggi se ne è valsa la pena rispondo sicuramente affermativamente. Abbiamo, per esempio, consumatori che ci scrivono, curiosi, per darci il loro parere vi a email o chiedere informazioni”. E come hanno fatto a conoscervi? “L’idea di mettere su ogni frutto un bollino con il nostro nome e l’indirizzo web è stata sicuramente vincente”. La punteggiatura della buccia è una delle caratteristiche di una delle tre varietà coltivate, la Try (le altre due sono la Plumpy e la Deli). Quando si trovano in commercio? “La raccolta, a scalare per le tre varietà, inizia solitamente il 4/5 settembre e si protrae fino a fine fine ottobre”. Poco export, anche se la foto in alto, che ci ha spedito Fabrizio Oderda, si riferisce ad un espositore in Svezia.